“Il numero delle vittime a Gaza è superiore del 40% rispetto alle cifre diffuse del ministero della Salute di Gaza”. Secondo questi calcoli, che riportiamo nell’articolo qui di seguito, dunque non sarebbero 46.000 ma circa 90.000 i morti accertati finora, più un numero enorme e imprecisato di sepolti sotto le macerie e evaporati a causa di piccoli ordigni nucleari utilizzati dall’entità genocida israeliana. Infine, tra morti certi, sepolti e evaporati, feriti e dispersi siamo forse a un quinto della popolazione totale di Gaza? Con le dovute proporzioni, è come se 150 milioni di Europei fossero stati sterminati, feriti e fatti sparire. Un vero e proprio sterminio. Un olocausto senza precedenti, e per spazio e tempo limitati, unico nella Storia.
PIC. Uno studio di ricerca pubblicato venerdì dalla rivista medica The Lancet ha riportato che il numero dei morti nella Striscia di Gaza durante i primi nove mesi della devastante guerra che Israele continua a infliggere è circa il 40% superiore alle cifre rilasciate dal ministero della Salute gazawi.
Fino al 30 giugno dell’anno scorso, il ministero della Salute di Gaza ha riportato che il bilancio delle vittime della guerra era di 37.877 morti. Tuttavia, un nuovo studio basato sui dati del ministero, su un sondaggio online e su necrologi pubblicati sui social media ha stimato che il numero dei decessi causati dalle ferite di guerra a Gaza variava tra 55.298 e 78.525 martiri nello stesso periodo.
Il miglior dato stimato per il bilancio dei martiri nello studio è di 64.260, il che significa che è superiore del 41% rispetto ai numeri pubblicati dal ministero della Salute per lo stesso periodo.
Lo studio ha evidenziato che questo numero rappresenta il 2,9% della popolazione di Gaza prima della guerra, “ovvero circa uno su 35” cittadini del territorio.
Secondo le stime del gruppo di ricercatori, il 59% delle vittime sono donne, bambini e anziani.
Il numero dichiarato riguarda esclusivamente le morti causate direttamente dalla guerra e non include i decessi derivanti da altri fattori, come la mancanza di cure mediche o di cibo, né gli migliaia di dispersi che si ritiene siano ancora sepolti sotto le macerie.
Lo studio ha osservato che la capacità del ministero della Salute palestinese di mantenere registri elettronici delle morti si è dimostrata in passato affidabile, ma si è deteriorata durante la campagna militare israeliana, che ha incluso incursioni negli ospedali e in altre strutture sanitarie, oltre a interruzioni delle comunicazioni digitali.
Giovedì, il Ministero ha annunciato che il numero dei morti dell’aggressione israeliana è salito a 46.006, con 109.378 feriti, a partire dal 7 ottobre 2023.
Tre approcci statistici per il calcolo.
I ricercatori hanno adottato un metodo statistico chiamato “analisi di cattura-ricattura”, già utilizzato per stimare il numero di vittime in altri conflitti nel mondo.
L’analisi si è basata su dati provenienti da tre liste distinte:
- La prima lista è stata fornita dal ministero della Salute di Gaza e include i corpi identificati negli ospedali o nelle camere mortuarie.
- La seconda lista deriva da un sondaggio online lanciato dal ministero della Salute, in cui i palestinesi segnalavano la morte di parenti.
- La terza lista è basata su necrologi pubblicati sui social media, come X (ex Twitter), Instagram, Facebook e WhatsApp, laddove fosse possibile verificare l’identità dei defunti.
Zina Jamal Al-Din, epidemiologa della London School of Hygiene and Tropical Medicine e principale autrice dello studio, ha dichiarato all’Agence France-Presse:
“Nel nostro studio abbiamo considerato solo i casi in cui la morte è stata confermata dai parenti, dalle camere mortuarie o dagli ospedali”.
I ricercatori hanno analizzato le tre liste cercando eventuali duplicati. Zina ha spiegato:
“Abbiamo poi esaminato le sovrapposizioni tra le tre liste e, sulla base di queste, è possibile ottenere una stima complessiva della popolazione uccisa”.
Patrick Ball, statistico del “Gruppo di Analisi dei Dati sui Diritti Umani” con sede negli Stati Uniti, che non ha partecipato alla ricerca, ha usato in passato metodi di cattura-ricattura per stimare il numero di vittime in conflitti in Guatemala, Kosovo, Perù e Colombia. Ball ha dichiarato all’Agence France-Presse che questa tecnica, collaudata da secoli, è stata applicata con successo, portando a una “stima attendibile” riguardo a Gaza.
Anche Kevin McConway, professore di statistica applicata presso la Open University britannica, ha sottolineato che è “inevitabile una certa incertezza” quando si effettuano stime basate su dati incompleti. Tuttavia, ha aggiunto:
“È impressionante che i ricercatori abbiano usato altri tre approcci statistici per verificare le loro stime. Complessivamente, ritengo queste stime ragionevolmente convincenti”.
I limiti dello studio.
Lo studio non ha incluso i dispersi, un fattore che potrebbe indicare che il bilancio reale sia ancora più alto. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) stima che circa 10.000 persone scomparse a Gaza siano ancora sepolte sotto le macerie.
Inoltre, la guerra può causare perdite di vite in modo indiretto, aggravando la mancanza di cure sanitarie, cibo, acqua, servizi igienici e causando la diffusione di malattie, problemi che Gaza affronta dal mese di ottobre 2023.
In un articolo pubblicato sulla rivista The Lancet lo scorso luglio, un altro gruppo di ricercatori ha utilizzato i tassi di mortalità indiretta registrati in altri conflitti per suggerire che il bilancio delle vittime a Gaza potrebbe raggiungere circa 186.000 morti in futuro.
Tuttavia, il nuovo studio ha ritenuto che queste stime “potrebbero non essere appropriate” a causa di differenze evidenti nel carico delle malattie preesistenti a Gaza prima della guerra, rispetto a conflitti in paesi come il Burundi e Timor Est.
Zina Jamal Al-Din ha previsto che questa nuova ricerca susciterà critiche da diverse parti e ha denunciato quello che ha definito un “ossessione” nel discutere i numeri delle vittime. Ha affermato:
“Sappiamo già che ci sono tantissime vittime”.