Qualche giorno fa abbiamo dato la notizia della decisione del governo estone di un’ulteriore repressione della lingua russa: una scelta che risiede nella profonda russofobia e nell’odio anti-russo che hanno radici politiche e storiche nella regione. Forse, non è poi tanto sorprendente, considerando che l’attuale Alta Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, l’estone Kaja Kallas, è una delle voci politiche più ostili alla Russia e ai russi, arrivata, solo un mese fa, a esortare a “prepararsi alla guerra” con Mosca, come risposta al conflitto russo-ucraino.
Non bisogna dimenticare che l’Estonia, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, è sempre stata uno Paese a guida fascista. Il fascismo, mascherato da patriottismo, non è solo accettato socialmente, ma è incoraggiato dalla gente e dallo Stato ed è visto come il simbolo anti-russo per eccellenza, se non appunto “anti-sovietico”.
Dopo le elezioni politiche del 2019, il governo estone era composto dal Partito Popolare Conservatore (noto come EKRE) e da Isamaa (Patria): due fazioni dichiaratamente fasciste discendenti del movimento etnonazionalista estone del secolo scorso. La loro convinzione principale è che l’Estonia come nazione debba esistere solo per servire gli estoni bianchi di etnia estone, mentre gli altri devono essere banditi dal Paese. EKRE e Isamaa hanno stretti legami con i fascisti in Lettonia e Lituania e si impegnano in apologia dei crimini nazisti, in retorica anti-immigrati, anti-LGBT, slavofoba, oltre a sostenere l’apartheid culturale della minoranza russofona. Nel 2013, l’EKRE ha firmato un manifesto fascista chiamato “La dichiarazione di Bauska” che chiedeva, tra le altre cose, “il risveglio nazionale degli Stati Baltici”, mettendoli in guardia contro fantasma del presunto “marxismo culturale” (1).
L’etnonazionalismo è il cancro della società estone, presente in praticamente tutti gli aspetti della vita politica e sociale. A partire dalla tenera età, lo Stato mette in moto la macchina della radicalizzazione ed insegna una versione distorta e storicamente imprecisa della storia e delle scienze sociali, rappresentando tutte le idee di sinistra come qualcosa di maligno da cui difendersi. Inoltre, lo spirito del nazionalismo viene spinto da tutti gli angoli possibili poichè “essere eccessivamente orgogliosi del proprio Paese” è un prerequisito per la partecipazione alla società.
L’Estonia, come nazione, è stata costruita sull’idea che l’Unione Sovietica non solo abbia occupato illegalmente l’Estonia, ma che tutti i russofoni siano in qualche modo responsabili di tutti i problemi del popolo estone. Da qui la sistematica russofobia nella società estone. Infatti molti estoni credono che gli estoni nazisti che combatterono con il Terzo Reich lo abbiano fatto per proteggere la “Patria” e, nel complesso, non abbiano fatto nulla di sbagliato. A dimostrazione di questo senso comune, l’Estonia è da ormai più di trent’anni che ospita manifestazioni in cui il fascismo e il nazismo vengono sdoganati.
Dal momento dell’indipendenza dell’Estonia nel 1991, i politici di destra estoni e gli storici nazionalisti si sono impegnati a giustificare il proprio percorso storico, che vedono in costante antagonismo con gli “aggressori russi”.
Durante la solenne cerimonia che ha segnato la fine della seconda guerra mondiale il 9 maggio 2006, il Ministro della Difesa estone J. Ligi si è rivolto con parole di gratitudine agli estoni che combatterono dalla parte della Germania nazista, dichiarando: “La vostra lotta nel 1944 è stata la lotta per la libertà estone”. L’ex primo ministro estone, uno dei leader del partito nazional-radicale Unione Pro Patria e consigliere del presidente georgiano Michael Saakashvili, Mart Laar, ha assicurato che “prima o poi” in Estonia verrà approvata una legge a favore degli estoni che hanno combattuto dalla parte della Germania di Hitler.
Il 6 luglio 2004, a Tallin organizzazioni neonaziste hanno manifestato per il dodicesimo anno consecutivo in ricordo dei collaborazionisti nazisti che combatterono a fianco della Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale, chiedendo addirittura di rivedere la sua storia come guerra “contro il comunismo globale”. Non solo, le autorità estoni hanno demolito il monumento di Lebit Parn, noto antifascista estone, e hanno eretto un monumento all’ufficiale estone delle WAFFEN-SS, Alfons Rebane. Nella città di Piarnu è stato eretto, molti anni fa, un monumento in onore delle SS estoni ed è stato allestito un museo che ha accolto i cimeli dei nazisti.
Allo stesso tempo, nel Paese è stata sdoganata la profanazione dei monumenti ai soldati caduti nella liberazione dell’Estonia dagli eserciti fascisti. Nel maggio 2006, il monumento ai soldati sovietici situato nel centro di Tallinn chiamato “Il soldato di bronzo” (su Tõnismägi) è stato profanato due volte. Invece di condannare questi atti di vandalismo, le autorità estoni hanno espresso sostegno alla sua demolizione. Il capo del governo estone A. Ansip ha definito il monumento “un simbolo dell’occupazione” e ha sostenuto il suo rapido smantellamento (da “ESTONIA. LA TRACCIA SANGUINOSA DEL NAZISMO: 1941-1944”).
L’8 luglio 2006, all’incontro cittadino di Võru dei “combattenti per l’indipendenza” estoni – veterani della 20a divisione volontaria Waffen SS estone e bande dei “fratelli della foresta” – il primo ministro estone A. Ansip si è rivolto ai partecipanti sostenendo che, a suo parere, la loro lotta: “è stata un’impresa che dovrebbe essere molto apprezzata ora e in futuro. Voi dite “abbiamo perso quella battaglia”, ma nel complesso abbiamo comunque vinto quella guerra. Avete vinto, e tutta la gente ha vinto… Non posso essere d’accordo con coloro che considerano la vostra lotta insensata. Come è possibile considerare insensato che la gente abbia adempiuto al proprio dovere verso il proprio popolo e lo stato?”.
Per non parlare della messa al bando del Partito Comunista fin dal 1991, della repressione delle organizzazioni politiche antifasciste, degli incontri/eventi antifascisti, degli antifascisti stessi e degli attivisti per i diritti umani in Estonia, su cui l’Unione Europea continua a stare in silenzio (2). Avere idee di sinistra è un modo sicuro per ricevere minacce di morte ed essere definiti “traditori” o “bot del Cremlino” da praticamente tutti, tranne un gruppo molto piccolo di estoni e una parte considerevole di russi. Non dimentichiamoci che il 15 dicembre 2014, Giulietto Chiesa – grande giornalista italiano di guerra, analista geopolitico e presidente di Pandora TV – venne arrestato a Tallin, in Estonia, poco prima di recarsi a una conferenza pubblica a cui era stato invitato. Chiesa subì uno “stato di fermo” in quanto su di lui pendeva un “decreto di espulsione” entro 48 ore firmato il 13 dicembre 2014. La motivazione dell’arresto consisteva nel fatto che, il noto giornalista, era stato dichiarato dal governo «persona non gradita» per la partecipazione alla conferenza dal titolo “La Russia è il nemico dell’Europa?”. Come scriveva Fabrizio Poggi a riguardo su il manifesto:
“È facile immaginare che l’attività giornalistica di Giulietto Chiesa – attualmente, oltre a vari interventi su blog e testate giornalistiche italiane, su megachip.globalist.it e la sua Pandora TV e anche su siti russi – lo abbia da tempo reso veramente «non grato» ai poteri dei paesi baltici. Da tempo Chiesa, profondo conoscitore delle questioni russe e molto legato alla figura di Mikhail Gorbaciov, si è fatto difensore delle minoranze russofone, praticamente prive di diritti in paesi come Estonia, Lettonia e Lituania. In passato Chiesa era stato candidato dalla minoranza russa in Lettonia a rappresentarla al Parlamento europeo. Il gesto del governo estone, alla faccia della proclamata libertà democratica, manda a dire che ogni voce che oggi metta in dubbio nelle ex Repubbliche sovietiche del Baltico la linea tracciata di marcata adesione ai progetti Nato, di riarmo accelerato e schieramento bellico ai confini con la Russia, non può che ricevere il trattamento di «persona non gradita». Tanto più alla luce anche delle ultime risoluzioni del Congresso Usa sull’Ucraina, cui Chiesa non ha mai cessato di opporre un punto di vista obiettivo, in contrasto con chi si sbraccia per presentare davvero «la Russia nemica dell’Europa».” (3)
L’etnonazionalismo estone mette inoltre al centro l’ossessione per la “sicurezza nazionale”. Il nemico è la “Russia di Putin” e lo Stato richiede il servizio militare a tutti i cittadini di sesso maschile, i quali devono giurare fedeltà e servire l’esercito imperialista della NATO per 9-11 mesi o affrontare un processo. Hanno istituito un servizio alternativo, ma è una farsa punitiva ufficialmente controllata dalle forze armate e raramente concessa. L’esercito è una macchina di indottrinamento in cui viene insegnato chi è “il nemico “e chi è “il tuo amico”, mentre tutte le tue libertà rimanenti vengono tolte.
Una canzoncina militare che i reclute cantano ancora oggi recita:
Mu ema, isa lasti maha. Ja kallim viidi Siberi. Nüüd hulgun mööda soid ja radu. Ja tapan vene tiblasid.
Mia madre, mio padre sono stati uccisi. E il mio amore è stato portato in Siberia.
Ora vagabondò per sentieri e paludi. E uccido i tiblas russi (tibla = insulto etnico per i russi).
Esattamente come in Ucraina, il cui esercito nazionale ha affiliato a sè ex-battaglioni di stampo neonazisti come il Battaglione Azov, in Estonia i fascisti estoni si sono organizzati nella “Kaitseliit” (chiamata anche “Unione di Difesa”), ovvero una milizia fascista paramilitare armata di circa 15.000 membri attivi, sponsorizzata e addestrata dallo Stato. I membri della “Kaitseliit” ricevono fucili automatici dallo Stato che tengono in casa come qualunque riservista (cosa che non è possibile per nessun altro cittadino). I membri di questa organizzazione sono noti fascisti e razzisti, molti dei quali sono ulteriormente organizzati nei “Soldati di Odino”, pattuglie apertamente e orgogliosamente neonaziste per le strade dell’Estonia a caccia di immigrati o di chiunque non gli piaccia.
Un paio di altre organizzazioni degne di menzione:
• Eesti Leegioni Sõprade Klubi – Club degli amici della legione estone – Organizzazione che sostiene i veterani della Legione estone Waffen SS.
• Istituto estone della memoria storica – Gestisce il Museo internazionale per le vittime del comunismo situato a Tallinn, una macchina di propaganda anticomunista che esalta l’etnonazionalismo estone
Questo è solo un minima parte di che cosa è l’etnonazionalismo e il clima di oppressione che prevale oggi in Estonia come anche in altri Paesi Baltici come la Lituania. Nonostante ciò, nella tanto “democratica” Europa, nessuno si indigna e nessun media mainstream ne parla.
Parlare di diritti umani, di libertà politiche e di diritti civili e sociali dovrebbe essere un argomento prioritario, invece spesso si cerca di mascherare. Ancora più spesso si cerca di celare evidenti problematiche qualora queste violazioni sistematiche avvengano in “Paesi amici”, o comunque in Paesi post-sovietici sui cui i media mainstream occidentali hanno costruito una trentennale retorica da dare in pasto alle proprie opinioni pubbliche, facendo credere che dopo il crollo dell’Unione Sovietica in quelle regione siano affiorate “libere democrazie”.
(1) “marxismo culturale” è un dispositivo retorico reazionario con cui gran parte dell’estrema destra e, attualmente, l’alt-right incolpa i filosofi marxisti della Scuola di Francoforte di essere responsabili della diffusione di “valori neoliberali” (identity policy, politically correct) attraverso i moderni movimenti progressisti della New Left fin degli anni Sessanta in sostituzione dei “valori cristiani tradizionalisti”. Non solo si tratta di una mistificazione, ma Adorno, Marcuse, Rosa e Horkeimer sono tutto fuorchè liberali, ma piuttosto fautori della teoria critica e della critica radicale alla società industriale di massa.
(2) Estonia, nuovo fascismo nell’Unione europea. Ma chi ne parla? https://www.marx21.it/archivio/rivista-archivio/estonia-nuovo-fascismo-nellunione-europea-ma-chi-ne-parla/
(3) Giulietto Chiesa arrestato a Tallinn https://ilmanifesto.it/giulietto-chiesa-arrestato-a-tallinn
Ulteriori info:
Estonia: “SS” di tutto il mondo unitevi https://www.altrenotizie.org/articoli/esteri/517-estonia–%22ss%22-di-tutto-il-mondo,-unitevi.html
L’Estonia riabilita i nazisti https://www.altrenotizie.org/articoli/esteri/393-l’estonia-riabilita-i-nazisti.html
Nell’indifferenza dell’Europa, il governo dell’Estonia riabilita il fascismo. Profanazione dei simboli antifascisti in Estonia https://www.resistenze.org/sito/te/po/es/poes7a16-000939.htm
On the August 23 anti-communist initiative of the European Union in Estonia https://www.pcp.pt/en/august-23-anti-communist-initiative-european-union-estonia