Medici Senza Frontiere (MSF) denuncia con fermezza la decisione di Israele di bloccare l’entrata degli aiuti a Gaza. Gli aiuti umanitari non dovrebbero mai essere usati come uno strumento di guerra, avverte l’organizzazione medico-umanitaria che nella Striscia lavora con quasi 1.000 operatori umanitari.
Indipendentemente dall’andamento dei negoziati tra le parti, la popolazione di Gaza ha ancora bisogno di un immediato e massiccio aumento di forniture umanitarie.
“Israele sta ancora una volta impedendo a un’intera popolazione di ricevere aiuti, usandoli come merce di scambio. È inaccettabile, scandaloso e avrà conseguenze devastanti” afferma Caroline Seguin, responsabile per l’emergenza Gaza di MSF. “La notizia ha creato incertezza e paura, causando un’impennata dei prezzi dei generi alimentari”.
Anche se il numero complessivo di camion entrati a Gaza è aumentato dall’inizio del cessate il fuoco, le restrizioni imposte dalle autorità israeliane sulle forniture essenziali stanno ostacolando la risposta umanitaria. La maggior parte degli aiuti entrati sono cibo e carburante, non sufficienti a soddisfare gli immensi bisogni della popolazione.