Netanyahu ha ripreso l’aggressione sulla popolazione sfollata di Gaza. Vuole salvare la propria poltrona e imporre le sue condizioni nelle trattative. Bombardamenti aerei su tutta la Striscia e in particolare sui campi di sfollati a Khan Younis. Il numero dei corpi arrivati negli ospedali è di 356 uccisi e altri 440 feriti, vittime della furia omicida di Israele. La protezione civile palestinese è in una corsa disperata per trasportarli negli ospedali. Per le strade ci sono ancora molti cadaveri. Negli ospedali manca il sangue per le trasfusioni. Nella notte si sono formate lunghe file di donatori davanti agli ospedali, sia a Gaza città, sia nel sud.
La Casa Bianca sostiene il macellaio di Gaza e sposa la tesi di Tel Aviv: la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha affermato: “Si scatenerà l’inferno. Tutti in Medio Oriente dovrebbero prendere Trump sul serio. Non ha paura di stare al fianco del nostro alleato, Israele”. Trattano con le bombe, per salvare il governo delle destre ed evitare i processi al premier accusato di crimini di guerra all’Aja.
Le truppe statunitensi ed egiziane di stanza al corridoio di Al-Wadi si sono ritirate. Dovevano sorvegliare il ritorno della popolazione da sud verso nord, in seguito all’accordo di tregua del 19 gennaio. La Casa Bianca era stata informata dell’attacco genocidario e il ritiro è il segnale che la guerra di Netanyahu proseguirà anche con la rioccupazione del territorio, annunciando un altro fardello di nuovi sfollamenti della popolazione da nord verso sud, per sfuggire dalla guerra verso altre guerre.