Dichiarazione di Silvia Paoluzzi Segretaria Nazionale Unione Inquilini e Cesare Ottolini Coordinatore internazionale dell’Alleanza Internazionale degli Abitanti.
L’Onu torna ad ammonire il Governo Meloni sul ddl Sicurezza in discussione alle Commissioni Giustizia e Affari Istituzionali del Senato. Balakrishnan Rajagopal Relatore speciale sull’alloggio adeguato insieme a Olivier De Schutter Relatore speciale sulla povertà estrema, esprimono forti critiche e preoccupazioni in merito all’articolo 10 del testo come già fatto, sempre su sollecitazione di Unione Inquilini e Alleanza Internazionale degli Abitanti, (quando il testo muoveva i primi passi alla Camera con il nome di ddl Bisa), al quale il Governo aveva risposto mentendo in merito al contributo affitto e morosità incolpevole, con i quali si dichiarava di affrontare la piaga degli sfratti, mentre da tre anni li ha azzerati. Ci chiediamo se sia ammissibile mentire all’ONU.
I Relatori scrivono: “Desideriamo ricordare al Parlamento e al Governo italiano i loro obblighi derivanti dall’ICESCR e dall’ICCPR, entrambi ratificati dall’Italia nel 1978, e dalla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (CAT), ratificata dall’Italia nel 1989. In larga misura, le leggi che criminalizzano la povertà o la mancanza di dimora derivano dall’incapacità degli Stati di garantire il diritto a un livello di vita adeguato, sancito dall’articolo 11 dell’ICESCR, a chiunque sia presente sul loro territorio. Come abbiamo sottolineato nel nostro recente studio congiunto, sottoporre a sanzioni le attività associate alla povertà o alla mancanza di una casa, come l’occupazione abusiva, viola il diritto a uno standard di vita adeguato quando le persone non hanno alternative per garantirsi la sopravvivenza con altri mezzi (A/HRC/56/61/Add.3). Nello studio, abbiamo ribadito l’invito agli Stati a prendere tutte le misure necessarie per eliminare la legislazione che criminalizza la condizione di senzatetto. A nostro avviso, sarebbe chiaramente sproporzionato sottoporre una persona o una famiglia che occupa un immobile perché non è in grado di accedere a un alloggio adeguato alternativo, o che rimane nell’alloggio dopo aver ricevuto un ordine di sfratto, a una sanzione penale che comporta l’incarcerazione. Ciò significherebbe che uno Stato che non riesce a garantire il diritto a un alloggio adeguato sancito dall’articolo 11 dell’ICESCR, imporrebbe in aggiunta una sanzione penale, determinando una seconda violazione dei diritti umani, ovvero la privazione arbitraria della libertà della persona interessata. Infatti, l’imposizione di sanzioni penali che prevedono pene detentive da 2 a 7 anni viola il diritto umano alla libertà e alla sicurezza della persona sancito dall’articolo 9 dell’ICCPR.”
Ora i Relatori attendono risposte chiare dal Governo, sono 4 i quesiti sui quali l’Italia è chiamata a rispondere:
1) l’impatto potenziale che la legge proposta potrebbe avere sulle persone in situazioni di vulnerabilità, come le persone senza fissa dimora o in condizioni di estrema povertà, i migranti o le minoranze come le comunità rom;
2) le misure adottate o previste per garantire l’accesso a un alloggio alternativo adeguato, in particolare per le persone che vivono in immobili o su terreni privi di titolo giuridico formale;
3) le misure adottate o previste per prevenire gli sfratti causati dall’incapacità di coprire i costi dell’alloggio per le persone e le famiglie in difficoltà economica e per fornire loro un sostegno abitativo;
4) le misure previste per garantire l’accesso a un alloggio adeguato e a prezzi accessibili a tutti coloro che sono presenti sul territorio italiano, comprese quelle volte a fornire un sostegno alla locazione.
Facciamo appello alla responsabilità del Parlamento e del governo. Questi rilievi fortemente critici si aggiungono ad altri già espressi da diversi relatori ONU su altri aspetti del DDL Sicurezza.
Si pone una questione cruciale che riguarda la compatibilità del DDL Sicurezza con l’adesione dell’Italia ai trattati e alle convenzioni internazionali ratificati in materia di diritti umani e sociali. Ciò pone un problema ineludibile: il nostro Paese rischia di essere posto ai margini, se non fuori, dal contesto internazionale dei Paesi che garantiscono i diritti umani e sociali vigilati da Organismi internazionali di garanzia, come le Nazioni Unite.
Intanto, chiediamo che il Parlamento sospenda l’esame del testo in attesa delle risposte formali del governo italiano alle richieste di chiarimento dei relatori ONU.”