La seconda giornata del Convivio “La scuola è politica!”, organizzato da Scuola Sconfinata, ha proseguito il dibattito su scuola, partecipazione e trasformazione personale e sociale all’Istituto IC 69° Barbato Marino Santarosa di Napoli Ponticelli il 29 marzo. L’evento ha offerto uno spazio di confronto su esperienze innovative e progetti di cambiamento per chiunque fosse interessato a contribuire a una scuola viva attraversando i propri confini mentali e scoprendo nuovi modi di intendere e praticare l’educazione.

La giornata è stata caratterizzata da sessioni parallele, suddivise in sette aree tematiche e cinque aree trasversali, una serie di laboratori e una sessione poster ad integrazione delle presentazioni che ha consentito di interscambiare su esperienze specifiche o aspetti di esse.

Nell’AREA PARTECIPAZIONE Quando bambine, bambini, ragazzi e ragazze prendono parola”, facilitata da Sabina Langer, esperienze concrete hanno mostrato come la partecipazione attiva possa trasformare la scuola e il territorio. Tiziana Morgante ha raccontato il Parlamento delle ragazze e dei ragazzi dell’I.C. Piersanti Mattarella di Roma, un esempio di democrazia vissuta in aula in sperimentazione da 3 anni applicando l’approccio della maieutica reciproca di Danilo Dolci, di cui è stata allieva. Carlo Ridolfi (genitore, Padova), ha riflettuto su come creare le condizioni per una vera presa di parola delle nuove generazioni, superando la retorica del “mettere al centro” senza ascoltare davvero. La scuola come motore di cambiamento è stata al centro dell’intervento di Antonella Di Bartolo, dirigente dell’I.C. Sperone-Pertini di Palermo, che ha descritto la scuola come “piazza di quartiere”, luogo di partecipazione e crescita collettiva raccontando l’esperienza del labsperonechildren e più di 50 anni di lotte e rivendicazioni dal basso che non si sono ancora concretizzate in un asilo per il quartiere. A chiudere, Maurizio Murino (sociologo, Spaziopensiero Onlus, Milano) ha raccontato il progetto A Piccoli Patti, in cui bambini e ragazzi ridisegnano la città e la scuola, abbattendo confini tra istituzioni e comunità. I laboratori hanno permesso di esplorare la partecipazione giovanile (Global District, con Pietro Varriale e Roberta Fiore, WeWorld) e la costruzione di comunità educanti (Educhiamoci tra pari, con Simona Michelazzi e Francesca Tonelli, Zero5).

Accompagnati da Annabella Coiro (referente percorsi educativi e formazione – Rete  EDUMANA), le relatrici e i relatori dell’AREA RELAZIONI NONVIOLENTE hanno interscambiato inizialmente sul ruolo degli adulti nella costruzione di comunità scolastiche democratiche, eque e nonviolente per tutte e tutti, soprattutto le persone giovani. Dario Spagnuolo (dirigente scolastico IC Roberto Bracco, Napoli) ha sottolineato che la pace inizia dagli educatori, mentre Michele Lucivero (docente, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università) ha affrontato il tema del conflitto come opportunità di crescita e la necessità di educare alla pace non solo disarmando gli Stati, ma anche le relazioni e il linguaggio. Olimpia Barba (docente – Liceo Nobel Torre del Greco) si è interrogata sull’anima della scuola e Antonella Musella (psicologa, psicoterapeuta, esperta in clinica dell’adolescenza) ha parlato delle sfide dell’adolescenza tra confini e libertà.

Nel dialogo successivo, Annabella Coiro ha proposto l’Ubuntu, che nelle lingue nguni-bantu significa “umanità verso gli altri”, come via per trasformare la scuola da luogo di competizione, intriso di individualismo e prevaricazione, a spazio di comunità, in cui ciascuna e ciascuno di noi esiste in relazione alle altre persone. A rafforzare questa visione, l’intervento di Fernando Battista (Ph.D. Università di RomaTre, docente ITT Livia Bottardi) e Anita Monti (dirigente scolastica IC Evan Gorga – Broccostella- FR) su “Sconfinamenti”, un progetto che usa arti e danzamovimentoterapia per superare pregiudizi e favorire il dialogo interculturale. Attraverso il linguaggio del corpo, studenti e studentesse si confrontano con persone migranti, costruendo ponti di comprensione e superando stereotipi. “Il confine non è una barriera, ma una terra di nessuno che andiamo a creolizzare”, ha spiegato Battista, evidenziando come l’arte possa essere un potente strumento pedagogico.

L’AREA SALUTOGENESI, facilitata da Nicola Iannaccone (nonno, psicologo e psicoterapeuta), ha esplorato il benessere a scuola come leva educativa, mettendo al centro chi educa. Dal sostegno alla salute mentale delle e dei docenti alla co-progettazione tra insegnanti e psicologi, gli interventi di ricercatrici, pedagogiste, formatrici e educatori dell’Associazione Maestri di Strada ONLUS, che ospita il Convivio, hanno evidenziato la necessità di “curare chi cura”. La narrazione, il gioco e le pratiche autobiografiche sono stati all’unisono riconosciuti come strumenti concreti per costruire una comunità educante più consapevole e resiliente.

Nell’AREA CITTADINANZA DIGITALE, coordinata da Nazario Zambaldi, si è discusso del digitale tra libertà e controllo, con interventi su temi come fake news (Monica Lazzaretto), il progetto FUSS per la democrazia digitale a scuola (Paolo Dongilli) e l’importanza delle piattaforme digitali come strumenti educativi e civici.

Nell’AREA DIDATTICA ATTIVA, facilitata da Maestri di strada, docenti ed esperte/i hanno esplorato nuove modalità di apprendimento, tra arte, narrazione e cittadinanza attiva. Annamaria Improta e il suo team dell’IC Don Bosco Melloni di Portici hanno presentato il Modello Educreando© Binazionale, mentre Maria La Bianca (docente, IC plesso Nicolò Turrisi IC Luigi Capuana, Palermo) ha raccontato come la Marcia per la Pace e la Nonviolenza possa trasformare la scuola in un laboratorio di convivenza nonviolenta. Clelia Bartoli (Università di Palermo) ha approfondito il “Metodo dell’altrimenti”, per ripensare l’insegnamento attraverso esperienze immersive e inclusive.

Nell’AREA SPAZI DI APPRENDIMENTO, i laboratori hanno esplorato tematiche vitali come l’educazione alla pace (Gianmarco Pisa), il contributo delle scuole al benessere dei quartieri (Kitti Baracsi), e l’importanza di spazi educativi all’aperto, come giardini scolastici e cortili, per promuovere la cittadinanza attiva e il diritto al gioco (Raffaella Mulato, Iolanda Contin). I momenti di dialogo favoriti da Micaela Bordin (architetta) e Paola Meardi (architetta e facilitatrice) si

sono concentrati, più in generale, sul rapporto della scuola con il territorio oltre che sul valore dell’educazione all’aperto.

Nell’AREA PATTI EDUCATIVI, coordinata da Cesare Moreno (Maestri di Strada), si è esplorato come scuole e territorio possano collaborare, con interventi su progetti come MySpot for Learning (Danilo Casertano) e FLOWERS (Coop. Adelante), e temi come la scuola aperta e le relazioni educative.

Anche le aree trasversali hanno offerto spunti stimolanti e creativi per ripensare e sconfinare la scuola. Si è parlato di teatro e musica come potenti strumenti educativi per conoscere, conoscersi, costruire significati assieme (AREE TRASVERSALI TEATROEDUCAZIONE e MUSICAEDUCAZIONE, facilitate rispettivamente da Nicola Laieta e da Irvin Luca Vairetti, Maria dell’Aversano, Adriana Verchiani). L’ AREA TRASVERSALE PENSIERO ECOLOGICO ha animato riflessioni sul ruolo della scuola nella rigenerazione urbana e nella costruzione di una cittadinanza attiva, mentre quella su RIFLESSIONI SULLA SCUOLA OGGI ha mappato nuovi scenari educativi, unendo esperti e praticanti in un confronto vitale.

L’AREA TRANSVERSALE QUESTIONI DI GENERE ha affrontato tematiche cruciali per l’educazione contemporanea, andando a toccare la madre di tutte le discriminazioni. Il “Gruppo informale per l’educazione alle differenze” ha esplorato come creare una rete di supporto a Napoli per contrastare le disuguaglianze di genere a scuola, in collaborazione con la “Rete nazionale di Educare alle Differenze”. Giovanna Castiello (Educatrice – Maestri di Strada) ha discusso la relazione tra genere e dispersione scolastica, approfondendo i fattori di rischio che colpiscono in particolare le giovani, mentre Ilenia Picardi (Docente-ricercatrice – Osservatorio di genere sull’università e ricerca, Università di Napoli Federico II) ha analizzato come le differenze di genere influenzano i percorsi scientifici, proponendo soluzioni per promuovere l’equità. Nicola Iannaccone, dal punto di vista della salutogenesi, ha evidenziato l’importanza di una scuola che affronti le questioni di genere attraverso un approccio basato sul benessere e sulla resilienza. Infine, il workshop “Piacere, che libro sei?! ha esplorato come la lettura di testi dinamici, dal leporello al romanzo, dall’albo illustrato alla graphic novel, possa stimolare riflessioni su violenza, stereotipi e identità di genere nelle classi di ogni ordine e grado.

Nella sessione plenaria dell’ultimo giorno di Convivio, sono stati condivisi i risultati delle diverse aree, lasciando molti più interrogativi di quanti ce ne fossero all’inizio ma avendo accumulato una forte energia per restare connessi e di spingere la scuola sempre più oltre i suoi confini!

Per maggiori dettagli: https://www.scuolasconfinata.org/programma-convivio

 

Francesca De Vito