L’attacco all’azione umanitaria in Libia è un punto di non ritorno che richiederebbe un immediato passo indietro dagli accordi Italia-Libia. Cade la maschera delle politiche migratorie con cui Italia e Unione Europea da anni strumentalizzano la presenza umanitaria in Libia per giustificare e continuare a finanziare le politiche di respingimento.
Oggi che la Libia mette al bando l’UNHCR e nove ONG internazionali, che posizione prenderanno l’Italia e i governi europei per proteggere lo spazio umanitario? Faranno finta di niente pur di portare avanti l’operazione di contenimento delle persone migranti sull’altra riva del Mediterraneo, anche al costo di farsi ricattare a discapito del rispetto dei diritti fondamentali delle persone in fuga, come nel recente scandalo Almasri?
Lo afferma Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch.