Nella Regione più alluvionata e tra le più cementificate d’Italia, si continua a costruire accanto ai corsi d’acqua. La natura insegna ma l’uomo (in particolare i politici) non imparano mai.
Sulle sponde del Rio Centonara, vicino Ozzano dell’Emilia (Bo) sta infatti per sorgere un quartiere con 225 appartamenti. Un progetto vecchio che nasce nel 2011 e poi inserito nei Piani Urbanistici Attuativi, ora arrivato alla tappa finale del proprio iter. Una lottizzazione che si è infilata agevolmente tra le ampie maglie della legge regionale LR 24/2017 che di fatto non ha mai fermato il consumo di suolo e che ancora continua a dare i suoi frutti.
L’area di proprietà della società immobiliare di Banca di Bologna ha una superficie “utile” di 17.000 circa metri quadrati, sarà destinata a residenziale e in parte a uffici e negozi. Le opere pubbliche in contropartita sono un parco, una strada di collegamento e una circonvallazione. Insomma, si compensa il cemento con altro cemento.
“Visto il cambiamento climatico e gli eventi alluvionali accaduti nel 2023/2024 si deve rivedere lo studio idrologico e idraulico del Rio Centonara datato luglio 2019. -commentano i consiglieri di opposizione Monia Vason e Gerardo Tranchitella, gruppo consiliare di siAmo Ozzano-. La risposta “non è mai successo niente” pensiamo non sia accettabile, fino al 2023 si diceva che eventi alluvionali di quella portata accadevano ogni 100 anni, invece dopo pochi mesi ecco ripetersi il dramma. Ormai è difficile, se non impossibile, affermare che un corso d’acqua non esondi o che un argine non si rompa”.
E’ stata organizzata anche una raccolta di firme contro la lottizzazione che ha raccolto 350 firme. In alternativa si chiede di favorire la riqualificazione di aree ormai degradate. “Il consumo di suolo deve fermarsi, si è già costruito troppo -ribadisce Nadia d’Arco attivista e residente ad Ozzano- qui ci siamo già allagati e ogni volta rischiamo. Come si può pensare di mettere nuovo cemento, impedendo quindi alla terra di assorbire? Il complesso di 225 appartamenti non avrebbe nemmeno i servizi sufficienti, già ora non ci sono luoghi di socializzazione adeguati per gli attuali residenti”.
Per quanto riguarda la circonvallazione promessa, i consiglieri Vason e Tranchitella sottolineano che “le ultime opere di viabilità che abbiamo visto nascere sul territorio sono state fallimentari e pensiamo che il comune non sia in grado di controllare opere così complesse, ne abbiamo avuto prova più volte”.
Intanto la sottosegretaria alla Regione Emilia-Romagna Manuela Rontini, nel Consiglio dei comuni della Bassa Romagna, dedicato alla gestione del rischio idrogeologico, il 26 marzo 2025, (minuto 1.58.53) ha sottolineato che “una delle prime cose che la nuova giunta regionale ha fatto, una volta insediata, è stata quella di togliere la norma introdotta dopo il maggio 2023 che impediva ogni intervento urbanistico nelle zone allagate, abbiamo quindi stralciato la salvaguardia urbanistica, consegnando di nuovo ai comuni la decisione di dove urbanizzare e dove no, ovviamente nell’ambito della legge regionale urbanistica 24/17”.
Legge definita dagli ambientalisti colabrodo, per l’ampia possibilità di cementificare che consente.
In pratica ogni comune farà come vuole e potrà continuare a costruire e ampliare aziende sulle sponde dei fiumi. Il vaso di Pandora del cemento si è riaperto.