Situazione umanitaria a Gaza
Gli ospedali a Gaza si stanno trasformando in parcheggio per malati e feriti.
“Aumenta il numero degli arrivi di feriti e nello stesso tempo mancano medicine e strumentazione sanitaria. Una carenza che costringe i chirurghi a interventi senza anestesia.
La mancanza di corrente elettrica e carburanti sta mettendo in gravi condizioni le scorte di plasma e la stessa raccolta delle donazioni di sangue”, ha dichiarato il dott. Mohammed Zaggout.
Il direttore sanitario di Gaza ha denunciato anche che “l’esercito israeliano ha usato nei suoi attacchi contro i campi di sfollati bombe incendiarie che causano dolori e sofferenze maggiori alle vittime e sono fuori dalle capacità di cura a Gaza.
L’esercito ha vietato il trasferimento dei malati negli ospedali egiziani e giordani”.
Cisgiordania
La politica del governo colonialista di Netanyahu per l’annessione della Cisgiordania segue due vie parallele:
1) attacco militare contro le città e villaggi, con distruzioni di case e infrastrutture urbane per cancellare la presenza della popolazione palestinese deportandola con la forza;
2) confisca delle terre agricole e allargamento delle colonie ebraiche.
Nel 2024 sono state costruite 51 nuove colonie e sono stati presentati all’approvazione del governo 268 progetti di nuovi insediamenti ebraici nelle terre del futuro stato palestinese.
Le città e villaggi palestinesi sono stati assediati da 900 nuovi posti di blocco, per tagliare ogni collegamento tra di loro e annichilire l’economia separando i villaggi dalle terre agricole.
Gerusalemme est occupata
Il governo israeliano ha approvato la costruzione del tunnel di Gerusalemme est che separerà definitivamente le strade che utilizzeranno i palestinesi da quelle che sono al servizio dei soli colonizzatori.
Il piano stradale fa parte del progetto urbanistico E1 che prevede la confisca di 12 mila donum di terre palestinesi per l’allargamento della colonia di Ma’ale Adumim, separando completamente il nord e il sud della Cisgiordania e tagliando la strada alla soluzione dei due Stati. Apartheid urbanistico.
Libano
Gli Stati Uniti hanno approvato la politica aggressiva di Tel Aviv contro il Libano ed hanno chiesto al governo libanese di disarmare Hezbollah.
Mentre il governo israeliano distribuisce 230 mila mitra ai coloni in Cisgiordania, la Casa Bianca pretende che il Libano si arrenda alla prepotenza israeliana, che mira in realtà a colonizzare il sud Libano.
La richiesta di disarmare Hezbollah significa aprire la strada alla guerra civile.
Il segretario Naim ha ribadito che Israele deve ritirarsi dal Libano, che il partito è impegnato nel rispetto del cessate il fuoco e chiede al governo ed all’esercito di portare a termine il loro compito di difesa del territorio nazionale.
Yemen
Gli Houthi hanno annunciato di aver preso di mira unità della marina militare USA nel mar Rosso. “Uomini rana su piccole imbarcazioni hanno attaccato le navi da distanze ravvicinate e sono tornati alla base”, dice il comunicato.
Il fatto non è stato confermato da Centcom.
Caccia statunitensi hanno colpito la capitale Sanaa e hanno causato – secondo il comunicato del governo yemenita – l’uccisione di una persona e il ferimento di altre 12.
Un missile balistico yemenita è stato lanciato contro il territorio israeliano ma il sistema di difesa missilistico USA lo ha abbattuto sul mar Rosso.
Corte Penale Internazionale
In una sfida alla legalità internazionale, Netanyahu farà visita mercoledì in Ungheria.
Una visita a Budapest che durerà 5 giorni e durante la quale si incontrerà con Orban.
L’Ungheria aveva annunciato che non avrebbe applicato il mandato di arresto internazionale della Corte penale internazionale dell’Aja.
Ricordiamo che il 21 novembre 2024, il tribunale dell’Aja ha emesso due mandati di arresto contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Galant, con l’accusa di aver commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra contro i civili palestinesi di Gaza.
Israele
Il governo israeliano ha organizzato una conferenza per combattere la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), raccogliendo l’adesione delle figure più odiose dell’antisemitismo e dei negazionisti dell’olocausto.
Alla conferenza, che si è tenuta presso l’International Conference Center di Gerusalemme, hanno partecipato Jordan Bardella, capo del partito di estrema destra Unione Nazionale in Francia, Herman Tertsch, membro del Parlamento europeo del partito di destra Vox in Spagna, i “democratici svedesi” legati ai neonazisti, il partito ungherese Fidesz, il presidente della repubblica serba della Bosnia-Erzegovina, Milorad Dodik (ricercato dall’Interpol) e l’ex presidente conservatore del Paraguay, Horacio Cartes.
Recentemente il ministro Sa’ar, durante un incontro con i capi delle comunità ebraiche e i rappresentanti delle organizzazioni filo-israeliane, tenuto in Belgio, aveva annunciato ufficialmente la politica di riavvicinamento tra Tel Aviv e i partiti di estrema destra del continente europeo.
Turchia
Non si placano le proteste dell’opposizione in Turchia per l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, principale rivale politico di Erdogan.
Anche sabato sera, alla vigilia della celebrazione dell’Eid al-Fitr, la festa musulmana che segna la fine del Ramadan, una folla oceanica è scesa in piazza a Maltepe, sulla sponda asiatica della metropoli sul Bosforo, per ribadire il suo no all’arresto di Imamoglu, – che ha scatenato le più imponenti proteste antigovernative in Turchia dai tempi di Gezi Park – e a difesa della democrazia.
Venerdì è stato arrestato il giornalista svedese Joakim Medin, che si trovava in Turchia per coprire le proteste nazionali seguite all’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu.
L’accusa assurda è: “appartenenza a un’organizzazione terroristica armata” e “insulto al presidente”.