Il 28 Febbraio 2023 alle ore 23.22, il treno passeggeri Intercity 62 della Hellenic Train, partito da Atene e diretto a Salonicco, è entrato in collisione con il treno merci 63503 della medesima società, proveniente da Salonicco e diretto a Larissa. Lo scontro frontale è avvenuto nei pressi di Evangelismos, centro abitato a 27,3 km da Larissa, nella valle di Tempe, dopo aver viaggiato per 18 km sul binario sbagliato a quasi 166 km/orari. In seguito all’urto (le indagini devono ancora confermarlo) vi sono stati un’esplosione a forma di fungo e un successivo incendio. Le vittime del grave incidente ferroviario sono 57, di cui una non ancora indentificata, e 85 feriti, di cui 25 gravi.
Il treno viaggiava con a bordo circa 350 passeggeri. Queste le posizioni in cui si trovavano le vittime, soprattutto nei primi 4 vagoni: locomotiva (2 vittime), vagone di prima classe (15 vittime, morte velocemente senza possibilità di sopravvivenza), vagone ristorante (23 vittime) e il quarto vagone, quasi interamente bruciato (nell’ultimo vagone coinvolto sono state identificate 3 vittime e molti feriti). L’indagine eseguita dai medici legali riporta che, sul totale delle vittime accertate, almeno 5 persone sono morte a causa dell’incendio. La maggior parte delle vittime erano studenti tra i 20 e 30 anni che rientravano dopo il weekend di Carnevale a Salonicco, città dove studiavano.
I parenti delle vittime dell’incidente ferroviario hanno intrapreso diverse azioni legali per ottenere delle risposte sulle cause della tragedia e chiedere giustizia. In particolare, hanno sollevato accuse riguardo possibili negligenze e malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza e hanno richiesto chiarezza circa le responsabilità delle autorità e delle società ferroviarie coinvolte, tra cui:
-
Hellenic Train – la compagnia che gestisce il traffico passeggeri, facente parte del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane dal 2017 e controllata da Trenitalia dal 2019
-
Organizzazione Ferroviaria Greca (OSE) e
-
Autorità di regolamentazione delle ferrovie (RAS).
In particolare sottolineano la non attuazione da parte delle autorità competenti, tra cui il governo e l’ente ferroviario greco (OSE), della convenzione 717 del 2014, che prevede una ristrutturazione di 70 sezioni dell’asse Ferroviario Atene-Salonicco e l’installazione dell’European Train Control System (ETCS). La sua piena attuazione avrebbe potuto modificare le conseguenze degli eventi di cui parliamo. Gli errori umani, apparentemente all’origine della collisione, avrebbero potuto essere rilevati e mitigati dai sistemi di sicurezza (ETCS). Tali sistemi avrebbero avvisato della presenza di un possibile pericolo. Inoltre, l’assenza del Sistema GSM Ferroviario (Standard Internazionale della Telefonia mobile per le comunicazioni Ferroviarie), ha fatto sì che i due macchinisti ed il capostazione di Larissa non abbiano potuto comunicare adeguatamente per capire che i due treni viaggiavano in direzioni opposte sulla stessa linea.
L’associazione parenti delle vittime dell’incidente di Tempe, inoltre, ha sostenuto la creazione di una commissione parlamentare ed in seguito alla consulenza tecnica da questa ordinata, pretende che le indagini siano condotte in modo trasparente ed imparziale, cosa che sostengono che non sia avvenuta fino ad oggi. Inoltre, richiede che le autorità rispondano per le carenze, causa di una tragedia che si sarebbe potuta evitare.
Il 26/1/2025, a quasi due anni dalla tragedia dell’incidente ferroviario, non vi è traccia di un processo che porti i colpevoli davanti alla giustizia. Una verità senza eccezioni e senza giochi politici e interessi economici. Questo ha fatto sì che una grande quantità di persone, molto rappresentativa del popolo greco, sia scesa in piazza manifestando per l’ennesima volta, non solo in Grecia ma in tutto il mondo e anche a Milano.
La gente, senza nascondersi dietro bandiere partitiche, ha deciso di uscire e protestare per ottenere risposte alle proprie domande. Per esempio chiedono di sapere quale fosse il carico del treno merci, ancora non identificato e che ha quasi sicuramente provocato l’incendio. In tutto il mondo, chi empaticamente percepisce cosa accade in Grecia, si è alzato in silenzio a manifestare accanto ai parenti che ancora combattono per la verità. Il popolo greco chiede giustizia, verità e rispetto per le 57 vittime e per le loro famiglie. Chiede che nessun’altra casa sia macchiata di sangue e che nessun’altra madre diventi simbolo nazionale per la perdita delle proprie figlie. Chiede un cambiamento per poter vivere serenamente in un paese dove la vita umana abbia un valore maggiore di quello del profitto economico e politico, e del potere.
Agghelina Alevromageirou