Così, come recita il titolo di questo articolo, si presenta su Youtube e Instagram ai suoi potenziali spettatori il progetto VOCIDISTRADA. I due amici che hanno iniziato questa avventura si sono posti due obiettivi: rompere la barriera che questo “sistema digitalizzato” ha creato nella relazioni umane, andando direttamente nelle strade a porre domande alle persone e creare una breccia in un’altra barriera, quella tra creazione della conoscenza e dell’informazione e la gente stessa, esclusa come soggetto vivo nella produzione diretta della opinione e dell’informazione, se non mediata da agenzie, da “influencer” e “opinionisti” addestrati o soggetti alla monetizzazione o alla “visibilità” attraverso argomenti “di tendenza”. L’atto più importante quindi è quello di rendere protagonista della realtà la persona in strada, mentre la  pubblicazione su piattaforme ha lo scopo di catapultare gli intervistati direttamente nel “visibile” attuale.

La molla che ha fatto scattare il progetto è stata la voglia dei due amici di ritornare in contatto con le persone dopo i vari lockdown e le limitazioni da “green pass” del periodo pandemico. Il  primo tema urgente che sentivano che volevano conoscere era proprio il vissuto reale su quanto accaduto in quegli anni tra il ‘20 e il ‘22 (il primo episodio della serie VOCIDISTRADA, che si realizza con episodi tematici di 10 minuti circa l’uno, fu realizzato a fine febbraio del 2023).

Dopodiché il grosso del lavoro dei nostri, a parte le questioni tecniche e di montaggio e delle difficoltà nell’inserirsi nel tortuoso e trappoloso ingranaggio della diffusione social, è stato quello di sviluppare un tipo di pensiero e di intuito che li portasse davanti alla gente spogliati di tutta la retorica e dalle “gabbie mentali”, le etichette e gli slogan ormai logori di questi ultimi decenni, che forse proprio la pandemia ha messo a nudo con una certa impietosità.

Di fronte al “vuoto pneumatico” del pensiero  e della pratica politica, sociale e culturale, nonché artistica, di questi tempi (almeno di quella visibile e non soffocata o annichilita dalla fagocitante civiltà digitale), di fronte ad una certa tendenza alla “delega mentale” in cui può prosperare quella che chiamano “intelligenza artificiale”, la delega al virtuale della capacità di pensare e di “agire il mondo” attuale…. Di fronte a tutto ciò, il modo degli intervistatori di porsi alla gente e ai temi proposti si attua in modo diretto, con domande che vanno al sodo della questione, e accompagnando le stesse a chiarirsi e a chiarire il loro pensiero e il loro vissuto rispetto al tema, senza pregiudiziali di sorta, senza utilizzare “protocolli” e slogan pre-confezionati.

Questo è almeno il tentativo, ma sicuramente ciò che può risaltare e il tratto di vicinanza tra intervistato e intervistatore, che non sono due entità separate, ma partecipano insieme in quel contatto, in quel tema, in quella discussione, in quel fugace incontro. Sono incontri brevi, e il montaggio successivo, che dona scorrevolezza al filmato, riduce un po’ la finestra in cui il contatto si sviluppa, dando un po’ più spazio ad una visione di insieme, come un collage di istantanee, di attimi e di pensieri che cercano di restituire a chi vedrà poi il video una senzazione, più che una opinione o un “risultato”. La sensazione che la realtà vissuta sia molto diversa da quella “rappresentata” attualmente e noi vogliamo farlo risaltare e dare più importanza alla prima.

Quindi, Vocidistrada vuole essere un mezzo che punta a fare esprimere e condividere quella parte più autentica e vera delle persone.

E noi, Fulvio e Sandro, che cerchiamo di allargare la redazione, il gruppo che nel prossimo futuro ideerà, realizzerà e diffonderà i prossimi episodi, cercheremo ancor di più di penetrare la realtà che “scorre” tra la gente,  che poi è comprendere meglio “la nostra realtà”, quella di tutti.