Il governo ruandese deve ritirare le sue truppe dal territorio della Repubblica Democratica del Congo e cessare la cooperazione con i ribelli dell’M23, afferma il Parlamento.
In una risoluzione non legislativa adottata giovedì con 443 voti favorevoli, 4 contrari e 48 astensioni, i deputati condannano fermamente l’occupazione di Goma e di altri territori nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) da parte dei ribelli dell’M23 e delle forze di difesa ruandesi in quanto violazione inaccettabile della sovranità e dell’integrità territoriale della RDC.

I deputati denunciano gli attacchi indiscriminati che coinvolgono armi esplosive, nonché uccisioni illegali, stupri e altri palesi crimini di guerra nelle aree popolate del Nord Kivu da parte di tutte le parti. Deplorano il ricorso al lavoro forzato, al reclutamento forzato e ad altre pratiche abusive da parte dell’M23 con il sostegno dell’esercito ruandese e delle forze armate congolesi (FARDC).

Situazione umanitaria critica

Invitando a porre immediatamente fine alle violenze, in particolare alle uccisioni di massa e all’uso dello stupro come arma strategica di guerra, il Parlamento esorta la RDC e il Ruanda a indagare e perseguire i responsabili di crimini di guerra, compresa la violenza sessuale, secondo il principio della responsabilità di comando. I deputati affermano inoltre che qualsiasi attacco alle forze delle Nazioni Unite è ingiustificabile e può essere considerato un crimine di guerra.

I deputati sono estremamente preoccupati per la critica situazione umanitaria nel paese e chiedono l’immediata riapertura dell’aeroporto di Goma e la creazione di corridoi umanitari per ristabilire le operazioni umanitarie nella parte orientale della RDC.

Sospensione immediata del memorandum d’intesa dell’UE con il Ruanda

Il Parlamento critica l’incapacità dell’Unione europea di adottare misure adeguate per affrontare la crisi e di esercitare pressioni sul Ruanda affinché ponga fine al suo sostegno all’M23. Esorta la Commissione e il Consiglio a sospendere immediatamente il memorandum d’intesa dell’UE sulle catene del valore sostenibili delle materie prime con il Ruanda, fino a quando il paese non cesserà tutte le interferenze nella RDC, compresa l’esportazione di minerali estratti dalle zone controllate dall’M23.

I deputati chiedono inoltre alla Commissione, agli Stati membri dell’UE e alle istituzioni finanziarie internazionali di congelare il sostegno diretto al bilancio per il Ruanda fino a quando non consentirà l’accesso umanitario all’area di crisi e romperà tutti i legami con l’M23. La Commissione e i Paesi UE dovrebbero inoltre interrompere la loro assistenza militare e di sicurezza alle forze armate ruandesi per evitare di contribuire direttamente o indirettamente a operazioni militari abusive nella parte orientale della RDC.

I deputati sono anche preoccupati per le conseguenze dell’ingerenza russa nel conflitto, nonché per la crescente presenza di attori cinesi nel settore minerario della RDC e della regione, che operano senza rispettare i principi di responsabilità economica e sociale.

Sostegno ai negoziati di pace

Infine, il Parlamento accoglie con favore il Vertice di pace congiunto della SADC e dell’EAC tenutosi a Dar es Salaam l’8 febbraio ed esprime il suo pieno sostegno ai processi di pace di Luanda e Nairobi. I deputati invitano tutti i paesi della regione dei Grandi Laghi, in particolare la RDC e il Ruanda, a proseguire con urgenza i negoziati nell’ambito di tali quadri.

Per ulteriori informazioni
Il testo adottato (presto disponibile, cliccare su 13.02.2025)
Video del dibattito in Aula sull’Escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo, 11.02.2025
Dichiarazione dell’Alta rappresentante a nome dell’UE sulla recente escalation nell’RDC orientale, 25.01.2025

Fonte: Ufficio Stampa del Parlamento Europeo