Se è vero che in tempi di guerra ci sono anche industrie che prosperano, non sorprende che tra i nuovi miliardari italiani figuri Ugo Gussalli Beretta, che insieme ai figli Pietro e Franco gestisce la più antica fabbrica di armi da fuoco al mondo, con sede a Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia. Con un patrimonio stimato di 2,9 miliardi, il capofamiglia che guida Beretta Holding si pone alla posizione 40 della classifica Forbes, che conta 71 miliardari in Italia.

Secondo un recentissimo rapporto Oxfam, nell’arco dell’ultimo anno, la ricchezza complessiva di questi 71 super ricchi è aumentata di oltre 61 miliardi di euro (pari a circa 166 milioni al giorno). Insieme ai figli di Silvio Berlusconi, che hanno visto crescere i rispettivi patrimoni a seguito della spartizione dell’eredità paterna, Beretta è l’unica new entry lombarda della classifica.

L’attività iniziò con Bartolomeo Beretta, un artigiano che forniva canne di archibugi alla Repubblica di Venezia. Nei secoli successivi, l’azienda si espanse, producendo armi da fuoco per eserciti europei e privati. Durante il XIX e XX secolo, Beretta consolidò la sua reputazione internazionale, innovando nel settore delle pistole semiautomatiche e dei fucili.

La stragrande maggioranza delle attività dell’azienda è concentrata nei mercati della caccia e del tiro sportivo, ma alcuni dei prodotti più famosi sono utilizzati anche in ambito militare.

Secondo gli ultimi dati dell’Istat sull’esportazione all’estero di armi e munizioni dall’Italia del 2023, la provincia di Brescia – dove ha sede Beretta – è seconda a livello nazionale, con un valore annuo di circa 750 mila euro.

Secondo l’Osservatorio sulle armi leggere, la maggior parte delle esportazioni italiane riguarda armi “comuni”, cioè quelle non progettate per esclusivo uso militare. Fucili e pistole semi-automatiche: armi di questo tipo possono essere acquistate facilmente in molti Paesi belligeranti, come Israele.

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