Genocidio a Gaza

La strage dell’Iftar. Durante la cena pubblica collettiva per la rottura del digiuno, un gruppo di giovani giornalisti aveva tentato di fare delle riprese aeree con un drone rudimentale dotato di una videocamera. Sono stati bombardati dall’esercito israeliano. Netanyahu ha ripreso la guerra guerreggiata contro la popolazione di Gaza. 12 persone uccise ieri, 15 marzo, tra i quali 4 giornalisti e operatori dell’associazione di beneficenza che aveva organizzato la cena.

Prima di questa strage il rapporto giornaliero del ministero della sanità riferiva di 19 corpi accompagnati negli ospedali, 12 estratti da sotto le macerie e 7 uccisi nella mattinata di ieri.

Stamattina, i carri armati israeliani hanno bombardato ad est di Khan Younis e sul corridoio Salahuddine, al confine con l’Egitto. Non si conosce ancora il numero delle vittime.

80 pozzi comunali di acqua a Rafah sono fermi a causa della mancanza di carburante. La popolazione è a rischio di morire di sete e di contrarre malattie per la mancanza di igiene. Anche la centrale per la dissalazione delle acque nel centro della Striscia è ferma per lo stesso motivo. Dal primo marzo, a conclusione della prima fase del cessate il fuoco, Netanyahu ha ordinato il blocco totale di Gaza e l’interruzione delle forniture elettriche. Una punizione collettiva che rende la vita un inferno a due milioni di palestinesi, per salvare la propria poltrona.

Cisgiordania: è pulizia etnica e deportazione

Offensiva generale con al centro l’obiettivo di radere al suolo i campi profughi di Jenin e Tulkarem. Decine di case sono state demolite con i bulldozer o la dinamite, altre sono state incendiate. Le demolizioni hanno interessato anche una moschea. Una devastazione che vuole cancellare la vita nei luoghi della resistenza contro l’occupazione. Una punizione collettiva che ha superato tutti i divieti delle norme internazionali. Un gruppo di soldati ha sparato contro un’ambulanza che stava trasportando un ferito in ospedale. I soccorritori sono stati costretti a trasportare il ferito in barella a piedi per oltre 3 km, tra le macerie.

A Jenin, l’esercito israeliano impedisce agli studenti di arrivare alle loro scuole. Dal 21 gennaio, le 4 scuole del campo profughi sono praticamente irraggiungibili a causa delle operazioni militari.

Trattative

“Le trattative sono fallite”. Lo ha affermato un esponente di Hamas residente all’estero in un’intervista tv. Il divario tra le due parti, Netanyahu e Hamas, è ampio e i mediatori arabi e statunitensi non sono riusciti a colmarlo con proposte credibili. Il premier israeliano vuole riportare i soldati in ostaggio a casa e poi riprendere la guerra di sterminio. I capi del movimento chiedono la fine dell’aggressione ed una tregua di lunga durata.

G7

Nella dichiarazione finale del G7 Esteri di Charlevoix di due giorni fa, sparisce il riferimento a una soluzione a due Stati, menzionata in una precedente bozza rilanciata anche dai media internazionali.

I membri del G7 “hanno sottolineato l’imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese, raggiunto attraverso una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e promuova una pace, una stabilità e una prosperità globali in Medio Oriente”.

I membri del G7 “hanno affermato la loro disponibilità a collaborare con i partner arabi sulle loro proposte per tracciare una via da seguire per la ricostruzione di Gaza e costruire una pace duratura tra israeliani e palestinesi”. È un tradimento della linea finora approvata dai paesi dell’Ue, per seguire invece la linea israeliana. Da Ramallah, il portavoce della presidenza ha ricordato ai paesi del G7 il loro impegno passato per la soluzione dei due stati, unica via per una pace con dignità.

Intanto in Yemen

È iniziata l’avventura di Trump con la guerra in Yemen. Intensi i bombardamenti ieri su Sanaa e sono ripresi stamattina su Taez. Il ministro della sanità yemenita ha scritto sui social, che“l’aggressione statunitense ha colpito zone civili e ci sono tuttora decine di persone ferite e uccise intrappolate sotto le macerie. Secondo fonti governative degli Houthi, il 45% del sistema sanitario è stato messo fuori servizio. Gli Stati Uniti hanno imparato i crimini di guerra dagli israeliani. L’attacco di ieri ha visto 40 raids che hanno causato 31 uccisi e 101 feriti, secondo la stampa yemenita.