Dall’11 settembre 2001, già quasi un quarto di secolo, un gruppo di genovesi testimonia il proprio impegno a debellare la guerra radunandosi in centro città, sui gradini del Palazzo Ducale, ogni mercoledì pomeriggio per un’ora, dalle 18 alle 19, senza gridare slogan.
Alla 1192 esima manifestazione silenziosa si sono aggregate le persone e le associazioni locali che hanno risposto all’appello della confederazione sindacale CGIL e di LA VIA MAESTRA, l’alleanza formata da oltre 100 organizzazioni, movimenti e attori impegnati nella difesa dell’integrità della Costituzione italiana, che in questi giorni sollecitano gli italiani a protestare all’insegna del motto “Fermiamo Israele, non rimaniamo in silenzio. A Gaza e Cisgiordania muore l’umanità”.
Dopo domenica 29 marzo a Milano e a Firenze, nella giornata del 2 aprile sono state svolte iniziativa a Roma, Torino, Cuneo, Venezia, Napoli e a Genova, dove al consueto raduno settimanale del gruppo praticante l’ORA IN SILENZIO CONTRO LA GUERRA partecipava anche la delegazione ligure della rete SANITARI PER GAZA.
L’appuntamento infatti era dedicato alla memoria della genovese Paola Manduca, improvvisamente mancata in questi giorni, che era un membro attivo della rete di assistenza medica alla popolazione di Gaza e della RUP e presidente del NWEG. Una collaboratrice dell’ISDE che aveva svolto ricerche sugli effetti tossici dei detriti delle munizioni delle armi da guerra sulla popolazione irachena e applicava gli stessi metodi di indagine scientifica per rilevare gli effetti delle operazioni militari israeliane sugli abitanti di Gaza dal 2009, recentemente Paola Manduca era impegnata nella campagna “La Via Lattea – Milk Way” per la raccolta e l’invio a Gaza di latte per neonati, in particolare nati prematuri, e cibo per bambini denutriti.
Il gruppo di praticanti l’ORA IN SILENZIO CONTRO LA GUERRA ricorda:
«Il primo incontro con Paola è avvenuto nel secolo scorso, quando preparavamo la contestazione alla fiera delle Biotecnologie, TeBio, dopo il successo delle lotte che avevano posto fine almeno temporaneamente alla Mostra Navale Bellica. Paola partecipava come attivista, non sapevamo nemmeno che fosse una ricercatrice di livello internazionale. Quella mobilitazione fu la prova generale della contestazione al vertice del G8 del 2001, che tuttavia era di là da venire.
Paola partecipava anche alle nostre ore, soprattutto quando dedicavamo l’attenzione a quelli che sarebbero diventati gli albori dell’attuale genocidio in corso in tutta la Palestina, anche se a volte le visioni erano divergenti. Ma Paola guardava oltre. Era una persona con un carattere particolare, che univa un’apparenza polemica alla capacità a di mettersi nei panni di chi soffre. Questo che l’ha portata a dedicare gli ultimi anni della sua vita allo studio degli effetti dalle armi continuamente sperimentate dalle forze armate sioniste sui Palestinesi, con particolare riguardo alle donne, alle e ai bambini. Fino a fondare un collettivo che si chiama proprio osservatorio sulle nuove armi e successivamente la Rete Nazionale dei Sanitari per Gaza.
Dopo il 7 ottobre Paola decise di partecipare a tutte le manifestazioni contro il genocidio, anche organizzate da realtà fra cui non c’era molta affinità. E da tutte e tutti riconosciuta. Nel momento in cui la scienza pare soprattutto orientata nella ricerca di dispositivi e interventi sempre più funzionali alla disumanizzazione e alla distruttività Paola Manduca ci offre l’esempio di come invece essa possa essere messa a disposizione del risanamento dei disastri che da quelle armi vengono prodotti. E di questo non possiamo che esserle grati».
- ORA IN SILENZIO CONTRO LA GUERRA
- ISDE – INTERNATIONAL SOCIETY OF DOCTORS FOR ENVIRONMENT
- NWEG – NEW WEAPONS RESEARCH GROUP
- RUP – RETE RICERCA E UNIVERSITÀ PER LA PALESTINA
- RETE NAZIONALE DEI SANITARI PER GAZA
- LA VIA MAESTRA, INSIEME PER LA COSTITUZIONE
- CGIL – LE PIAZZE ITALIANE MOBILITATE 2 APRILE 2025