Ad oggi, nonostante gli anni di ambiguità, sappiamo con certezza che l’allunaggio è stato – se c’è stato (1) – un evento circoscritto alla Guerra Fredda. Gli USA dovevano dare un segnale al mondo che anche loro stavano pensando allo spazio come meta da raggiungere, dopo che l’Unione Sovietica portò a termine con successo la propria missione il 12 aprile 1961 con la messa in orbita del cosmonauta Jurij Gagarin a bordo della Vostok 1, segnando una pietra miliare nella corsa allo spazio.
Fino a quel momento solo i russi avevano ottenuto successi e quindi gli USA dovevano fare scacco matto. L’allunaggio, per gli USA, ebbe una valenza politica e geopolitica enorme. L’atterraggio di Neil Armstrong del 20 luglio 1969 costò 120 miliardi di dollari: il 4% dell’interno bilancio federale venne devoluto all’allunaggio per battere l’URSS. Percentuale che poi negli anni scese almeno dell’1% per poi in seguito scendere definitivamente allo 0,4‰.
“Perché sulla Luna non ci siamo più andati? Perché, con le capacità tecnologiche di oggi, non si è più ripetuto un allunaggio di quel tipo?” – sono domande che si sentono lecitamente spesso nell’opinione pubblica e che in parte trovano come risposta logica il fatto che gli Stati non hanno più investito quelle ingentissime risorse per la corsa allo spazio.
“Perché oggi si parla tanto della corsa allo spazio e ad un secondo allunaggio?” – ci si chiede – O, come in molti sostengono, “non si potrebbero spendere soldi per servizi più utili?”. A rispondere a queste domande indirettamente era stata l’astrofisica italiana Simonetta Di Pippo – che dal 23 marzo 2014 al 22 marzo 2022 è stata Direttrice dell’Ufficio per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico delle Nazioni Unite (UNOOSA) con sede a Vienna – in una puntata del programma Quante Storie su Rai3.
Secondo l’astrofisica la corsa allo spazio e alla Luna oggi sarebbe “fondamentale” proprio in vista dell’agenda ONU 2030 e sui “17 obiettivi sostenibili” (o almeno così spacciati) che non sarebbero raggiungibili senza l’utilizzo dello spazio. Oggi infatti si inizia a parlare di “missioni lunari e spaziali” perché sembra essere un ottimo affare. Come ha dichiarato molto tempo fa Elon Musk, la corsa allo spazio è “la più grande opportunità commerciale dalla scoperta dell’America a oggi”.
Le sonde americane, russe, cinesi, giapponesi ed indiane hanno scoperto che la Luna è ricchissima di giacimenti minerari di ogni tipo: titanio, alluminio, ferro, litio, immense riserve di elio3 (isotopo rarissimo sulla Terra ed abbondantemente presente sulla Luna che potrebbe servire per i futuri reattori a fusione), oltre a metalli rari e 17 elementi essenziali per lo sviluppo economico e la “transizione energetica sulla Terra” che oggi vengono estratti esclusivamente in Cina. Come si può ben capire, laddove c’è estrattivismo non c’è nulla di sostenibile e le ragioni di questa corsa sembrano essere puramente economiche: la famosa space economy. Se ai tempi della Guerra Fredda vi era una lotta incentrata su un “celodurismo” tecnologico con la conseguente lotta per il dominio della tecnica, oggi lo sviluppo tecno-scientifico ci ha portato a dire che la Luna e lo spazio sono importanti perché potrebbero servire all’essere umano sia economicamente sia per espandere la presenza umana su altri pianeti od oggetti del sistema solare. Viene da chiedersi su che basi reali, alla luce dei fatti, la Luna possa diventare un “laboratorio di pace”, come sosteneva l’astrofisica Di Pippo, in quanto lo scenario che appare è bene diverso.
Qui nasce una prima domanda che, più che politica, è filosofica e bioetica: di chi sono la Luna e lo spazio? Quale diritto abbiamo di sfruttarli?
A normare questo tipo di attività è l’Outer Space Treaty – ovvero il Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico – firmato a Londra il 27 gennaio 1967 e concepito come trattato multilaterale che costituisce la struttura giuridica di base del diritto internazionale aerospaziale. All’articolo 4, il Trattato consente l’utilizzo della Luna e degli altri corpi celesti esclusivamente per scopi pacifici e ne proibisce invece espressamente l’uso per effettuare test su armi di qualunque genere, condurre manovre militari, o stabilire basi militari, installazioni o fortificazioni. Il trattato, inoltre, proibisce espressamente agli Stati firmatari di rivendicare risorse poste nello spazio, quali la Luna, un pianeta o altro corpo celeste, poiché considerate «patrimonio comune dell’umanità»: l’articolo 2 del trattato afferma, infatti, che «lo spazio extra-atmosferico non è soggetto ad appropriazione nazionale né rivendicandone la sovranità, né occupandolo, né con ogni altro mezzo».
La maggior parte degli esperti in materia di Diritto aerospaziale internazionale affermano che la Luna ricade sotto il concetto giuridico di res communis, il che significa che la Luna appartiene ad un gruppo di persone, può essere usata da ogni membro del gruppo ma nessuno se ne può appropriare. È lo stesso concetto giuridico applicato anche alle acque internazionali (es: Convenzione ONU sulla Legge del Mare), con la sola differenza che le acque internazionali sono materia terrestre, mentre la Luna è materia extraterrestre. Viene quindi da chiedere con quale diritto di proprietà possiamo solo minimamente considerare la Luna come un «patrimonio comune dell’umanità» se abbiamo lo abbiamo reso lecito con un’autoconcessione, ovvero un’appropriazione.
Nonostante ciò, il fine del trattato è quello di impedire ogni diritto di proprietà privata allo stesso modo in cui il diritto del mare impedisce a chiunque l’appropriazione del mare (2). Però, a differenza di altri trattati sulle res communes (acque internazionali, spazio aereo, Antartide), l’Outer Space Treaty si limita a una breve esposizione di principi, espressi peraltro in termini molto generali. Per fornire un esempio, l’art. 9 del trattato proibisce espressamente le attività aventi “conseguenze pericolose” (harmful consequences), ma non chiarisce in alcun modo cosa si debba intendere esattamente per “pericolose”. A questo va aggiunto anche il fatto che, per quanto la responsabilità delle attività svolte nello spazio da privati enti e cittadini sia espressamente riferita in capo agli Stati, l’estensione del concetto di “activities” non è ulteriormente specificato, né da una definizione, né attraverso un elenco.
I principi espressi dal Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico sono stati successivamente ripresi e riaffermati da altre norme internazionali: Accordo sul Soccorso (1968), Convenzione sulla Responsabilità (1972), Convenzione sulle Registrazioni (1975), e in particolare il Trattato sulla Luna (1979), accordo che presiede alle attività degli Stati sulla Luna o sugli altri corpi celesti ed inteso come il seguito del Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico. Il Trattato sulla Luna è estremamente interessante nel contenuto e contribuisce a chiarire molti concetti dell’Outer Space Treaty. Per esempio vieta l’alterazione dell’ambiente dei corpi celesti e richiede che gli Stati prendano misure adatte ad evitare contaminazioni accidentali; vieta ogni uso militare dei corpi celesti, inclusi i test di armi o l’insediamento di basi militari; vieta ad ogni organizzazione o persona il possesso di qualsiasi proprietà extraterrestre, a meno che l’organizzazione non sia internazionale e governativa; vieta ad ogni Stato di dichiarare la propria sovranità su qualsiasi territorio dei corpi celesti; e richiede che tutte le estrazioni e allocazioni di risorse siano svolte sotto regime internazionale in trasparenza per evitare sovrapposizioni.
Proprio per questo è forse stato ratificato solo da 13 sui 193 Paesi ONU: Australia, Austria, Belgio, Cile, Filippine, Kazakistan, Libano, Marocco, Paesi Bassi, Pakistan, Perù e Uruguay, mentre 4 Paesi (Francia, Guatemala, India e Romania) l’hanno solo firmato e non ratificato. Non essendo ratificato da alcuna delle principali potenze aerospaziali (Cina, USA, Russia) e non firmato dalla maggioranza di queste, purtroppo ha una scarsa rilevanza diretta sulle attuali attività spaziali. Ciò permette alle grandi potenze di poter continuare non solo a violare il già problematico concetto di spazio come res communis, ma anche di proseguire la strada di quello che il saggista Cobol Pongide ha definito capitalismo multiplanetario o capitalismo spaziale: una corsa imperialista allo spazio e al possesso della selenografia (3) australe lunare da parte delle grandi potenze tecno-capitaliste facilitata dalla deregulation del libero mercato neoliberista.
Oggi assistiamo alla creazione di due schieramenti geopolitici nello spazio: il Programma Artemis della NASA sostenuto da 30 Paesi e l’asse Cina-Russia a cui appartengono anche altri gruppi. Questo conflitto non si figura come scontro tra nazioni, ma bensì tra gruppi monopolistici. Molti sono anche i privati che hanno interessi sulla Luna. Non dimentichiamo il primo volo commerciale sub-orbitale avvenuto l’11 luglio 2021, il decollo inaugurale di New Shepherd il 20 luglio 2024 ad opera di Blue Origin di Jeff Bezos, per non parlare di Starlink del miliardario tecnofascista Elon Musk.
Se pensiamo all’atterraggio su Marte; sappiamo tutti benissimo che dietro questa nuova corsa spaziale ci sono Elon Musk, Amazon, Virgin Airlines, Google e i grandi colossi tecnofili della Terra che vedono lo spazio extra-atmosferico come una nuova frontiera da depredare e non tanto da scoprire e conoscere. Ciò che sta accadendo nello spazio è transumanesimo puro che riproduce le logiche del colonialismo del Cinquecento quando l’Occidente imponeva il suo sistema-mondo alle popolazioni native del pianeta armato di scienza e Bibbia. Oggi i Colombo contemporanei si impossessano della Luna e dello spazio nello stesso modo in cui Cristoforo Colombo considerava l’Abya Yala una terra nullius. Chi ha detto che la Luna deve essere per forza essere “patrimonio dell’umanità” e non debba solo appartenere a sé stessa? Chi ha detto che la Luna debba per forza essere usata dall’umanità per i suoi scopi? A chi abbiamo chiesto il permesso di usarla? È stata un’autoconcessione, quindi tutti i presupposti del suo sfruttamento sono irrazionali. Non ci basta già il lavoro che fa per noi, come guidare i raccolti e le maree? Vogliamo di più, sempre di più.
Queste visioni detengono in sé da un lato un esplicito approccio colonialista e patriarcale (nel suo significato predatorio e di imposizione del dominio) di cui sono portatori gli astropreneur spaziali di matrice neoliberista; dall’altro un approccio anti-ecologico oltre ad una mentalità antropocentrica ed estrattivista che guarda esclusivamente agli interessi umani al fine di estrarre materia prima ad uso e consumo del suo modello di sviluppo, di consumo e di produzione insostenibile. Una mentalità colonialista e riduzionista che non si fa scrupoli nel dover sfruttare addirittura altri pianeti dopo aver sfruttato fino all’estremo il pianeta Terra. Non si può negare che ciò che concepisce la corsa allo spazio, alla Luna e a Marte è una mentalità industrialista ed imperialista vestita del nuovo abito moderno quanto trendy del capitalismo avanzato: si avalla senza problemi questo modello tossico di produzione arrivando ad espandere il suo sistema di sfruttamento. Una mentalità privatistica per cui, sebbene la Luna non sia di proprietà di nessuno tutti la possono sfruttare per i propri scopi. Se è vero che l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-atmosferico (UNOOSA) supervisiona i programmi spaziali dei vari Paesi (le autorizzazioni di utilizzo del suolo lunare) e tiene il registro degli oggetti spaziali lanciati nello spazio (razzi, di sonde e navicelle), come possiamo essere sereni di fronti ai potenziali conflitti d’interesse visto il grande peso che rivestono privati come Musk? È giusto che un singolo privato possa accaparrarsi il diritto di usufruire dello spazio?
I nuovi colonialisti vanno nello spazio, sulla Luna, persino su Marte e dimenticano la Terra, gli animali, le foreste, gli ecosistemi sia terrestri che extra-terrestri, le biodiversità sia terrestri che extraterrestri, le relazioni umane e i rapporti di cura. Forse stiamo già lavorando per la fine della vita sulla Terra e l’inizio di quella su Marte.
Si sta andando verso una mentalità superomista e terribilmente futurista – incrementata ora dal peso geopolitico di Donald Trump sostenuto dal miliardario transumanista Elon Musk – volta a travalicare qualunque limite non sia stato già travalicato.
Un celebre canzone di Pierangelo Bertoli intonava: “e presto la chiave nascosta di nuovi segreti così copriranno di fango persino i pianeti vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli i crimini contro la vita li chiamano errori”. Non stiamo dando troppa importanza a ciò di cui non abbiamo bisogno per salvare l’umanità e la Terra?
(1) Nel 2001 Philippe Lheureux pubblicò un libro dove sosteneva che le foto prese dagli astronauti statunitensi sulla Luna fossero in realtà dei falsi semplicemente realizzati sulla Terra. Le sue teorie analizzano alcune supposte anomalie riscontrate sulle foto diffuse dalla NASA. Un libro più volte annunciato dall’ente spaziale per rispondere a questi interrogativi e commissionato a Jim Oberg, esperto in questioni aerospaziali, non è mai stato pubblicato, secondo alcuni esperti per evitare di dare credibilità alle teorie critiche sull’allunaggio, anche se le ragioni reali non furono mai rese pubbliche http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/2424927.stm. Nel 2017 è uscito American Moon, un controverso documentario che con fonti, pareri di fotografi professionisti di fama internazionale ed attingendo dalla letteratura scientifica legata all’astronomia e all’astrofisica, accosta l’allunaggio ad una “false flag” circoscritta alla Guerra Fredda. American Moon non ha ancora avuto nessuna smentita scientifica. https://www.youtube.com/watch?v=IOVK1gAvo8A
(2) Purtroppo questi principi sono spesso messi in discussione dalla follia di coloro che rivendicano la facoltà di vendere diritti di proprietà sulla Luna e su altri corpi celesti, ma questa rivendicazione non è mai stata verificata fortunatamente in nessuna aula di tribunale.
(3) Inaugurata da Galileo, la selenografia venne definendosi come una nuova scienza rigorosa grazie al contributo di numerosi ricercatori che ne fissarono progressivamente lo statuto. Alla fine del Seicento, le mappe lunari presentavano un aspetto che non sfigura troppo rispetto alle moderne fotografie del volto della Luna. Man mano che la sua morfologia veniva definendosi, gli astronomi si impegnarono nello sforzo di introdurre una nomenclatura omogenea, che consentisse di identificare le molteplici caratteristiche geografiche della Luna.
Fonti:
Simona Di Pippo, Luna, Laboratorio di pace, Egea, febbraio 2024
Cobol Pongide, Marte oltre Marte. L’era del capitalismo multiplanetario, DeriveApprodi 2019
L’utilizzo dello spazio extra-atmosferico a fini commerciali: la nuova “space race” https://www.iusinitinere.it/lutilizzo-dello-spazio-extra-atmosferico-a-fini-commerciali-la-nuova-space-race-22761
Trattato sulle norme per l’esplorazione e l’utilizzazione, da parte degli Stati, dello spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti (Outer Space Treaty o Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico) https://www.archiviodisarmo.it/view/bnTjeeTLbgrIvTNn8d__CUU3GMhWSV5DDFhvLJ3h8Pc/1967-trattato-sullo-spazio-extratmosferico-outer-space.pdf https://elearning.unite.it/pluginfile.php/276785/mod_resource/content/0/Trattato%20Spazio.pdf
Accordo Regolante le Attività degli Stati sulla Luna e gli altri Corpi Celesti (Moon Treaty o Trattato sulla Luna) https://ops-alaska.com/IOSL/V1P1/1979_MoonAgreement_IT.pdf https://www.unoosa.org/pdf/gares/ARES_34_68E.pdf
Entrato in vigore nel 1984, il Moon Treaty regola le attività di esplorazione della Luna di Stati e organizzazioni internazionali https://www.dirittoconsenso.it/2022/12/15/il-moon-treaty/#_ftn2
Moreno Tiziani, La colonizzazione dello spazio Una prospettiva antropologica, Antrocom Online Journal of Anthropology 2013, vol. 9. n. 1 https://antrocom.net/wp/wp-content/uploads/2024/05/tiziani-colonizzazione-spazio-prospettiva-antropologica.pdf
La legge dello Spazio, 27 maggio 2017, FocusExtra https://www.isgi.cnr.it/wp-content/uploads/2023/03/Focus-extra-27.05.2017.pdf
Chi controlla la Luna? https://www.rsi.ch/info/dialogo/Chi-controlla-la-Luna–2439074.html https://www.agi.it/estero/news/2024-02-13/spazio-trattato-rischio-guerre-luna-risorse-25279637/ https://www.scienzainrete.it/articolo/nasce-sulla-luna-nuovo-diritto-spaziale/giulia-fabriani/2020-12-28 Pierangelo Bertoli, Eppure il vento soffia ancora https://www.youtube.com/watch?v=hOxLD7Eb9h4
Claudia Bruno, Corpi e pianeti, Ingenere 30 Agosto 2022 https://www.ingenere.it/node/8494/printable/print