Comunicato stampa della Universal Basic Income Europe (UBIE)
Oggi, giovedì 10 aprile 2014, politici donna e organizzazioni europee, operanti nell’ambito della salute, della povertà, della democrazia, dell’istruzione e dell’ambiente, discuteranno degli eventuali vantaggi del reddito minimo universale presso il Comitato economico e sociale europeo. La conferenza sarà solo una formalità che darà il via ai lavori della rete di Unconditional Basic Income Europe (UBIE), formatasi lo scorso anno in occasione dell’iniziativa europea “Reddito minimo universale”, organizzata dalla collaborazione di cittadini donna di venticinque Paesi.
La conferenza “Unconditional Basic Income: Emancipating European Welfare” coinvolge attiviste, politici donna, organizzazioni e donne comuni, al fine di dimostrare i vantaggi eventuali di questa idea. Nell’ultimo anno, come non mai, ci sono state tante notizie sul reddito minimo universale e più di 300.000 persone in Europa hanno sostenuto la causa dell’iniziativa di queste donne.
Dopo un anno, il numero dei Paesi interessati all’iniziativa è salito da tredici a venticinque. “Negli ultimi due mesi di vita, l’iniziativa si è aggiudicata nuovi iscritti: il numero delle adesioni è raddoppiato” afferma il suo organizzatore, Klaus Sambor. La conferenza celebrerà questo successo raggiunto dalle organizzatrici con resoconti provenienti da più Paesi che vi partecipano, mentre dovrà occuparsi dei nuovi sviluppi della campagna sul reddito di sussistenza.
Inoltre saranno introdotte presentazioni, che in realtà nascondono la lotta alla povertà, di Guy Standing su un progetto pilota in India, di Philippe van Parijs sulla sua proposta di “Eurodividende”e di Ronald Blaschke sul potenziale del reddito minimo di sussistenza. Altri come Sian Jones di organizzazioni europee contro la povertà e Plamen Dimitrov, presidente della confederazione di sindacati indipendenti in Bulgaria, parleranno degli effetti positivi del reddito minimo universale sulla salute, l’ambiente, la democrazia e la solidarietà sociale.
Il moderatore della conferenza sarà Karl Widerquist, presidente di Basic Income Earth Network ed editore di BINews. “Con l’iniziativa del reddito di sussistenza,” scrive Widerquist, ”si inizia a capire che non esiste libertà senza la libertà dalla povertà e senza l’accesso incondizionato all’assistenza di base.
Il reddito minimo universale è un’erogazione monetaria, ad intervallo di tempo regolare, rivolta a tutti, indipendentemente dalla dichiarazione accertante la povertà o dall’attività lavorativa effettuata, al fine di consentire una vita minima dignitosa. L’interesse pubblico che tale argomento ha riscontrato, in seguito alla disoccupazione di massa dovuta al progresso tecnico e in vista di tagli drastici e di situazioni delicate nei sistemi di Stato nazionale, ha riportato in primo piano la sicurezza sociale in tutta Europa, poiché questi cambiamenti hanno ridotto in povertà estrema un numero crescente di adulti e bambini. Dopo le recenti relazioni del 2012 dei comitati europei sulla previdenza sociale, in soli sei anni, quasi il 25% della popolazione è fortemente minacciato dall’esclusione sociale e dalla povertà e questi numeri rischiano di aumentare ulteriormente nei prossimi anni.
Oggi, ma già da tempo, il reddito minimo universale non è più utopia. A tal proposito, Barb Jacobson, presidente di UBIE, sostiene: “I salvataggi delle banche hanno dimostrato che il denaro sufficiente è disponibile, se c’è la volontà politica, e tuttavia sono i poveri a trascinare il fardello della povertà causata dalla crisi finanziaria di cui non sono in alcun modo responsabili!”. Diverse forme di reddito di sussistenza esistevano in America, Canada e Inghilterra negli anni ’70, già prima che la crisi fosse avvertita e in Brasile si mira a questo scopo con “Bolsa Familia”. Anche in Sudafrica, dopo uno studio pilota in Namibia nel 2009, sono stati finanziati redditi di sussistenza.
In tempi in cui l’Europa e in particolar modo l’Eurozona necessitano di più integrazione politica, fiscale e sociale per poter sopravvivere, l’introduzione di un ampio reddito europeo di sussistenza sarebbe l’elemento chiave per garantire in futuro l’intesa politica. Nel frattempo un numero crescente di economiste e politici donna sostiene che un’unione monetaria senza norme unitarie per la sicurezza sociale e condizioni di lavoro, ha poco senso.
Conferenza
Unconditional Basic Income:
Emancipating European Welfare
Giovedì 10 aprile 2014 (9:30-17:30)
Comitato economic e sociale euroepo
Van Maerlant Gebäude 99 rue Belliard, 1040 Brüssel (Stanza VM3, 2° piano)
Il reddito minimo emancipatore universale è definito secondo 4 criteri: è rivolto a tutti i suoi membri, su base individuale, senza limitazioni e mira alla sussistenza.
Traduzione dal tedesco di Valentina Palmisano