Il Comune di Bologna con Palazzo Pepoli ha partecipato al cartellone di ART CITY Bologna 2025 con “Il tavolo delle trattative”, un’installazione di sensibilizzazione artistico sociale ideata e realizzata dall’artista Alessandro Bergonzoni.
Esposta nella Sala della Cultura a Palazzo Pepoli, “Il tavolo delle Trattative” nasce come un’opera viva che vuole diventare fulcro di convergenza e dialogo, per promuovere un confronto sulla pace e sulla necessità del “trattare“, accogliendo i contributi di artisti, intellettuali, esponenti pubblici, associazioni e persone della società civile.
Il 10 febbraio 2025, in occasione della conclusione ufficiale dell’installazione si terrà una tavola “delle trattative” tra l’artista, i rappresentanti delle istituzioni e delle diverse fedi nella città di Bologna.
Ha detto Bergonzoni “Vorrei aver le gambe! Questa la mia richiesta di un anno fa ad Emergency, nel suo trentennale e che quest’anno lancia la campagna “R1PUD1A” anche a Bologna: me le hanno fatte avere.
Volevo realizzare un’opera, una installazione artistica per “ unire” appunto arti ad arte, per trasformare mutilazioni in azioni, un gesto, un simbolo di quanto continua ad accadere nel mondo (cinquanta conflitti, per i quali auspico e propongo l esposizione nelle città di tutti i vessilli dei paesi coinvolti, bandiera arcobaleno e bianca compresa, perché non é una resa, ma rende, cioè restituisce l’idea di dignità, anche a chi non vuole più uccidere ne sacrificare civili, per qualsiasi ragione,o torto subito).
Virtualmente e spero non solo, questo tavolo vive in tutti i “teatri” di guerra, dove l’unico pubblico che c’è spesso è lontano migliaia di chilometri e sta a guardare più o meno impotente, o peggio è pubblico pagante cioè che, foraggia connivente ed alimenta con armi e mezzi di ogni genere, quel palco dove gli attori continuano a morire, come lo stesso copione recita: colonizzare, conquistare, invadere,bombardare, con fierezza direi atomica!
É anche un tavolo anche “anatomico”: per cominciare un’operazione quasi clinica :“sviscerare” analizzare, osservare e studiare macroscopicamente e microscopicamente,
come accordarsi, cominciare a smettere quell’infinito sabba di guerra, stregati dagli eccidi, dall’inizio del mondo.
Trattative che, poggiano materialmente su “arti” artificiali: quelli di chi le gambe le ha perdute per sempre, ma che nonostante tutto “sostengono” , metaforicamente, simbolicamente, e architettonicamente, il peso dell appoggiarvisi, intavolando compromesso, diplomazia, idee, e strategie altre .
Sono coloro che vorranno, dovranno, e sapranno imprimere (in primis), nuova energia vitale alla terra, ai sui spaesati e non, immigrati dell obbligo in fuga dalle guerre, che rischiano ancora la vita a forza di non essere salvati, anneganti sconosciuti ai più: purché quei più non si trasformino ancora in croci.
Il commento di una partecipante (che ci ha anche inviato le foto allegate)






“Il tavolo delle trattative di Alessandro Bergonzoni ieri. Un’idea assolutamente geniale.
Testimonianze toccanti di medici impegnati a Gaza, di immigrati che hanno attraversato il deserto, passando dall’inferno della Libia e di volontari che hanno dedicato la vita ad aiutare le popolazioni in guerra, raccontandone l’orrore. Ha parlato anche Alberto Zucchero, del Portico della pace di Bologna, raccontando quello che si fa a Bologna per la pace”