Il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha consegnato al Governo un Disegno di Legge per il ritorno della produzione di energia nucleare in Italia. Prefigura un radioso futuro per il Paese, ma volendo evitare che da radioso si trasformi in radioattivo, chiederei al Ministro se può rispondere ad alcune semplici domande.
a) Lei parla di nucleare sostenibile. Potrebbe specificare sostenibile per chi? Perché se pensiamo ai rischi per i lavoratori impiegati, per i cittadini residenti nell’area circostante, per l’ambiente più in generale e per le generazioni future che dovranno gestire le scorie per migliaia di anni è difficile parlare di sostenibilità. Se invece intende sostenibile per le grandi imprese energivore e le mega-aziende hi-tech dell’Intelligenza Artificiale, è bene chiarirlo.
b) Lei parla di centrali di nuova generazione, reattori piccoli, avanzati e modulari. Perché non dice anche che attualmente non esiste alcun prototipo in Occidente e che la quarantina in progetto in giro per il mondo sono stati giudicati dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) “troppo costosi, troppo lenti nella costruzione e troppo rischiosi per svolgere un ruolo significativo nella transizione dai combustibili fossili”? E perché non ci racconta dei recenti fallimenti di Ultra Safe Nuclear Corporation (produttrice di reattori MMR) e di NuScale e Nuward (produttrici di reattori SMR)?
c) Lei parla di nucleare ad emissioni zero di Co2. Ha per caso calcolato anche le attività di estrazione e trasporto dell’uranio, di costruzione e smantellamento delle centrali, di costruzione dei depositi per il trattamento delle scorie radioattive? Perché essendo lei a capo di un ministero che si basa sulla complessità, non farebbe una gran figura se ragionasse in termini così semplicistici.
Marco Bersani