Chiediamo alla governatrice di Auserd, Jira BelaHi Bar, il punto sulla situazione sanitaria nella wilaya di Auserd, quali sono le criticità maggiori e quali le richieste che fate alla cooperazione internazionale 

“La situazione nel campo è una situazione precaria, i cui bisogni esistono indipendentemente dal fatto che abbiamo una struttura sanitaria che lavora con un piano sanitario diretto per la popolazione, ma è una popolazione il cui paniere alimentare di base è debole. 

Pertanto, la questione della salute è estremamente importante in ogni momento e sotto tutti gli aspetti: salute in termini di nutrizione e consumo di acqua, nonché salute fisica e mentale.  È necessaria un’assistenza permanente, un coordinamento su tutti gli aspetti e un’organizzazione tecnica e medica che consenta al personale sanitario di lavorare per la prevenzione, la vaccinazione, il trattamento o l’assistenza d’emergenza.

Questo è ciò che accade nella situazione quotidiana di una collettività e questa risposta può essere data dal personale solo quando dispone di tutte le risorse che gli permettono di svolgere il proprio ruolo, cioè di rispondere a questo bisogno che è costituito da farmaci, strumenti di primo soccorso, disponibilità di ambulanze, etc… “

 

Ministro della salute, Salek Baba Hasana, quale è la situazione generale sanitaria riferita a tutto l’insieme dei campi profughi saharawi ed a questa fase storica? 

“Grazie mille per questa occasione.

Mi limito a dirvi che la situazione del popolo saharawi è una situazione che si protrae da più di 50 anni; ovviamente la priorità non è chiedere aiuti umanitari, ma che le Nazioni Unite e la comunità internazionale applichino il diritto internazionale e lo applichino affinché il nostro popolo possa esprimersi liberamente, in modo trasparente e legittimo sul proprio futuro. 

Questo non è stato possibile a causa della mancanza di volontà della comunità internazionale e anche a causa dell’intransigenza e della violazione del diritto internazionale da parte del regime di occupazione marocchino.

Nel frattempo, la soluzione politica non è arrivata, dobbiamo assistere la nostra gente qui nei diversi settori affinché possa avere una vita dignitosa e soprattutto nell’aspetto sanitario dove abbiamo ovviamente difficoltà, ci sono problemi, anche a causa di un’infrastruttura fragile. Grazie agli aiuti internazionali garantiamo i servizi minimi per la nostra popolazione, ma indipendentemente da questo, i bisogni superano di gran lunga le reali possibilità che esistono a livello di cooperazione internazionale: solo il 30% è coperto. Abbiamo un’infrastruttura vecchia che necessita di manutenzione e aggiornamento, sia per quanto concerne le attrezzature mediche, anch’esse limitate e di seconda mano, che richiedono riparazioni, manutenzione ed un loro rinnovamento.

Lo stesso vale per le risorse umane: uno dei problemi più gravi che abbiamo è la mancanza di medici e di persone specializzate. Infine, abbiamo anche una flotta di trasporto medico ridotta e precaria, il che significa che ci sono problemi che superano di gran lunga le possibilità esistenti in termini di cooperazione internazionale e dobbiamo continuare a fare affidamento sui nostri amici nella solidarietà internazionale e di alcuni Paesi come l’Algeria, che normalmente ci aiutano in questo senso, sia in termini numerici di medici e di personale, sia in termini di materiale e persone che possono aiutarci”. 

 

Nadia Conti, Presidente di Città Visibili Aps, la vostra associazione è impegnata dal 2016 a dare supporto al popolo saharawi, a partire dal progetto di sostegni a distanza. “Semi di naso rosso”. Quale è il vostro contributo sull’aspetto sanitario.

“Fin dall’inizio, dal momento della fondazione della associazione nei campi, il nostro impegno è stato quello di supportare il governo e la popolazione saharawi anche per quanto concerne l’aspetto sanitario, con fornitura di medicinali, con l’organizzazione di medici italiani a prestare il loro servizio nei periodi delle nostre missioni, con il supporto al progetto diabete coordinato dal Federico Mazzinghi, con donazioni all’ospedale ed ai centri e iniziative per disabili.

L’anno scorso con una delegazione di medici dentisti e di assistenti, abbiamo curato 333 bambini, donne e uomini saharawi. In quel momento abbiamo recepito la richiesta da parte del governo e delle strutture sanitarie per organizzare e supportare materialmente ed economicamente un servizio di assistenza odontoiatrica che durasse tutto l’anno, a partire dal sostegno del personale medico saharawi e la fornitura del materiale.  E’ così che è nato il progetto S.O.S., Solidarietà Odontoiatrica Saharawi, inaugurato il primo marzo 2025 alla presenza del direttore di Stomatologia del ministero Saharawi  El Wali Brahim Gali, della governatrice Jira BelaHi Bar,  del direttore dell’ospedale di Auserd David Abdeid Iselmu. 

Nel ringraziare le Istituzioni, i volontari delle associazioni partners, i medici e le assistenti alla poltrona che hanno collaborato alla realizzazione del progetto, desidero soffermarmi su uno degli obiettivi primari, ovvero garantire a tutti i cittadini di Auserd l’accesso pubblico e gratuito alle cure dentarie. Questo si è reso possibile grazie all’aiuto e al sostegno del Direttore sanitario di Auserd e delle autorità del Fronte del Polisario e sono ampiamente sicura che la nostra progettualità da sperimentale sarà entro il 2025 una realtà consolidata, fruita ed apprezzata dalla comunità. Già nel periodo della nostra permanenza si sono presentati alle cure odontoiatriche più di 200 pazienti, accolti dai medici e dalle assistenti italiani e saharawi. Un risultato che riporteremo in Italia, informandone dei risultati sia l’Aiccre federazione regionale toscana, sia i singoli donatori che hanno contribuito al sostegno economico per i costi del personale, della strumentazione, dei materiali necessari e quindi alla sua realizzazione. Queste azioni hanno lo scopo di essere continuative e formative, pertanto, auspico che da questa esperienza possa costituirsi una collaborazione importante e mirata, rivolta anche ad altre specializzazioni mediche per sollevare la popolazione saharawi dalle problematiche sanitarie, dalla necessità di cura in loco e al diritto alla salute che sembra a questo popolo negato, quanto il legittimo diritto all’autodeterminazione. CittàVisibili che è parte della RETE SAHARAWI Solidarietà Italiana per il Popolo Saharawi non può che continuare il suo impegno collaborando con gli altri soggetti partner APA, Legambiente – Circolo Amici del Lago, Ponti di Solidarietà e ogni altro soggetto privato, Ente Locale o associativo che possa attivare nuove risorse e nuove risposte sanitarie”.