Martedì 14 gennaio si è svolta al Cinema teatro di Figline Valdarno un’altra proiezione del docufilm “Un mare di porti lontani” di Marco Daffra.
Dopo il saluto di Antonio Borgheresi, che ha messo a disposizione gratuitamente la sala per l’evento, c’è stato il saluto di Dario Picchioni, assessore alla cultura del comune di Figline e Incisa Valdarno, il quale si è soffermato a rimarcare testimonianze dirette come queste siano fondamentali per abbattere il muro del silenzio e della retorica e delle mistificazioni sugli sbarchi, raccontando l’inciviltà di quanto succede a poca distanza da noi.
La sala gremita del teatro a potuto vedere ed ascoltare le verità che non vengono raccontate ma mistificate sui mainstream rispetto al fenomeno dell’immigrazione e degli sbarchi nel mediterraneo verso l’Italia.
Il docufilm autoprodotto dal regista fiorentino, frutto della collaborazione e dei contributi di Emergency, Medici senza Frontiere, Mediterranea, Nadir della Resqship, Open Arms, Pilotes Volontaires, ResQ People Saving People, inizia con una prima verità raccontata dai testimoni intervistati: “l’assegnazione di porti lontani è una cinica tortura. Una tortura per chi viene salvato e deve restare altri giorni in mare”. Una tortura che, oltre a causare la drastica diminuzione dell’efficienza e della disponibilità di chi cerca di aiutare gli altri e salvare vite umane, ne aumenta i costi e la fatica e, in alcuni casi, arriva a provocare la morte di bambini portati in grembo dalle proprie madri che non hanno retto ai 3-4 giorni in più in mare. Il racconto delle difficoltà, degli ostacoli posti dalle stesse autorità, comprese le multe ed i giorni di fermo inflitti, rappresentano il tentativo ‘scientifico’ di impedire il soccorso di altre persone in pericolo, di donne, uomini e soprattutto bambini.
La mistificazione di tutto questo, compresa l’accusa agli operatori e volontari delle ONG di essere complici degli scafisti della morte, che spesso non ci sono più, sono il prodromo della mancanza di umanità da parte di una politica e di una società che, ostacolando le attività delle ONG, dimentica quando noi eravamo migranti e perlomeno non equiparati a merci come “carichi residuali”.
Alla fine della proiezione, nel ricordare le 71 repliche fatte, Daffra si è soffermato a ricordare l’impegno nel portare il documentario nelle scuole e l’importante risposta da parte dei ragazzi: forse questa è proprio una delle speranze e del senso di “Un mare di porti lontani”, dare una occasione e degli strumenti ai giovani per capire e cambiare le cose.
Marco Daffra si è anche soffermato con noi per condividere alcune riflessioni:
Redazione: “Marco, a quasi 2 anni dalle tue riprese ed a poco meno di un anno della prima presentazione, come si colloca questa tua opera in un momento storico come l’attuale e con quanto è accaduto nel frattempo”?
Marco Daffra: “Più collegata di così non si può: c’è un tema di ieri, di oggi e di domani. Il tema della immigrazione è di una quotidianità assoluta ed io smaschero tutte le menzogne inventate da più di 20 anni e dal documentario si scopre che è tutta una farsa elettorale: il problema è stato inventato, il nemico non esiste”
Redazione: “Tu pensi che smascherare questa mistificazione dipenda più da noi, come persone, o sia responsabilità della politica e di chi governa”?
Marco Daffra: “La politica, al di là di chi governa e ha governato in questi anni, anche se quest’ultimo governo è sicuramente il peggiore, ha sempre ‘lucrato’ sul fenomeno della immigrazione per scopi elettorali. Io credo che acquisire conoscenza, informarsi sulla verità, su quali sono i numeri e della realtà dei fatti possa davvero aiutare ognuno a dire la propria e non farsi soggiogare dalla informazione pilotata per farci credere delle cose quando invece sono altre”.
Redazione: “Quindi a partire da questa, che possiamo chiamare ‘intelligenza naturale’, cosa pensi possa nascere e svilupparsi come novità e cambiamento e quali sono i tuoi progetti futuri”?
Marco Daffra: “Io lo vedo con le proiezioni: dopo c’è sempre un dibattito e un momento di condivisione e tocco con mano quanto interesse c’è e quanti ‘cuori grandi’ abbiamo, cosa che sui giornali non appare, viene riportato solo l’odio, invece abbiamo ancora tanti cuori pulsanti che possono fare un gran bene alla umanità ed io confido su questo”.
Redazione: “E quindi noi confidiamo e ci impegniamo su questo”.
Marco Daffra: “Assolutamente”!