Migliaia di persone hanno riempito le strade di Ancona in una manifestazione di solidarietà al popolo palestinese molto partecipata nel pomeriggio di domenica 13 Aprile.

Partendo dal quartiere popolare e multiculturale del Piano, hanno raggiunto il centro della città tra cori, canti di resistenza in varie lingue ed interventi.

Alla manifestazione, oltre alle realtà politiche e alle associazioni del territorio, hanno partecipato numerose comunità di cittadini immigrati, tra cui quelle di Tunisia, Marocco, Bangladesh, Albania e Macedonia.

Gli organizzatori, riuniti nel “Coordinamento Marche per la Palestina”, hanno coinvolto anche le comunità islamiche di Ancona, Osimo, Jesi, Fabriano, Pesaro e Urbino, Fano e Senigallia.

Alla manifestazione hanno partecipato anche i collettivi studenteschi Metropolis e Gulliver di Ancona; nei loro interventi al microfono la richiesta di una presa di posizione da parte delle scuole e delle università nella condanna degli atti criminali compiuti da Israele.

In particolare gli studenti medi hanno rivendicato la necessità di una scuola che, al di là della retorica, educhi alla partecipazione attiva e allo spirito critico, strumenti indispensabili per riconoscere e saper identificare quanto sta accadendo a Gaza e non solo.

Gli universitari hanno chiesto lo stop immediato agli accordi accademici e culturali con le università israeliane.

Il clima che si respirava era di forte e autentica partecipazione emotiva da parte dei manifestanti, idealmente collegati al popolo palestinese ed in particolare alla sofferenza atroce degli abitanti di Gaza, vittime di politiche definite “genocidarie” e “imperialiste”.

Negli sguardi, nei volti e negli slogan diretti e pieni di rabbia, si percepiva l’identificazione senza troppe mediazioni nella causa degli oppressi, che in ogni parte del pianeta, compresi i quartieri delle nostre città, subiscono sistematicamente a diversi livelli lo stesso destino: le ingiustizie e le violenze di un sistema neocoloniale.

L’intero quartiere del Piano sembrava respirare lo stesso coinvolgimento.

Diverse persone affacciate dalle finestre delle case manifestavano sostegno, alcune mostrando anche la bandiera e i simboli della causa palestinese.

Arrivati nel centro della città, il corteo si è fermato in piazza della Repubblica, sotto la sede della Rai, definita “complice di un sistema di informazione completamente appiattito sulla propaganda sionista dello Stato israeliano”.

In Piazza Roma, fine del percorso, si sono susseguiti gli interventi dal palco: studenti, ragazzi e ragazze palestinesi e attivisti di tutte le età, compreso un bambino di 9 anni, che dal microfono ha invocato la speranza di un mondo in cui i bambini “possano giocare liberi senza bombe, senza guerre e senza violenza”.