Inaugurata lo scorso 28 gennaio e articolata sino al 31 gennaio in un programma di eventi di straordinaria ampiezza e densità, si tiene all’Avana, Cuba, la VI Conferenza Internazionale Per l’Equilibrio del Mondo, “Con tutti e per il bene di tutti”, il cui tema generale è dedicato al dialogo tra le civiltà e alla cultura della pace, e che rappresenta un forum di pensiero plurale e multidisciplinare, con l’obiettivo, marxista e umanista, fidelista e martiano, di “seminare idee e consapevolezza” attorno alle grandi questioni del presente. 

La conferenza si tiene nella ricorrenza simbolica del 172. anniversario della nascita di José Martí, e nel suo svolgimento il Palazzo dei Congressi dell’Avana ha accolto più di 600 partecipanti di 100 Paesi del mondo e più di 400 partecipanti provenienti da tutte le province di Cuba, i quali hanno animato uno spazio di scambio, riflessione e approfondimento che è, al tempo stesso, uno spaccato straordinario della ricchezza e della vivacità del panorama culturale e intellettuale di Cuba e un luogo di elaborazione e di apprendimento di vastissimo impatto. Non è un caso che a dare inizio ai lavori della Conferenza sia stato un passaggio del celebre discorso di chiusura tenuto da Fidel Castro in occasione della prima edizione della Conferenza Internazionale. 

“Quando aveva appena 18 anni, dopo aver sofferto una crudele prigionia con le catene ai piedi, Martí  affermava: “Dio esiste nell’idea del bene che veglia sulla nascita di ogni essere e lascia una lacrima pura nell’anima che vi è incarnata. Il bene è Dio. La lacrima è la fonte di questo sentimento eterno”. Martí è l’idea di bene che lui ha descritto”, come appunto ricordava il leader storico della Rivoluzione cubana, nella prima edizione del 2003. 

Il coordinatore del Progetto José Martí di Solidarietà Internazionale, uno dei veri e propri motori della Conferenza Internazionale, prof. Héctor Hernández Pardo, ha ricordato che essa si è consolidata nel tempo come uno dei più grandi e rappresentativi, se non il più grande e rappresentativo, del suo genere. Nel suo impianto e nella sua dinamica, si tratta di una espressione tipicamente cubana: per il suo impianto, è un foro di scambio e di dialogo tra i popoli sui temi della umanità, della sua difesa e del suo avanzamento, tra le sfide e le contraddizioni del presente; per la sua dinamica, esso viene definito nel corso di un vasto processo nazionale, coordinato dalla Società Culturale José Martí, di discussione degli argomenti e dei testi in tutto il Paese. In tal senso, il Progetto di Solidarietà Internazionale José Martí, promotore dell’incontro, manifesta chiaramente l’impegno di Cuba verso l’umanità, come vero e proprio patrimonio del socialismo cubano.

“Seminare idee e seminare consapevolezza. Questo è ciò che abbiamo fatto e continuiamo a fare in questi incontri, facendo incontrare e dialogare persone di buona volontà provenienti da tutte le latitudini del pianeta ed espressione dei diversi saperi e delle diverse professioni. Oggi più che mai è urgente costruire un futuro migliore, come sognava José Martí, che lottava non solo per la liberazione di Cuba, ma anche per l’unità dell’America. In questo spirito, queste conferenze internazionali sono convocate per l’equilibrio del mondo”, ha affermato Pardo aggiungendo che “questi incontri non sono organizzati per ottenere benefici per Cuba, ma pensando alle grandi questioni dell’umanità. Le guerre, la corsa agli armamenti, la minaccia ecologica, il cambiamento climatico e l’ingiustizia sociale sono solo alcune delle ragioni per le quali agire insieme”.

È cioè un contributo formidabile, di pensiero, di scambio, di immaginazione creativa, sia all’avanzamento della elaborazione per un socialismo per il XXI secolo, all’altezza delle sfide del presente e del futuro, sia alla costruzione di una futura umanità, a difesa dell’umanità di fronte alle tensioni, di varia natura, che ne minacciano oggi la stessa sopravvivenza. Non solo le guerre, la catastrofe ecologica, il cambiamento climatico, ma anche le crescenti diseguaglianze e ingiustizie sociali, il risorgente, in forme nuove e diverse, fascismo, il turbocapitalismo tecnocratico e l’imperialismo del nostro tempo che precipita l’umanità nell’orrore della guerra, della distruzione dei popoli e degli ecosistemi, del genocidio. Una risposta è sempre più urgente e necessaria, all’insegna delle idee, di una vera e propria “battaglia delle idee”, della consapevolezza e della coscienza. 

In questo senso, nello storico discorso di Fidel Castro alla sessione di chiusura dell’VIII Congresso della Lega dei Giovani Comunisti, 5 dicembre 2004, il tema della “battaglia delle idee” è stato sviluppato nella sua forma, storicamente e politicamente, forse più compiuta: “Non ho mai creduto – disse Fidel – che le idee orbitino attorno alle personalità; piuttosto, sono queste ultime che dovrebbero orbitare attorno alle idee. […] 

“Dico idee perché la lotta di cui stiamo parlando non sarà, in sostanza, una guerra, ma piuttosto una battaglia di idee. I problemi del mondo non saranno risolti attraverso l’uso di armi nucleari – questo è impossibile – né attraverso le guerre. Né potranno essere risolti attraverso rivoluzioni isolate che, nell’ordine instaurato dalla globalizzazione neoliberista, sarebbero schiacciate nel giro di pochi giorni, al massimo di poche settimane. […] La battaglia delle idee è la battaglia dell’umanesimo contro la disumanizzazione, la battaglia della fratellanza e della sorellanza contro la forma più sfacciata di egoismo; […] la battaglia della giustizia contro la forma più brutale di ingiustizia, la battaglia per il nostro popolo e per tutti i popoli del mondo”.