Ieri era l’anniversario della morte di Nanni Salio, nel 2016.
Nella 153° Presenza di pace, riparata per la pioggia sotto i portici di piazza Carlo Alberto, lo ha ricordato, a nome di tanti, Pietro Polito.
Nanni ha lavorato fino a due giorni prima di morire. Era malato da molti mesi. Mi pare fosse sabato, lo vidi passare al suo ufficio al Sereno Regis, aveva un colorito terreo. Morì il lunedì. Lo vidi nel pomeriggio, al Gradenigo. Gli dissi che tutti eravamo lì con lui. Soffriva forti dolori, che lo agitavano, lo scuotevono. Gli fecero un calmante, potè placarsi. Morì la sera o la notte.
Ha piantato molti semi: pensiero, scritti, strutture, relazioni, libri, e li ha affidati a noi.
Gli siamo grati e debitori. Lo abbiamo con noi.
Questa “Presenza di pace”, cominciata con la guerra di Ucraina, avviene da tre anni, ogni sabato, senza interruzioni: poche decine di costanti presenti, ma migliaia di turisti di passaggio ci hanno visto e ascoltato: una traccia negli occhi e nella coscienza sarà rimasta.
E’ lavoro di molti, per essere svegli noi, ed altri, e per essere tenaci. Si è formata una variegata comunità, una “presenza” insieme. Le “Donne in nero” sono il gruppo più costante. Un grazie da molti a Giorgio, che è l’altoparlante vivente di questa “presenza”. E grazie da tutti a tutti quanti danno un contributo, di ogni tipo, anche silenzioso, al ripudio di ogni guerra, e alla pace.
Enrico Peyretti