Migranti invisibili: I dati rivelano che le politiche migratorie più restrittive hanno spinto le persone in fuga lungo la Rotta Balcanica verso tragitti più pericolosi. 

Sebbene i rapporti ufficiali suggeriscano un calo di quasi l’80% degli arrivi in Europa attraverso la Rotta Balcanica, i dati raccolti dall’International Rescue Committee (IRC) e da Diaconia Valdese (DV) a Trieste indicano una diminuzione molto più contenuta. Anziché ridurre i flussi migratori, le politiche più restrittive e i controlli alle frontiere sembrano spingere le persone su rotte più pericolose, portandole a “scomparire” dai radar. I migranti sono costretti a muoversi più velocemente, a nascondersi, a percorrere tragitti notturni più rischiosi e a pagare somme sempre più elevate ai trafficanti per raggiungere l’Europa.

  • Secondo Frontex, nel 2024 gli arrivi dalla Rotta Balcanica sono diminuiti del 78% rispetto al 2023.
  • Il governo italiano ha dichiarato una riduzione del 48% degli arrivi al confine italo-sloveno nel 2024, attribuendola alla reintroduzione dei controlli di frontiera.
  • Tuttavia, i dati raccolti da IRC e DV mostrano un calo di appena il 16%, e quindi una riduzione ben inferiore rispetto a quella riportata dalle fonti ufficiali.

Nonostante questa lieve diminuzione, nel 2024 la situazione umanitaria a Trieste rimane invariata. Lo scorso anno, le quasi 14.000 persone arrivate a Trieste, tra cui minori non accompagnati, famiglie e donne sole, sono state aiutate e supportate esclusivamente da organizzazioni non governative e volontari.

Con un sistema di accoglienza in sovraccarico  e tempi di attesa fino a 30 giorni per accedere all’ufficio immigrazione, molte persone sono state costrette a dormire in edifici abbandonati nei pressi della stazione ferroviaria e del vecchio porto, esposte a freddo, fame e violenza. I team di IRC hanno documentato gravi rischi per i gruppi più vulnerabili, tra cui i minori stranieri non accompagnati che hanno dormito all’aperto per giorni. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla rimozione di servizi essenziali come i bagni pubblici e i rifugi di emergenza notturni.

Alessandro Papes, Area Manager IRC a Trieste, dichiara: “Nonostante la narrazione prevalente secondo cui l’Italia avrebbe bloccato l’ingresso delle persone in arrivo in Europa dalla Rotta Balcanica, i dati di IRC e la nostra esperienza quotidiana  rivelano una realtà completamente diversa: un aumento dei rischi e di misure disperate adottate dalle persone per cercare sicurezza e un futuro migliore.”

“Ogni notte, a Trieste, decine di persone restano senza riparo, lottando per sopravvivere a temperature gelide. Incontriamo quotidianamente minori non accompagnati—molti sono malati, esausti e a rischio di diventare vittime di violenza. Alcuni presentano ferite dovute a viaggi lunghi e pericolosi, altri sono così malnutriti da non riuscire a reggersi in piedi. Eppure, invece di essere protetti, vengono lasciati a dormire per strada, senza accesso ai beni di prima necessità.”

“La mancanza di accesso tempestivo all’asilo e a strutture sicure costringe le persone ad esporsi a pericoli enormi. L’Italia deve garantire il diritto legale di richiedere asilo sul proprio territorio e ampliare le vie di ingresso sicure, affinché nessuno sia costretto a rischiare la vita per cercare protezione. Una volta arrivati in Italia, le persone non dovrebbero essere lasciate nel limbo per settimane, dipendendo esclusivamente dalle associazioni locali per cibo, riparo e sicurezza. Senza un’azione urgente da parte delle autorità e finanziamenti adeguati, le sofferenza di queste persone continuerà a peggiorare, lasciando migliaia di loro in condizioni disperate. Inoltre, questa situazione avrà anche conseguenze più ampie: degrado urbano, maggiori tensioni sociali ed un crescente senso di insicurezza percepita.”

Un rapporto completo di IRC sull’emergenza umanitaria in corso a Trieste, con dati dettagliati, è disponibile qui.

 

Ufficio stampa IRC – International Rescue Committee