Questa mattina il Ministro Valditara si trovava ad Afragola, in provincia di Napoli, per una visita all’istituto comprensivo Europa Unita.
Gli studenti dell’Unione Degli Studenti e dei collettivi dell’istituto Brunelleschi e Dalla Chiesa, chiuso da ieri per la caduta di una parte del tetto, hanno organizzato una contestazione con l’obiettivo di parlare con il ministro che non convoca il FAST, Forum delle Associazioni Studentesche più rappresentative, da più di un anno, quando sarebbe previsto per legge ogni 4 mesi e non si interessa realmente delle problematiche evidenziate dalla componente studentesca tanto sul territorio quanto a livello nazionale.
Grazie alla contestazione gli studenti sono riusciti a parlare con il portavoce del Ministro, Francesco Albertario, che però non ha dato risposte reali agli studenti che protestavano sotto la scuola dove si stava svolgendo la visita di Valditara.
“Oggi ci siamo mobilitati ad Afragola in provincia di Napoli perché le condizioni in cui verte la scuola non sono più accettabili e il Ministro Valditara non incontra le associazioni studentesche da più di un anno – dichiara Anita Maglio, coordinatrice regionale dell’Unione Degli Studenti Campania, appena uscita dall’incontro con il portavoce.” Abbiamo chiesto ad Albertario spiegazioni sulle motivazioni per cui il ministero non convoca il FAST e si presenta nella provincia napoletana senza informarsi sulle condizioni degli studenti sul territorio. Solo ieri nell’istituto Della Chiesa della stessa Afragola è crollato un pezzo del soffitto, rendendo inagibile un intero piano della scuola. Il 17 marzo moriva Emanuele Durante, 20 anni, ucciso da un sistema che non affronta i problemi strutturali, che abbandona gli studenti, una scuola sempre più escludente e che porta solo a stragi; sono già 3 gli studenti uccisi da questo sistema colpevole solo nell’ultimo anno.”
“Tutto ciò è inaccettabile – continua Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti. “Il ministro continua a evitare il confronto con gli studenti e le organizzazioni studentesche che li rappresentano. Anche in questo caso il Ministro non ha voluto confrontarsi direttamente con gli studenti che la scuola la vivono ogni giorno e il suo portavoce non è stato in grado di rispondere nient’altro se non di mandare per l’ennesima volta la richiesta di convocazione di un organo come il FAST, la cui convocazione è obbligatoria per legge almeno una volta ogni 4 mesi da parte del ministero e non sotto richiesta delle organizzazioni.
Il Ministro nello scorso anno ha preso importanti decisioni in termini di istruzione: dall’ultima questione relativa alle linee guida sui programmi didattici, alla modifica dello statuto delle studentesse e degli studenti, la riforma degli ITS, la maturità 2025, la mai realmente pratica “educazione sessuale”, ma per nessuna di queste il ministro Valditara ha voluto avere un confronto con gli studenti di questo Paese. Se il Ministro non vuole lasciarci lo spazio di intervenire sulle questioni che ci riguardano direttamente noi ce lo stiamo prendendo con la partecipazione e con le proteste in tutto il Paese.”
La nostra lotta non finisce qua
“Continueremo ad attivarci fino a quando il ministro non ci ascolterà e ci darà risposte reali – concludono gli studenti in piazza. “Siamo stanchi di false promesse, mentre il ministro muove la scuola in una direzione opposta a quella che chiedono gli studenti noi costruiamo presidi di resistenza in tutte le scuole, presidi che vanno a mettere in discussione un modello autoritario piuttosto che collaborativo nel quale non ci riconosciamo. In questi giorni più scuole in tutto il Paese sono occupate perché si sente la forte necessità di costruire spazi alternativi al modello repressivo proposto dal Ministero e dal governo con il nuovo “ddl sicurezza”. Quest’anno ricorrono gli 80 anni dalla liberazione del Paese dal nazifascismo e abbiamo intenzione di dimostrare al ministro e al governo che il modello di scuola e di società che ci propongono non ci rappresenta e che continueremo a lottare contro l’autoritarismo, contro un sistema scolastico che mette sempre più al centro lo studio della cultura occidentale, colonialista ed imperialista e che giustifica il genocidio in Palestina e le guerre imperialiste in tutto il mondo. Intanto l’Europa investe 800 miliardi nell’industria bellica, ma i fondi per la cultura e per l’istruzione non ci sono mai. Gli studenti davanti a tutto questo non possono più stare in silenzio ed è per questo che nelle prossime settimane ci mobiliteremo contro il ddl sicurezza e contro le spinte repressive del dissenso, verso un 25 aprile di lotta e di resistenza in un Paese che sempre più mina i diritti dei cittadini e di chi dissente.”