In una scuola secondaria di Ferrara si è consumato recentemente un atto gravissimo che ci fa tornare indietro nella storia ai tempi più bui della censura e della negazione della libertà di insegnamento.
In un periodo drammatico della nostra storia attuale, in cui è in corso un genocidio, secondo i parametri del diritto internazionale, in una terra già martoriata da 70 anni di apartheid come la Palestina, una docente di una scuola secondaria ha sentito l’esigenza di dare un contributo alla pace dando voce, tramite operatori qualificati nella didattica interattiva, con giochi di ruolo ed altre modalità stimolanti l’empatia, alla sofferenza di un popolo tuttora sotto le bombe.
Nell’intervista i due protagonisti raccontano solo una minima parte dell’oltraggio e delle minacce perpetrate ai danni dell’insegnante, che si è vista costretta ad accettare la proposta didattica riparatoria presentata dalla Associazione Italia-Israele la cui potenza si è espressa attraverso un intervento diretto da parte del ministro leghista Valditara in persona.
Quando i rappresentanti di questa associazione sionista hanno iniziato in maniera giustificatoria a parlare dell’importanza e del ruolo fondamentale per la società israeliana dell’IDF, attualmente in azione anche con armi e munizioni bandite da tutte le norme internazionali, anche la preside si è sentita in dovere di interrompere il loro intervento, ma intanto il danno si era già consumato, proprio in considerazione del luogo in cui ci si trovava, che dovrebbe essere deputato alla ricerca del dialogo e alla prevenzione dei conflitti, molto prima che si scatenino le dinamiche di ruolo tra “aggrediti” ed “aggressori” .