Nei prossimi giorni la società civile di tutto il mondo si unirà agli Stati che fanno parte del Trattato TPNW per affrontare il tema urgente del disarmo nucleare: saranno giorni di lavoro e confronto intenso all’interno dell’unico quadro normativo internazionale che mette al bando queste armi di distruzione di massa. In questa fase globale di riarmo provocata da un aumento dei conflitti – e anche da minacce esplicite dell’uso di armi nucleari – è quantomai necessario incontrarsi per elaborare e rafforzare un percorso concreto che impedisca la distruzione dell’Umanità.
La modernizzazione degli arsenali nucleari e il continuo aumento di costi ad essi collegati è una delle motivazioni che hanno spinto gli Scienziati atomici americani ad avvicinare di un secondo alla Mezzanotte il cosiddetto Orologio dell’Apocalisse. E sono sempre di più i Paesi che, esplicitamente o implicitamente, dichiarano di volersi dotare di armi nucleari, rendendo sempre più concreto il pericolo che il numero globale delle testate aumenti rispetto alle attuali 12.100 stimate.
La società civile internazionale riunita nella Campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons – Premio Nobel per la Pace 2017) aveva da tempo messo in guardia sul pericolo esistenziale delle armi nucleari, anche quando i decisori politici sminuivano un problema invece direttamente connesso all’esistenza di questi ordigni. Ora non c’è più tempo, non possiamo più girare la faccia dall’altra parte e occorre agire collettivamente con scelte coraggiose e condivise verso il disarmo nucleare completo. “Anche l’Italia potrebbe dare un contributo reale, ed è ancora in tempo per rispondere positivamente ad un’ultima chiamata – sottolinea Francesco Vignarca, Coordinatore campagne della Rete Pace Disarmo – sfruttando l’occasione della Terza Conferenza degli Stati Parti del TPNW che si terrà a New York la prossima settimana. Potrebbe farlo, come Paese osservatore, pur non essendo parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Purtroppo nelle prime due occasioni di Conferenza degli Stati parti il nostro Paese, nonostante richieste votata in tal senso dal Parlamento, non si è presentato“.
Questo davvero è uno dei problemi maggiori nello scenario odierno delle relazioni internazionali: Paesi che stanno sotto l’ombrello nucleare proprio o di altri non hanno il coraggio di entrare nel merito della questione, ma continuano solo a richiamare in maniera vuota e retorica una volontà, mai resa concreta, di eliminazione delle armi nucleari. Al contrario degli Stati la società civile dimostrerà ancora una volta il proprio impegno fattivo verso questa necessità epocale: per dimostrare in maniera evidente come i popoli, nella loro maggioranza, non vogliano vivere sotto la minaccia di una distruzione totale causata da armi nucleari. Una vera e propria “settimana di mobilitazione” per la messa al bando delle armi nucleari si dipanerà dal 3 marzo a New York (e globalmente), grazie al coordinamento di ICAN: una settimana di azioni collettive, eventi di alto livello, conferenze che prenderà il via con l’incontro degli attivisti di ICAN presso l’iconica Riverside Church di Manhattan.
Il contributo della società civile italiana a questo programma si concretizzerà in particolare con la partecipazione ad una conferenza presso la sede ONU sul ruolo delle città per il disarmo nucleare, con un webinar in diretta da New York programmato per giovedì 6 marzo e con la partecipazione a numerosi appuntamenti ed eventi della settimana (in particolare quelli che stimolano l’attivismo giovanile). Inoltre Rete italiana Pace Disarmo è stata indicata per un intervento a nome della società civile internazionale nel dibattito in plenaria dedicato all’universalizzazione del Trattato TPNW, cioè all’urgente necessità che sempre più paesi aderiscano alle sue norme e prescrizioni di messa al bando delle armi nucleari. “Non è un caso che sia stata scelta una organizzazione di uno degli Stati che ospita testate nucleari statunitensi, a dimostrare che proprio un Paese come l’Italia potrebbe essere cruciale per invertire una rotta di riarmo anche nucleare ed indicare la via per scelte che proteggano la vita di tutti. Il nostro Governo e il nostro Parlamento avranno questo coraggio?” conclude Francesco Vignarca.