Rinchiusi per una vita intera, in un piccolo spazio dove quel niente che capita oggi capiterà domani e dopodomani ancora. Per questo non c’è giorno in cui un ergastolano non pensi alla morte, perché solo la morte lo può liberare dalle catene.
Gli ergastolani non sanno più chi sono, dove sono, né dove vanno, non hanno nessun domani, hanno solo un passato che non passa e corrono con la morte per la morte. Io, purtroppo, sono solo l’eccezione che conferma la regola.
La morte di un “uomo ombra” viene dimenticata presto, ma non dagli altri ergastolani, per questo ho deciso di diffondere questa lettera, di un paio di mesi fa, che ho ricevuto da un altro uomo ombra, Pasquale De Feo, che mi scrive:
“Ho avuto la brutta notizia della scomparsa di Mario Trudu, era in carcere da oltre quarant’anni, malato e ultimamente gli avevano trovato un tumore.
L’avevo visto qualche mese fa, sembrava che stesse bene… Mi hanno detto che l’avevano portato in ospedale per operarlo, poi ha avuto una battuta d’arresto precipitosa e durante la notte se ne è andato.
Stamane ho chiesto al cappellano di dire la messa per lui, nell’omelia ha raccontato che è andato a trovarlo varie volte, sua sorella aveva casualmente conosciuto la famiglia di Mario.
Un episodio che ha citato mi ha fatto commuovere.
Una dottoressa gli aveva permesso di entrare nella stanza dove era Mario, dopo che l’avevano bardato con il camice, cappellino e involucri ai piedi.
Quando il cappellano ha parlato a Mario l’apparecchiatura collegata al suo cuore e al cervello ha iniziato ad agitarsi, la dottoressa ha detto che l’aveva riconosciuto; era intubato e non poteva parlare.
Mentre gli parlava due rivoli di lacrime gli scendevano dal viso, doveva essere straziante la scena, durante la notte poi ci ha lasciato.
Quando hanno visto la gravità della sua salute gli hanno dato gli arresti domiciliari in ospedale, hanno fatto lo sforzo, cosa gli costava darglieli a casa e farlo morire tra l’affetto dei suoi cari?
La crudeltà del sistema ormai ha raggiunto dei livelli che vengono percepiti come fosse la “normalità”.
Proprio adesso che la Corte Costituzionale aveva reso anticostituzionale l’ergastolo ostativo e poteva iniziare a prendere i permessi o una pena alternativa.
Ho pensato ai tanti piccoli Torquemada che imperversano in Tv, facendo propaganda che a breve saranno aperte le porte del carcere e saremo tutti fuori.
Ormai le menzogne di questi esseri mediocri non hanno confini, invocano giustizia quando invece pretendono vendetta.
Se chiedo la morte per un delitto, non la posso chiamare giustizia, perché l’ergastolo ostativo è una pena di morte, lo dice anche Papa Francesco.
C’è da temere più la malvagità degli “onesti” che gli sbagli di persone ritenute disoneste.
Buon viaggio Mario, se c’è un’altra vita devi andare per forza in paradiso, perché l’inferno te l’hanno già assicurato gli uomini durante la tua esistenza.”