Sarà pur vero che i pacifisti israeliani sono un fenomeno minoritario, denigrati dal mainstream come traditori, puniti con la detenzione nel caso dei refuseniks, coloro che si rifiutano di prestare servizio militare, come più volte abbiamo raccontato. E però non mollano. E anche quando tutto sembra ancor più atrocemente sprofondare in quell’abisso di violenza che, giorno dopo giorno, possiamo solo contemplare da lontano, eccoli di nuovo in pista, e con iniziative sempre più ambiziose. Come questa, che è pervenuta in redazione qualche giorno fa: un Comunicato Stampa che per le date dell’8 e 9 maggio annuncia un grande People’s Peace Summit  in vari luoghi di Gerusalemme. Un vero e proprio Vertice di Pace che investirà l’intera città e che ha già ricevuto l’adesione di 60 organizzazioni israeliane, tutte espressione della società civile e tutte “unitariamente impegnate da tempo per porre fine al conflitto attraverso un accordo politico che metta fine all’apartheid e garantisca i diritti di entrambi i popoli all’autodeterminazione e a un futuro di credibile sicurezza.”

Brevissimo il titolo che si limita a dire: It’s time, È ora. Con un sottotitolo che non potrebbe essere più impellente: Unisciti a noi: per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, dobbiamo far sentire la nostra voce e agire! Per significare l’urgenza di mettere fine al massacro, uscire dalla vendetta e dall’infinita guerra, garantire un accordo sugli ostaggi che sia anche liberazione dei troppi detenuti ‘amministrativi’, perseguire una risoluzione diplomatica a lungo termine e insomma arrivare a una soluzione una volta per tutte giusta e duratura, per entrambi i fronti.

Il People’s Peace Summit sarà il terzo e più importante episodio lungo quel percorso inaugurato con l’Arena di Pace del 1° luglio scorsoprosegue il comunicato “dove oltre 6.000 persone hanno riempito lo stadio di Menora a Tel Aviv per dimostrare la forza e anche l’ampiezza e la capacità di coinvolgimento di questo nostro campo di pace. A quel primo partecipatissimo evento, ha fatto seguito nel dicembre 2024 The People’s Peace Journey, una spedizione di sei giorni attraverso diverse comunità ebraiche e palestinesi: un’esperienza che ha permesso a tanti che non erano mai usciti da Israele di verificare con i loro occhi le problematiche sul terreno. (…) Sulla scia di questo slancio, il People’s Peace Summit sarà un convegno ancor più grande e ambizioso: migliaia di persone di ogni estrazione sociale avranno modo di confrontarsi a Gerusalemme per immaginare e promuovere un futuro di pace, grazie alla collaborazione delle 60 organizzazioni che hanno aderito e che metteranno in comune competenze, energie e risorse, con l’obiettivo di formulare proposte concrete, in una dimensione realmente trasformativa.”

Ed ecco il programma di massima del People’s Peace Summit:

Giovedì 8 maggio diversi luoghi e organizzazioni di Gerusalemme ospiteranno eventi culturali e musicali, oltre a dibattiti, seminari, discussioni e altro ancora.

Venerdì 9 maggio il vertice si sposterà all’International Convention Center per la plenaria tra le varie delegazioni, oltre che per dare voce alle narrazioni dai vari abissi del conflitto, per una collettiva presa di coscienza quanto mai necessaria, perché il sogno di pace e sicurezza possa diventare realtà.

“Questo storico incontro dimostrerà che la pace non solo è essenziale, ma realizzabile” conclude il comunicato, “se solo riusciamo a capire che nonostante il dolore e la devastazione, possiamo tutti insieme concentrare le nostre migliori energie su un obiettivo di radicale cambiamento dello status quo. Questo People’s Peace Summit non sarà solo un’occasione d’incontro e confronto, ma un momento catalizzatore di attivismo, in grado di trasformare l’ispirazione in azione mobilitando i partecipanti a unirsi alle organizzazioni già impegnate sul terreno, all’interno del più ampio movimento di pace israeliano. (…) Soprattutto in questo momento, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Il movimento pacifista israeliano è più grande, più ampio e più diversificato di quanto si pensi. Insieme riusciremo a creare una piattaforma altrettanto grande, ampia e diversificata del pubblico che rappresenta.”

Le organizzazioni che hanno aderito alla data di oggi:

The New Israel Fund and Shatil, Zazim Community Action; Women Wage Peace; Mehazkim; Standing Together; The Parents Circle Families Forum; Search for Common Ground; InterAct; Forum of Israeli Peace NGOs; A Land for All – Two States One Homeland; The Alliance for Middle East Peace (ALLMEP); The Peace Partnership; Mizrahi Civic Collective; Peace Now; Abraham Initiatives; Rabbis for Human Rights; Breaking the Silence; Mothers Against Violence; Itach-Maaki – Women Lawyers for Social Justice; Combatants for Peace; The Forum for Regional Thinking; J Street Israel; Other Voice; Policy Working Group; Social Workers for Peace and Social WelfareL; Challenge; Forum 1325 for Political Agreement; Ir Amim; Anti-Occupation Bloc Haifa; Elham – The Day After; Negev Coexistence Forum for Civil Equality; Your Neighbor as Yourself; All Its Citizens; Emek Shaveh; Culture of Solidarity; Mothers’ Cry; Parents Against Child Detention; Voices of Solidarity; Israelis and Palestinians for Peace; Jordan Valley Activists; Machsom Watch; PsychoActive; Torat Tzedek; Yesh Gvul; East of Peace; Qadaya; Woodstock for Peace; The Faithful Left; Sipur Hikaya; Kedma, Kahanism, Racism and Homophobia – Not In Our Schools; Isha l’Isha Haifa Feminist Center; Masad – The Social Democratic Camp; Talmim – Young Adults in the Reform Movement; Sulha Peace Project

… e altre che si stanno aggiungendo .

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