L’annunciato workshop dell’Università Israeliana di Tel Aviv a Firenze sul tema “Come affrontare l’Antisemitismo e creare la Resilienza” ha provocato indignazione nell’ambiente universitario, studentesco e delle organizzazioni per i diritti dei Palestinesi.
Tra i relatori di questo convegno, infatti, troviamo ufficiali dell’esercito israeliano e professionisti che collaborano col Ministero della Difesa di Israele, paese i cui vertici sono sotto accusa per crimini contro l’Umanità.
A questa accusa si dovrebbe rispondere smettendo di compierli, questi crimini: Israele ha invece aumentato di venti volte il budget della Hasbara, la propaganda all’estero.
Da molto tempo assistiamo alla progressiva identificazione tra ebrei e Stato di Israele, per cui ogni critica a questo Stato viene in modo automatico definita come antisemitismo. Questa accusa è una potente arma per screditare ogni contestazione politica ed è stata usata spesso, con macabra ironia, anche contro attivisti ebrei, che si vedono dunque, come tanti altri, dolorosamente denigrati per l’espressione del proprio pensiero.
Firenze per la Palestina ricorda che l’antisemitismo è cosa tragica e seria e non lo si estirpa riempiendosene la bocca ed inflazionandone il termine.
Richiedendo un moto di dignità a chi ha finora sostenuto, taciuto o non ha voluto sapere delle violenze, abusi e stragi che Israele ha scatenato prima a Gaza ed ora in Cisgiordania, Firenze per la Palestina torna a chiede con forza che l’Ateneo fiorentino, che ha preso le distanze dal workshop, rescinda ogni legame con le Università Israeliane anche in ottemperanza alle prescrizioni della Corte internazionale di Giustizia.
Condividiamo e sostieniamo le azioni di protesta annunciate dal mondo universitario e studentesco ed invitiamo la cittadinanza a partecipare Lunedì 3 mattina alle ore 8.30 al presidio in via de’ Benci.
Firenze per la Palestina