Molte cose sono successe sul fronte delle iniziative per salvaguardare lo spazio del Parco del Campus Bassini, anche se purtroppo non siamo ancora riusciti a convincere le istituzioni che sia necessario salvare quest’area. Questa che inoltro è soltanto l’ultima delle nostre iniziative per arrivare a chi ancora non si è pronunciato e che potrebbe fare la differenza.
LETTERA APERTA
al Sindaco del Comune di Milano, Giuseppe Sala
al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana
al Ministro Paola De Micheli (MIT)
p.c. ai Ministri:
Sergio Costa (MATTM),
Lorenzo Fioramonti (MIUR),
Dario Franceschini (MIBACT)
Signor Sindaco, Signor Presidente, Signori Ministri,
Ci permettiamo di segnalare alla vostra attenzione il caso del progetto di realizzazione di un nuovo edificio destinato al Dipartimento di Chimica (D.C.M.I.C.) e al Dipartimento di Elettronica (D.E.I.B.) del Politecnico di Milano, oggetto di un’Intesa Stato-Regione perfezionata, a seguito di una Conferenza dei Servizi, indetta per decreto del Provveditore Interregionale per le Opere Pubbliche della Lombardia ed Emilia-Romagna dello scorso 20 giugno 2019, con la determinazione n. 17093 del 4.09.2019, adottata dal Presidente della Conferenza di Servizi, con la quale si dichiarava concluso positivamente, sia pure con prescrizioni e raccomandazioni, il procedimento.
La realizzazione della nuova sede del Dipartimento di Chimica del Politecnico di Milano è certamente da considerarsi tra gli impegni cui il Politecnico deve dare risposta in termini di servizio pubblico di formazione e ricerca, tanto più urgente date le condizioni in cui versano attualmente uffici e laboratori di tale Dipartimento.
Il punto è che si è deciso che questo servizio pubblico di formazione e ricerca debba essere costruito distruggendo un altro servizio pubblico altrettanto eccellente, altrettanto urgente, altrettanto benefico per la collettività: un parco con alberi secolari su un suolo mai edificato prima, vere rarità nella nostra città.
Il progetto prevede infatti la costruzione di un nuovo edificio, in un’area di ca. 6000 mq adibita a parco, che rappresenta una significativa risorsa non solo storica e paesaggistica – tanto che su di esso pende dinanzi al MIBACT una richiesta di vincolo – ma anche sociale, per la cittadinanza e per il quartiere, oltre a possedere un elevato valore ecologico e ambientale. Il parco del Campus Bassini è, in quanto tale, un servizio pubblico assai raro in quella parte di città, sia per la mole e il valore botanico e decorativo delle specie vegetali che ospita (57 alberi di cui 20 con circonferenza del tronco superiore ai 100 cm e 9 con circonferenza del tronco superiore ai 200 cm) sia per la natura del suolo mai edificato, secondo quanto dimostrano le mappe storiche della città (indietro fino al Catasto Teresiano del 1722). Si tratta, dunque, di un servizio pubblico di elevatissimo pregio paesaggistico e ambientale e assolutamente necessario per contrastare la crisi climatica e ambientale in atto (equivalenti di CO2 sequestrati, effetti sulla gestione delle acque meteoriche urbane, attenuazione della bolla di calore) di cui ogni cittadino – e, a maggior ragione chi si trovi a rivestire una carica pubblica – deve oramai farsi carico. Non di meno una istituzione di cultura come l’università chiamata non solo a dare il miglior esempio, ma anche a insegnarlo incoraggiando i più giovani a nuovi paradigmi.
Il nostro è, di fatto, un invito al buon senso: ha senso mettere in competizione due servizi pubblici entrambi assolutamente necessari? Ha senso distruggerne uno (il parco) per realizzarlo altrove (ma come e quando?) piuttosto che realizzare altrove quello (il Dipartimento) la cui costruzione deve ancora avviarsi? Quale razionalità induce due enti pubblici di riconosciuta eccellenza (il Politecnico e il Comune di Milano) a dar luogo a una simile, assurda competizione? Quale logica ha fatto sì che lo Stato e la Regione Lombardia abbiano potuto avallare una simile operazione senza valutarne tutti i costi, sociali, ecologici e ambientali?
In effetti, a fronte del sacrificio del parco (alberi e suolo), il progetto indica quale compensazione ambientale e paesaggistica la restituzione a verde dello spazio, quale risulterebbe dalla demolizione degli edifici della Sezione di Ingegneria Nucleare (CeSNEF) ‐ edificio 19 ‐ e dei relativi locali tecnici (edifici19.a, 19.b) adiacenti all’area del progetto.
Sennonché, per la demolizione di questi edifici si dovrà seguire una procedura di “decommissioning”, data la presenza in quell’area dei residui di un reattore nucleare sperimentale solo parzialmente smantellato e del contenitore in calcestruzzo e acciaio, la cui radioattività è agli atti, ed è ovvio che l’incertezza della procedura e del tempo necessario per il decommissioning finirà per riflettersi inevitabilmente sulle promesse compensazioni, che – quand’anche in astratto accettabili – non potrebbero esserlo in concreto proprio perché legate a tempistiche al momento non determinabili.
L’esito positivo della suddetta Intesa risulta, in questo quadro, del tutto incomprensibile, dal momento che il parco – l’ultimo brandello di suolo vergine rimasto in un’area così densamente edificata come quella di “Città Studi” – verrebbe immediatamente sacrificato senza che all’impatto devastante dell’operazione corrisponda alcuna effettiva misura di adeguata compensazione – in aperta contraddizione con gli accordi internazionali sui quali si sta impegnando l’Italia (come l’attuazione dell’agenda ONU 2030), i Regolamenti vigenti e con i principi di riduzione del consumo di suolo espressi sia dal Piano di Governo del Territorio del Comune sia dalla Legge Regionale della Lombardia n. 31 del 28 novembre 2014 – e senza che siano state adeguatamente vagliate tutte le alternative possibili nella stessa “Città studi”, dove esiste un rilevante patrimonio immobiliare pubblico sostanzialmente dismesso, che attende solo di essere riqualificato, dove una sana e ragionevole mediazione politica suggerirebbe di adeguare subito un edificio del campus della Statale anticipando di qualche anno i tempi comunque prossimi del trasferimento della Statale nelle ex-aree EXPO, ora MIND.
Siamo convinti che l’Intesa Stato-Regione possa facilitare la realizzazione virtuosa di un servizio utile alla collettività e che, insieme, possa anche accelerare la procedura di decomissioning, da troppo tempo promessa, ma in nessun modo possiamo accettare che il Politecnico persegua i suoi scopi a spese dell’ambiente, del suolo, della salute dei cittadini.
I gruppi di cittadini – residenti, studenti, docenti dello stesso Politecnico –, che hanno saputo del progetto solo quando era già troppo tardi per esercitare il proprio diritto di accesso alle informazioni e alla partecipazione in materia di impatto ambientale (Dir.2003/35/UE recepita da D.Lgs. 152/06), ovvero con l’apertura del cantiere per l’abbattimento degli alberi, si sono subito mobilitati e aspettano oggi una risposta ragionevole, che sappia cioè rispondere alle diverse esigenze, nel rispetto degli interessi e dei diritti di tutti.
Nel ringraziarVi per l’attenzione che vorrete dare a questo nostro messaggio, l’occasione ci è gradita per inviarVi i nostri saluti, fiduciosi nella Vostra azione ancor più che in una Vostra risposta.
I docenti del Politecnico di Milano
Giovanni Agosta, Adriana Angelotti, Anna Anzani, Arianna Azzellino, Valeria Bacchelli, Luca Bascetta, Giovanni Baule, Marco Belan, Amedeo Bellini, Giancarlo Bernasconi, Paolo Biagioni, Giuseppe Boatti, Paolo Bolzern, Stefano Bregni, Raffaella Brumana, Maria Agostina Cabiddu, Enrico Gianluca Caiani, Maria Rita Canina, Roberto Canziani, Alberta Cazzani, Annamaria Cividini, Marco Colombetti, Grazia Concilio, Giovanni Consolati, Giancarlo Consonni, Monica Conti, Antonella Contin, Fiammetta Carla Enrica Costa, Anna Delera, Alessandro Dama, Roberto De Paolis, Fabio Dercole, Ilenia Epifani, Carlotta Fontana, Piero Fraternali, Paolo Gasparoli, Filippo Gazzola, Maria Cristina Gibelli, Giancarlo Gioda, Elena Granata, Mario Grosso, Federico Giampiero Lastaria, Marco Lucchini, Clelia Marchionna, Lorenzo Mari, Achille Pattavina, Roberto Perini, Gianfranco Pertot, Carlo Piccardi, Paolo Pileri, Silvia Luisa Pizzocaro, Luigi Quartapelle, Lucia Rigamonti, Alessandro Rogora, Simona Salicone, Umberto Sanfilippo, Roberto Sebastiano, Elena Sezenna, Giovanna Sona, Donatella Sterpi, Cristina Tedeschi, Fausto Testa, Maurizio Verri, Antonello Vicenzo
Sottoscritta da
Movimenti e Associazioni Ambientaliste
Dr. Geol. Gianni Del Pero, Presidente Delegato WWF Lombardia
Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia
Fridays For Future Milano
Tempo Zero Cambiamenti Climatici
Comitati di Cittadini
Comitato Salviamo Città Studi
Comitato Che ne sarà di Città Studi
Comitato La Goccia
Comitato NO Asfalto
Comitato Salviamo Benedetto Marcello
Associazioni di studenti
Resilient G.A.P. – Glocal Action Project
Studenti Indipendenti
E sottoscritto da
Carlo Monguzzi, consigliere comunale Comune di Milano
Elena Grandi, co-portavoce della federazione dei Verdi
Mariolina De Luca, co-portavoce dei Verdi di Milano
Alessandro Brambilla Pisoni, portavoce cittadino per Milano in Comune
Patrizia Bedori, portavoce M5S consiglio comunale Comune di Milano