Milano è una città faticosissima, ma è anche una miniera dove si nascondono pietre preziose. Dopo tanti anni vissuti in città credevo di conoscere quasi tutti i protagonisti delle lotte degli ultimi anni, invece ecco che si scoprono storie sconosciute, che colpiscono, ma soprattutto danno fiato e coraggio nell’attuale ristagnare della nostra condizione.
Così, al termine di uno dei presidi per Peltier, arriva un uomo che mi mette in mano un libro. Lo ha scritto lui, mi dice: “Leggilo, si nomina anche Mumia Abu Jamal…”. Come spesso avviene in questi casi, soprattutto se un libro te lo regalano ignoti, lo sfoglio velocemente. Invece in questo caso dopo poche pagine rimango “agganciato”.
Joseph Fremder, questo il nome dell’autore, racconta in brevi capitoletti la sua storia e le sue lotte, che iniziano alla fine degli anni ’70 e arrivano fino ad oggi. Sì, fino ad oggi.
Il titolo dice molto del libro: “Un altro bancario è possibile”: racconta come dal suo posto di lavoro di bancario (che da subito viene ben distinto da quello di “banchiere”) piano piano inizia a denunciare tutte le ingiustizie che lì avvengono. In quanto a dinamiche di potere non è diverso da tutti gli altri. Le forme di lotta e di provocazione che emergono dal libro assomigliano a quelle del grandissimo Peppino Impastato: un giornalino, pieno di vignette, che sbeffeggia i capi e racconta la verità, azioni colorate, travestimenti, incursioni. Il giornalino va a ruba, da lì è tutto un crescere e un trasformarsi delle lotte, passando da un sindacato ad un altro, fino ad arrivare a un gruppo di quelli che davvero viene da chiamare, nel miglior senso del termine, “compagni”.
Ogni capitolo racconta una lotta, un incontro, la nascita di un’associazione, la partecipazione creativa a manifestazioni più ampie, a presidi improvvisati, a blitz davanti a banche o ad altre sedi del potere finanziario. Racconta anche di riassunzioni di colleghi licenziati ingiustamente. Sono quasi tutte vittorie: questo è meraviglioso.
Scavano con pala e piccone, vanno in profondità, e quando diventano scomodi anche dentro il loro sindacato, eccoli in blocco passare ad un altro e, se ce n’è bisogno, ad un altro ancora, come surfisti della miglior specie.
Joseph non perde il sorriso e quando va in pensione è una festa, in tanti e tante hanno grande stima ed affetto per lui che non si è mai tirato indietro, che ha inventato, messo insieme, aiutato e soprattutto è stato capace di farsi aiutare, di stare insieme ad altri.
Trovate il libro su varie piattaforme.
Se invece vivete a Milano o nei pressi potete andare alla presentazione che ci sarà il 20 gennaio alle ore 18 presso la Coop. Liberazione di via Lomellina 14. Lì potrete conoscerlo.