Meno attenti nella gestione del cibo a casa, ma preoccupati per la possibilità di accedere al cibo sano e sostenibile: è una fotografia che sottolinea la crescente povertà alimentare del Paese, quella del Rapporto “Il caso Italia 2025” dell’Osservatorio Waste Watcher International, con Università di Bologna/Distal su elaborazione Ipsos. Sale l’asticella dello spreco alimentare domestico, gettiamo ogni giorno 88,2 grammi di cibo ovvero 617,9 grammi settimanali, con qualche novità alla testa della “hit” nefasta dello spreco: con la frutta fresca (24,3 grammi settimanali) guida la classifica il pane (21,2 grammi), scavalcando le verdure (20,5 grammi), l’insalata (19,4 grammi) e le cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi), spesso disponibili in confezioni sovradimensionate al fabbisogno. Lo spreco alimentare domestico vale 130,71 € pro capite ogni anno, mentre lo spreco di filiera del cibo in Italia costa complessivamente 14,101 miliardi €, pari a un peso di 4,513 milioni di tonnellate di cibo gettato dai campi dove viene prodotto alle nostre tavole (e pattumiere), passando per le fasi di distribuzione e commercializzazione. Il costo del solo spreco alimentare domestico è di 8.242 miliardi €. Il 58,55% del costo dello spreco di filiera arriva dalle nostre case, il 28,5 % nelle fasi di commercializzazione del cibo (https://www.sprecozero.it/).
A livello europeo, il fenomeno assume proporzioni ancora più allarmanti, con 59 milioni di tonnellate di cibo gettate via ogni anno, per un valore di 132 miliardi di euro. In media, ogni cittadino europeo spreca circa 70 kg di cibo in ambito domestico e 12 kg nei ristoranti. Per affrontare questa emergenza, in occasione della 12ª Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra oggi 5 febbraio, è stata presentata una guida rivolta a imprese, decisori politici e consumatori.
L’iniziativa è promossa da Metrofood-It, un’infrastruttura coordinata dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e finanziata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con circa 18 milioni di euro. Il documento propone strategie mirate per ridurre gli sprechi lungo l’intera filiera alimentare. Tra le raccomandazioni per il settore agroalimentare, vi sono l’adozione di tecniche di agricoltura di precisione e interventi per ottimizzare la gestione delle mense scolastiche e della ristorazione collettiva. Ai decisori politici viene suggerito di promuovere campagne di sensibilizzazione nelle scuole, incentivare la donazione del cibo invenduto con agevolazioni fiscali e sostenere le aziende agricole che adottano modelli di economia circolare. Per i consumatori, la guida consiglia di informarsi meglio sugli ingredienti e sulle porzioni prima di ordinare un pasto, di richiedere la doggy bag nei ristoranti per portare a casa gli avanzi e di scegliere locali che donano il cibo in eccedenza. Viene inoltre incoraggiato l’uso di applicazioni che permettono di acquistare a prezzi ridotti gli alimenti invenduti. L’iniziativa ha l’obiettivo di fornire strumenti concreti per contrastare gli sprechi, coinvolgendo attivamente produttori, distributori e consumatori per costruire un sistema alimentare più equo e sostenibile, in linea con il target dell’Agenda Onu 2030, che prevede di dimezzare lo spreco alimentare globale: https://www.media.enea.it/component/jdownloads/?task=download.send&id=386&Itemid=101.
Intanto, è in pieno svolgimento la Campagna Spreco Zero attraverso molte iniziative di mobilitazione sulla prevenzione dello spreco alimentare a vari livelli, da quello domestico – che incide per il 50% circa sulla filiera dello spreco nazionale e internazionale – alle perdite in campo, dalla dispersione alimentare prima dell’acquisto alle fasi di gestione e consumo del cibo in casa. L’obiettivo principale è soprattutto quello di inserire nel quotidiano di ciascuno le buone pratiche, azioni e comportamenti concreti che ci guidano verso l’obiettivo 2030 di dimezzare lo spreco alimentare. Il tema della 12^ Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare sarà #Tempodiagire, #Timetoact, con l’obiettivo di raggiungere e sensibilizzare la società, dalle istituzioni alle aziende, dalle scuole ai cittadini, intorno alle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale.
“Mancano solo cinque anni al 2030, e 10 anni sono già trascorsi dall’adozione dell’Agenda di sostenibilità delle Nazioni Unite. Se ne parla spesso, senza mai verificare a che punto siamo realmente, ha dichiarato Andrea Segrè, fondatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International. Per questo nel 2025 la Giornata che sensibilizza in Italia sullo spreco alimentare lancia la sua sfida a tutti gli italiani: per arrivare nel 2030 a uno spreco pro capite di 369,7 grammi settimanali, ovvero la metà dei 737,4 grammi registrati 10 anni fa al momento dell’adozione dell’Agenda 2030, dobbiamo tutti tagliare, ogni anno dal 2025 al 2029, circa 50 grammi di cibo, così da arrivare nel 2030 a uno spreco alimentare pro capite che non superi i 369,7 grammi settimanali, il traguardo previsto dall’Agenda delle Nazioni Unite che richiedeva all’Obiettivo 12.3 di dimezzare lo spreco di cibo fra il 2015 e il 2030. Una sfida ambiziosa, nella quale possiamo cimentarci con uno strumento pratico e gratuito, lo Sprecometro, che ogni giorno misura non solo lo spreco del cibo, ma anche la nostra impronta ambientale, lo spreco dell’acqua nascosta e le emissioni correlate al cibo gettato”.
Qui per approfondire: https://www.sprecozero.it/magazine/.