Genocidio a Gaza
Netanyahu ha violato la tregua. Un missile è stato sparato contro un’auto sulla strada costiera, uccidendo un bambino e ferendo altre tre persone.
Il resoconto giornaliero riporta le perdite accertate ad oltre 65 mila, tra uccisi e dispersi. Oltre 111 mila i feriti.
Sono cifre per difetto perché conteggiano soltanto gli arrivi negli ospedali e le denunce accertate dei sopravvissuti.
17.881 i bambini assassinati, 12.316 sono le donne uccise.
Attualmente ci sono a Gaza 38 mila orfani, metà dei quali hanno perso tutt’e due i genitori.
Le stragi compiute in 15 mesi di aggressione sono state 9.268 che hanno portato alla cancellazione completa di 2092 cognomi.
Di altre 4.889 famiglie è rimasto un solo membro.
Sono cifre terribili che danno la misura dell’annientamento scientificamente studiato della popolazione di Gaza.
Cisgiordania
Offensiva militare generalizzata in tutta la Cisgiordania.
L’esercito di Tel Aviv ha ucciso 4 persone nella giornata di ieri.
Tra di loro un ragazzo di 14 anni.
Le due città prese maggiormente di mira sono Jenin e Tulkarem.
La furia dei militari si abbatte sulla popolazione per creare il vuoto attorno ai combattenti della resistenza.
“Metodo Gaza” lo ha ribattuto la stampa israeliana: bombardare e distruggere interi quartieri in una forma di punizione collettiva per isolare la resistenza.
A Jenin, ieri, sono state distrutti 4 quartieri con dinamite e bulldozer.
La popolazione viene così deportata e trasformata in sfollati senza speranza di sopravvivenza.
Trattative
Viaggio negli USA del ricercato dalla CPI per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
L’incontro con Trump segnerà l’avvio delle trattative per la tregua a Gaza, secondo una dichiarazione stampa della segreteria del premier israeliano.
Netanyahu va a mettersi d’accordo con Trump su due questioni: proseguimento della guerra fino all’annientamento di Hamas e completa smilitarizzazione di Gaza.
La seconda è l’annessione di una parte consistente della Cisgiordania ad Israele, “per garantire la stabilità del governo e far in modo che Smotrich non esca dal governo”, commenta la stampa di Tel Aviv.
Più che trattativa, si tratta di delineare la politica di destabilizzazione di tutta la regione.
Se si aggiunge anche il piano Trump per la deportazione dei 2 milioni di palestinesi da Gaza, l’incontro tra i due alleati della destra mondiale servirà a far soccombere la questione palestinese con una II Nakba.
Netanyahu e Trump metteranno a punto anche il piano per le relazioni diplomatiche tra Israele e Arabia Saudita, per completare il lavoro compiuto nella prima presidenza Trump con i cosiddetti accordi di Abramo.
Contro la deportazione di Trump
Il ministro degli esteri egiziano ha detto riferendosi al piano di Trump, che la ricostruzione di Gaza non richiede assolutamente la deportazione della popolazione.
“Abbiamo un piano dettagliato per far rinascere Gaza con il contributo fattivo della sua gente. Ma prima della ricostruzione bisogna mettere fine seriamente alla guerra con il completamento delle tre fasi del cessate-il-fuoco e l’avvio di un negoziato politico per la nascita dello Stato palestinese”.
Appello per il dott. Abu Safiya
I generali israeliani vogliono distruggere la figura professionale ed umana del dott. Abu Safyia.
Hanno ucciso suo figlio davanti ai suoi occhi e lui ha dovuto seppellirlo nel giardino dell’ospedale assediato (ottobre 2024); lo hanno ferito gravemente (novembre 2024) e poi lo hanno rapito e preso in ostaggio.
Adesso rifiutano di farlo incontrare con il suo avvocato e respingono le richieste di includerlo nell’elenco per lo scambio di prigionieri.
Siria
Il primo viaggio dell’uomo forte della nuova Siria, Shara’, da presidente autoproclamato, è stato in Arabia Saudita.
Si è incontrato con l’emiro Mohammed Bin Salman.
Oltre alle frasi di prammatica, le conversazioni si sono concentrate sui finanziamenti sauditi, per la ricostruzione del paese completamente distrutto da 14 anni di guerra.
In Siria, si ripetono le azioni di vendetta dei miliziani islamisti contro famiglie di ex seguaci del regime.
Venerdì sera, nella provincia di Hama, in un villaggio abitato da una maggioranza alawita, sono state assassinate 10 persone a sangue freddo, tra loro bambini e donne.
La polizia di Tahrir Sham ha parlato di “ricerche continue per individuare i criminali”.
Ma a tre giorni dalla macabra esecuzione non è stato fatto nulla.
A Homs, un uomo della protezione civile è stato arrestato dalla polizia del nuovo regime ed è stato assassinato con un colpo di bastone di ferro sulla testa.
Il Ministero dell’Interno è uscito con una dichiarazione di “rispetto per i diritti di tutti i cittadini.
Sarà aperta un’inchiesta e tutti i criminali fuorilegge saranno puniti”.
Rojava
La Turchia è determinata a distruggere l’autonomia curda nel nord-est della Siria.
Gli attacchi con l’artiglieria e con i droni sono all’ordine del giorno.
Ieri ci sono stati attacchi in tutte le province del Rojava, oltre agli scontri sulla linea del fronte sulla diga Tichreen.
Nel mese di gennaio gli scontri hanno causato l’uccisione di 392 persone, tra i quali 52 civili.
Oltre agli attacchi dei filo turchi, contro la zona curda agiscono le cellule dormienti dell’ISIS.
Nella zona rurale di Deir Azzour, una mina rudimentale è stata collocata sotto un’auto della protezione civile, causando danni materiali e tre feriti.
Una storia palestinese
Ricordate Awni Eldous, il bambino di Gaza, di 12 anni,appassionato di videogiochi che sognava di diventare giornalista?
Ne ha parlato la BBC clicca (in inglese) e l’Osservatore Romano (Il sogno infranto del giovane Auoni, La storia del blogger palestinese morto a soli 12 anni).
In un video su YouTube disse: “Allora gente, lasciatemi presentare me stesso: sono un palestinese di Gaza, ho 12 anni. L’obiettivo di questo canale è raggiungere 100.000 iscritti o 500.000 o un milione”. Il video termina dicendo: “Pace e serenità ai miei 1.000 iscritti”.
Fu ucciso dagli israeliani.
Il suo sogno si è avverato: il suo canale YouTube ha raggiunto quasi due milioni di followers.