In tutto il mondo, la siccità sta colpendo duramente e con una ferocia che non si vedeva da decenni, in alcuni casi da secoli. Non è un caso che con l’accelerazione del riscaldamento globale le ondate di siccità diventino più violente che mai. Tutto ciò solleva la logica domanda: quando si sveglieranno i leader mondiali con un piano d’azione unificato per mitigare le emissioni di carbonio? O è già troppo tardi?
Nessuno sa con certezza se e quando sarà troppo tardi, ma è evidente che siccità straordinariamente potenti stanno decimando regioni del pianeta come se non ci fosse un domani.
Un documento di ricerca australiano ha affrontato il problema: Multi-century Cool-and Warm-Season Rainfall Reconstructions for Australia’s Major Climatic Regions, European Geosciences Union, Vol. 13, Issue 12, Nov. 30, 2017 di Mandy Freund e Benjamin Henley. Il titolo dell’articolo dell’Università di Melbourne dichiara: “La recente siccità australiana potrebbe essere la peggiore degli ultimi 800 anni”.
Questo studio, che ha individuato le peggiori siccità degli ultimi 800 anni, è stato pubblicato due anni prima del recente periodo di siccità accompagnato da incendi devastanti in tutto il continente. Si tratta di eventi senza precedenti, mai registrati né visti prima! In questo modo si invia un forte segnale che il sistema climatico del mondo si è infranto, sprofondando in una nuova era di “torride fughe climatiche estreme”.
Secondo l’Australian Bureau of Meteorology “Abbiamo i dati e il 2019 risulta essere in cima alle classifiche per le temperature medie e massime, nonché per le precipitazioni annuali più basse in tutto il paese”.
Secondo il rapporto, l’anno scorso la temperatura media annuale dell’Australia era di 1,52°C sopra la media del 1961-90 di 21,8°C. I risultati: un continente prosciugato è andato in fiamme. Curiosamente, 1,5°C al di sopra del valore preindustriale è il limite di pericolo stabilito nelle più recenti riunioni del IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici).
Nel frattempo, gravi siccità stanno colpendo tutto il mondo. Ecco alcuni esempi riportati da NBC News: “Colpiti dalla siccità, gli agricoltori delle zone rurali dell’Honduras e del Guatemala vivono sull’orlo della fame… La scelta dell’America Centrale: pregare per la pioggia o migrare”. Ma i centroamericani hanno scelto l’opzione della migrazione, rinunciando a sperare e dirigendosi verso nord. Mentre l’amministrazione Trump rifiuta la legittimità del riscaldamento globale, le forze del cambiamento climatico spingono i migranti ambientali verso gli Stati Uniti.
Secondo il Programma alimentare mondiale dell’Onu per l’America Centrale “cinque anni di siccità ricorrenti hanno distrutto i raccolti di mais e fagioli nel cosiddetto Corridoio Secco che attraversa Guatemala, El Salvador, Honduras e Nicaragua, lasciando i contadini poveri a lottare per sfamare le loro famiglie”.
Più a sud, il Cile centrale si trova nel bel mezzo di quella che gli scienziati hanno definito una “Mega Siccità”, un periodo ininterrotto di anni aridi a partire dal 2010. In metà del paese è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Gli agricoltori stanno fallendo.
Secondo Felipe Machado, direttore dell’Istituto di Resilienza del Cile “stiamo parlando di un processo di desertificazione, piuttosto che di un temporaneo problema di siccità o di assenza di pioggia”. (Fonte: Il Cile dichiara l’emergenza agricola per l’estrema siccità che colpisce Santiago e dintorni, Santiago Times, 26 agosto 2019)
In realtà, il termine “desertificazione” indica uno stadio avanzato del cambiamento climatico radicale e costituisce la prova convincente che il riscaldamento globale va al di là di ogni aspettativa dei leader mondiali. Altrimenti, avrebbero già messo in atto un Piano Marshall generale per combatterlo. Invece non succede nulla.
In Brasile, “una serie temporale di dati ha mostrato che dal 2011 al 2019, con l’esclusione della zona meridionale, le regioni brasiliane sono state esposte agli eventi di siccità più gravi e intensi degli ultimi 60 anni”. (Fonte: Ana Paula M.S. Cunha, et al., Extreme Drought Events Over Brazil from 2011 to 2019, Atmosphere, 24 ottobre 2019).
Purtroppo la foresta amazzonica è anche vittima della peggiore siccità degli ultimi 60 anni in Brasile, che di per sé dovrebbe essere abbastanza allarmante da indurre i principali leader mondiali a convocare una sessione d’emergenza dell’ONU. E invece no, il campanello d’allarme tace. È possibile che tutti i leader del mondo siano così poco illuminati da ignorare la trasformazione della foresta pluviale amazzonica da “dissipatore di carbonio” a “emettitore di carbonio”, come le loro centrali a carbone, ma senza altrettanta fuliggine?
Secondo la NASA, il ciclo di siccità del Medio Oriente dal 1998 al 2012 è stato il più grave degli ultimi 900 anni. Ben Cook del Goddard Institute for Space Studies della NASA scrive che la siccità continua “in alcune parti del Medio Oriente”. Nel frattempo, l’intero Medio Oriente e le regioni del Mediterraneo meridionale si stanno prosciugando più velocemente di qualsiasi altra parte del mondo, un motivo in più che spinge i rifugiati ambientali a cercare altrove un sostentamento.
Inoltre, secondo l’Agenzia Stampa “The New Humanitarian” (giugno 2019), una grave siccità in Africa “lascia 45 milioni di persone in difficoltà in 14 paesi, colpiti dagli effetti combinati di anni di siccità”.
Un rapporto della CNN World del 14 dicembre 2019 dice che le Cascate Vittoria, un tempo possenti, dove l’acqua scrosciava sul precipizio al confine tra Zimbabwe e Zambia, sono quasi asciutte. Una siccità pluriennale ha ridotto le imponenti cascate a poco più di un debole rivolo. Questo è particolarmente scoraggiante e rappresentativo delle massicce ondate di siccità che colpiscono duramente, molto duramente le regioni dell’Africa. Una delle grandi cascate del mondo che si sta prosciugando è un dato più eloquente che mai.
In gran parte dell’Asia la siccità sta diventando la norma piuttosto che l’eccezione. Solo quest’anno, secondo i dati dell’Asia Development Bank di Manila, la siccità è stata grave in Laos, Filippine, Tailandia e Vietnam, mentre Cambogia, Indonesia, Malesia e Myanmar hanno registrato una siccità moderata. (China Daily News, 12 agosto 2019)
Il fiume Mekong, conosciuto in Cina come Lancang (detto anche il Danubio dell’Est) che attraversa cinque delle nazioni del sud – est asiatico ed è lungo 2.703 miglia, ha visto il suo livello scendere drasticamente. Nel nord-est della Thailandia, il fiume è al livello più basso degli ultimi cento anni. Secondo gli scienziati cinesi, le sorgenti glaciali che alimentano il fiume Lancang sono diminuite dell’80% a causa del riscaldamento globale.
È sorprendente che l’impatto del riscaldamento globale stia iniziando a farsi sentire solo oggi in modo così visibile e riconoscibile da essere avvertito come una minaccia dal cittadino medio.
Gli scienziati erano consapevoli da decenni del riscaldamento globale, ma oggi esso è inequivocabilmente visibile anno dopo anno e interi paesi e popolazioni vivono la sua implacabile e totale devastazione.
P.S. I governi del mondo prevedono di aumentare l’uso di combustibili fossili del 120% entro il 2030, compresi Stati Uniti, Cina, Russia, Arabia Saudita, India, Canada e Australia.
Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid