Pubblichiamo integralmente la petizione della Rete Radié Resch, Associazione di solidarietà internazionale riguardante la Repubblica Democratica del Congo (RCD).
DA
RETE RADIÉ RESCH
Via Magatti, 2
21100 Varese (VA)
A
ONU (italy@unric.org)
Parlamento Europeo (epstrasbourg@europarl.europa.eu)
Uff Presidente del Consiglio (presidente@pec.governo.it)
Parlamento Italiano(crp@camera.it)
LA MALEDIZIONE DELL’ABBONDANZA
NON C’È PACE PER IL POPOLO CONGOLESE!
Dal 26 gennaio 2025 la città di Goma è occupata e l’intera regione del Kivu è minacciata dall’avanzata del movimento ribelle M23 controllato e diretto dalle forze armate ruandesi (RDF) con oltre 3000-4000 soldati, dotati di armamenti e missili.
Siamo dunque di fronte ad un gravissimo attacco all’integrità territoriale della RDC che equivale a una aperta dichiarazione di guerra da parte del Ruanda che ha già seminato, in pochi giorni, ogni tipo di violenza, massacri e stupri tra la popolazione civile.
Non un conflitto interno ad una regione, non una lotta tribale, bensì una guerra internazionale e soprattutto una guerra per il controllo delle risorse naturali di grande interesse per multinazionali, Usa, UE, Israele e Cina impegnate a contendersi le enormi ricchezze della regione, specialmente i minerali strategici per l’economia “verde” e lo sviluppo tecnologico duale (di pace e di guerra).
Per questo stupisce che, di fronte all’evidenza e nonostante i ripetuti appelli del popolo e delle autorità congolesi, l’ONU non riesca ad andare oltre la sterile condanna e il timido invito a cessare il fuoco e ritirarsi dal territorio della RDC, mentre, nel territorio, i caschi blu della Monusco sono del tutto incapaci di portare aiuto all’esercito congolese e difendere la popolazione civile.
Da parte sua, l’Unione Europea continua ad ignorare le denunce della società civile e del governo congolese mantenendo in vita il memorandum del 19 febbraio 2024, un accordo sui minerali strategici firmato con il Ruanda, un piccolo Paese, privo nel proprio sottosuolo di tali minerali, eppure diventato grande esportatore proprio grazie alle guerre accese a ripetizione nella Repubblica Democratica del Congo che, a partire dal 1996, hanno causato più di 12.000.000 di morti. La UE di fatto ha stretto un patto con uno Stato contrabbandiere rendendosi complice nella rapina delle materie prime congolesi, rapina attestata, fra l’altro, da documenti ufficiali dell’ONU.
Il 9 luglio 2024 Italia e Ruanda hanno ufficialmente firmato un accordo di finanziamento da 50 milioni di euro concesso al Paese africano, attraverso il Fondo Italiano per il Clima, gestito da Cassa Depositi e Prestiti (CDP). L’investimento, che rientra nell’approccio di sicurezza energetica del Piano Mattei verso l’Africa, sarebbe finalizzato a ”supportare” il governo ruandese nell’attuazione del proprio “Piano nazionale per il clima”. Ci pare evidente che, se oggi il Ruanda continua l’offensiva nel Kivu, è perché si sente forte dell’investitura internazionale a partner strategico nell’Africa centro- meridionale e sa di essere ben sostenuto dall’Unione Europea.
Pertanto, con il popolo congolese gridiamo:
-no alla rapina delle risorse naturali del Congo e alla predazione delle risorse minerali strategiche organizzata dalle multinazionali americane ed europee alleate con il potere criminale di Kigali.
-no alla balcanizzazione della Repubblica Democratica del Congo.
E chiediamo con forza:
– all’ONU di attivarsi concretamente per ottenere il cessate il fuoco immediato, il ritiro delle forze militari ruandesi e dell’M23 dalla terra del popolo congolese e il ripristino dell’integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo;
–all’Unione Europea di annullare l’accordo con il Ruanda per l’approvvigionamento di minerali strategici e adottare misure necessarie a garantire un commercio trasparente di tali risorse;
–all’Italia e all’intera Comunità internazionale di condannare e sanzionare il regime di Kigali, i suoi dirigenti criminali e l’M23, di interrompere ogni forma di sostegno alle forze armate ruandesi e di boicottare l’importazione dal Ruanda di minerali strategici;
–alla società civile italiana ed internazionale di unirsi al grido di indignazione e protesta del popolo congolese.
4 Febbraio 2024
Per l’Associazione Rete Radié Resch
Il portavoce Paolo Guglielminetti
referentirrr@liste.rete-ries.it