L’antropologo Gregory Bateson aveva una visione olistica, riteneva le cose interconnesse tra loro, con un rapporto che le unisce; effettivamente siamo tutti collegati come un unico organismo interconnesso.
Il suo libro “Verso un’ecologia della mente” è una raccolta di saggi e conferenze messe insieme nell’arco di circa 35 anni, si può dire che raccolga tutto il suo pensiero.
Le sue opere furono in qualche modo il frutto di particolari legami, scambi intellettuali ed affettivi interpersonali, con Margaret Mead che fu la prima moglie, con il gruppo dei cibernetici, con la Scuola di Palo Alto, con la figlia Mary Catherine e con molti altri che gli furono vicini.
Cosa intende per ecologia della mente?
Egli paragona la mente, con tutti i suoi processi, ad un bosco dove tutto interagisce e ciò che non lo fa decade.
Tutto deve essere sempre considerato nel suo insieme.
È noto per essere stato uno dei fondatori della Cibernetica e l’ispiratore della Scuola di Palo Alto.
Perché vi parlo ancora di Bateson? Perché è stato un grande in tutto anche nel comprendere certi meccanismi dei comportamenti umani che possiamo applicare anche alle guerre e alla corsa agli armamenti: anche lì siamo tutti collegati.
Durante i suoi studi antropologici in Nuova Guinea, erano gli anni ’30 del ‘900, descrive una modalità comportamentale di competizione che definisce “schismogenesi simmetrica”, essa è una sorta di circolo vizioso che se non interrotto porta a situazioni distruttive.
La schismogenesi simmetrica è proprio quella messa in atto in questo momento storico, Bateson per farci comprendere di cosa si tratta ci fa l’esempio della corsa agli armamenti, soprattutto nucleari, delle grandi Potenze USA e URSS durante la guerra fredda.
Ognuna delle due per mostrare all’altra di essere più forte non faceva che incrementare il suo bagaglio di armamenti in un vicendevole accumulo esponenziale.
Studiando gli Itmul, popolazione della Nuova Guinea, di cui analizza un particolare rituale detto Naven come ilo titolo del suo libro, comprende il meccanismo della schismogenesi.
Non scendo in particolari sui rituali di questa popolazione, ma desidero focalizzare sulla schismogenesi simmetrica che ancora si manifesta con forza vitale incredibile nella nostra epoca.
Cosa ci può dire ciò?
Ci sto pensando da molto tempo e sono giunta a ritenere che l’evoluzione della civiltà dovrebbe passare per il superamento dei comportamenti infruttuosi e degli errori del passato, invece no, siamo ancora qui a contare i morti delle guerre e impotenti difronte ad una nuova corsa agli armamenti.
La pace non si fa con le armi, con le armi si fanno solo i soldi a discapito di chi non riesce a fare ad esempio una ecografia in tempo per scoprire la propria malattia e poterla curare.
In Italia esistono tante eccellenze nella sanità, ma troppe sono le persone che non riescono a curarsi.
L’Italia ripudia la guerra, cita la nostra Carta Costituzionale, come mai nessuno lavora non solo a parole per fermare questa barbarie?
Domanda retorica di una nonviolenta delusa ma che non si arrende.
In questi giorni mi chiedo con una forza quasi ossessiva come mai solo Gandhi sia riuscito ad ottenere un risultato straordinario scacciando gli Inglesi dall’India.
Può apparire come una domanda semplicistica, in realtà è una provocazione per spronarci ad uscire da un atteggiamento arrendevole e per guardare oltre e collaborare tutti affinché la schismogenesi si interrompa.
Null’altro come l’educazione sentimentale da mettere in atto concretamente a partire dalla più tenera età è in grado di contrastare la violenza del mondo: l’amore per tutto ciò che è degno di amore come l’arte, la buona musica, la filosofia… tutte pratiche dell’uomo civilizzato che ha imparato a dialogare per risolvere gli inevitabili conflitti.