Ripubblichiamo l’intervista di Cesare Manachino (Radio Poderosa) a Simone Zito del Collettivo Rotte Balcaniche
Radio Poderosa: Sono Cesare Manachino e qui con me c’è Simone Zito, professore del liceo Monti di Chieri, che con altri due docenti è stato in Bulgaria per portare aiuto ai migranti in pericolo di vita. Migranti braccati dalla polizia bulgara. Buongiorno Simone.
Simone Zito: Ciao Cesare, grazie dell’invito.
Radio Poderosa: Prima di parlare di quello che è successo il mese scorso, il giorno prima di Natale se non sbaglio, puoi dirci qual è l’attività dell’associazione di cui fai parte? Rotte balcaniche.
Simone Zito: Rotte Balcaniche è un collettivo politico che nasce nell’Alto Vicentino nel 2018. Dal 2020 abbiamo iniziato ad andare sui confini lungo la rotta balcanica, dalla Bosnia alla Serbia. Nel 2022 ci siamo spostati sul confine bulgaro turco perché dai racconti dei migranti che intercettavamo ci sembrava uno dei confini più difficili, più violenti e meno presidiati da associazioni ONG e quindi, cercando di essere utili, abbiamo pensato di spostarci in quei luoghi. Abbiamo iniziato inventando una specie di zaino per poter fare delle docce perché questi ragazzi dormivano in posti abbandonati ed in tende nelle campagne. C’erano problemi di igiene, la scabbia era un problema endemico e quindi siamo partiti così dalla Bosnia. Da sei mesi abbiamo attivato un numero di emergenza in Bulgaria che i migranti possono chiamare quando sono in pericolo di vita.
Radio Poderosa: Stavo pensando che arriva gente in difficoltà, vuole passare sul tuo territorio per andare a salvarsi, non dico di aiutarli, ma lasciali andare mi sembra una cosa veramente inverosimile.
Simone Zito: Però se ricevi se ricevi dei finanziamenti europei per fermare i migranti, come ad esempio la Libia o la Turchia, oppure la richiesta dell’Unione Europea è quella di controllare i confini per avere pieno accesso all’area Schengen, tu magari lo fai. Se poi fermare l’invasione, fermare l’orda, vuol dire che muoiono nei boschi tre ragazzini di 15, 16, 17 anni, accade.
Radio Poderosa: Senti com’è andata in Bulgaria? Appunto, prima di Natale.
Simone Zito: Sapevamo che l’ambiente ormai non è proprio amichevole, cioè che andavamo comunque in un ambiente abbastanza ostile. E purtroppo la polizia, da settembre 2024, ha cambiato approccio. Se prima non reagiva in modo scomposto quando trovavamo dei corpi oppure quando trovavamo delle persone e chiedevamo l’intervento del numero di emergenza, da settembre hanno iniziato a fermarci, a fare arresti Illegali, tenendoci in caserma 24 ore e poi iniziando a pedinare, a chiederci continuamente informazioni, documenti. Le macchine hanno subito vari atti di vandalismo, nel senso hanno distrutto alcuni veicoli. L’ultima volta hanno sequestrato i cellulari e i computer a due ragazze senza rilasciare alcun tipo di documento. Quindi stanno cercando in ogni modo di disincentivare la solidarietà. E questo è il motivo per cui noi non dobbiamo demordere, anzi, dobbiamo lavorare perché altre organizzazioni e altri gruppi possano andare in quel luogo per difendere la vita, il diritto all’infanzia, una serie di diritti che vengono completamente calpestati al confine d’Europa.
Radio Poderosa: Quindi la situazione continua ad essere molto grave e che prospettive ci sono?
Simone Zito: Allora noi collaboriamo con un’associazione bulgara che si chiama Mission Wings che adesso purtroppo è sotto pesante attacco da parte del governo bulgaro e quindi di fatto cercano di toglierci un po’ di ossigeno e di agibilità. Però non ci facciamo spaventare, noi siamo lì tranquilli, sapendo che non stiamo facendo niente di male e quindi ci stiamo organizzando meglio per ridurre i rischi e poter continuare a fare quello che facciamo. Lo facciamo insieme a No Name Kitchen, che è una ONG che anche aiuta i migranti in vari luoghi, in vari confini d’Europa. Stiamo lavorando, come dicevo prima, per fare in modo che altre organizzazioni, altri gruppi possano essere attivi in quel contesto. Col sorriso, andando avanti passo dopo passo, ripeto, sapendo che stiamo dalla parte giusta della storia e che dalle nostre azioni può dipendere poi il futuro di molti migranti. Sono circa 450 le persone che abbiamo aiutato quest’estate e purtroppo sappiamo di nove persone decedute finora di cui cinque minori, decine di persone scomparse. Stiamo collaborando con un gruppo di mamme siriane che hanno iniziato a fare delle attività di protesta davanti all’ambasciata bulgara per chiedere l’intervento del Governo e fare giustizia, fare luce su tutte queste persone scomparse spesso minori e quindi diciamo che le cose si muovono e noi lavoriamo affinché possano continuare a muoversi sempre più velocemente.
Radio Poderosa: Un lavoro prezioso; immagino che dietro di voi non ci siano dei grandi finanziatori miliardari che invece di andare su Marte cercano di aiutare qualcuno. Come si può fare per dare una mano concretamente o con sottoscrizioni?
Simone Zito: Questa cosa che hai detto mi ha fatto ridere perché effettivamente c’è un giornalista bulgaro, probabilmente imbeccato dalla polizia o dai servizi segreti, che ha detto che noi siamo pagati da miliardari per diffondere l’ideologia gender. C’è un gran miscuglio di stupidaggini e quindi mi ha fatto ridere questa cosa. No, dietro di noi ci sono tante persone solidali, amiche, vicine, spesso reti che si costruiscono nei territori che abitiamo. Questo collettivo ha grandi e profonde radici nell’Alto Vicentino di Schio, Thiene, Santorso, Marano. E ci sono tantissime persone che magari si sposano o fanno un figlio e ci finanziano, fanno donazioni, organizzano concerti, organizzano iniziative. Noi siamo tutti ovviamente volontari. Le nostre attività vengono rese possibili dall’intervento di centinaia di donazioni di privati, piccole o grandi, che permettono di pagare la benzina, pagare i veicoli, pagare le distribuzioni di cibo e di medicinali che facciamo lungo il confine. C’è un crowdfunding che si chiama L’antirazzismo si fa spazio perché il mio collettivo è riuscito ad avere in comodato d’uso un grosso edificio per i prossimi venti anni e abbiamo iniziato le opere di ristrutturazione: dopo aver salvato i migranti lungo il confine, ci piacerebbe continuare un percorso insieme a loro di inclusione e anche politico, perché no. Però per fare questo c’è bisogno di uno spazio di una sede dove si possano fare attività, incontrarli, sindacalizzali nel caso in cui ovviamente cerchino lavoro.
Questo sta accadendo a Schio dove abbiamo preso questo edificio che erano gli uffici di un’ex tessitura molto grande.
I lavori, ripeto, sono già iniziati, però alle spese per ristrutturarlo sono importanti e quindi potete trovare su Distribuzioni dal basso questo crowfunding che si chiama l’antirazzismo si fa spazio.
E lì penso che accadranno un sacco di cose interessanti, quindi si può aiutare in questo modo. Si può aiutare in tanti altri anche solo partecipando alle iniziative, diffondendo la voce di quello che accade lungo il confine, lungo la rotta balcanica e venendo con noi, venendo con noi al confine. Cioè i modi sono tanti ed è giusto che ognuno faccia quello che può per come può. Qualcuno diceva a ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni.
Radio Poderosa: Radio Poderosa secondo le proprie piccole onde è la conquista dello spazio che ci piace. È questa qui. Ringrazio il professor Zito e tienici aggiornati.
Simone Zito: Grazie mille Cesare E molto, molto volentieri.