Si era appena complimentata con l’Osservatorio Ambientale istituito dal Ministero, l’Associazione di volontariato Idra, per i risultati incoraggianti dell’incontro avuto il 7 novembre scorso sulla vexata quaestio del trasferimento di ingenti quantitativi di terre di scavo estratte dal sottosuolo di Firenze dalle talpe in azione fra le stazioni di Campo di Marte e di Castello per la costruzione dei due tunnel TAV approvati nel 1999.

L’appuntamento era stato l’occasione per ottenere dall’Osservatorio, fra le altre cose, l’impegno ad accogliere una delegazione di cittadini nel sopralluogo al cantiere nella ex miniera di lignite di Cavriglia, dove le terre di scavo considerate idonee alla realizzazione di un parco pubblico vengono recapitate, non senza importanti difficoltà, come confermato in quel colloquio.

“Una visita guidata al cantiere di Santa Barbara, promessa sia da Rfi sia dal sindaco di Cavriglia ma mai concretizzatasi, potrà aver luogo a breve, prima delle festività natalizie, in occasione del sopralluogo che l’Osservatorio ha in programma”, era stato concordato.

Senonché, quando a dicembre – in mancanza di riscontri – l’associazione fiorentina ha ricordato alla presidente dott.ssa Chiara Pennino di essere in attesa di notizie, alla vigilia di Natale ha ricevuto dalla segreteria dell’Osservatorio la seguente risposta: Abbiamo provveduto a richiedere ad ENEL S.p.A., titolare dell’area mineraria di Santa Barbara, la possibilità di accogliervi nell’area di cantiere. Purtroppo, ci è stato comunicato che per ragioni di sicurezza l’accesso è consentito solamente a persone addette ai lavori”.

Il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio non ha nascosto quindi – la delusione dell’Associazione ai componenti dell’Osservatorio incontrati il 7 novembre (oltre alla dott.ssa Pennino, il dott. Roberto Giangreco e il dott. Federico Brega per il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il dott. Marcello Bessi per la Regione Toscana):

Ci saremmo aspettati notizie di tutt’altro tenore. Non comprendiamo di quale ‘sicurezza’ si intenda parlare.

Ci chiediamo se il deficit di ‘sicurezza’ sia temuto per effetto della presenza di esponenti di una formazione di cittadinanza attiva considerata fonte di pericolo, quasi alla stregua di sospetti terroristi o talebani dell’informazione. Eppure, già nel caso del resoconto del nostro incontro in rete con l’Osservatorio crediamo si sia potuto apprezzare l’atteggiamento che Idra osserva nel rapporto con le istituzioni: il comunicato pubblicato sul sito dell’Associazione riproduce infatti per filo e per segno il testo condiviso con l’Osservatorio stesso.

Se invece la pericolosità dell’impianto fosse tale da non permettere neppure una visita finalizzata alla restituzione di informazione su di un processo industriale pubblico, allora ci sarebbe forse ancor più da preoccuparsi.

In ogni caso sorprende, e dispiace, rilevare come l’Osservatorio da lei presieduto non ritenga di dover/poter sollevare obiezioni al gesto di ostracismo proposto dall’Enel, come sembrerebbe di dover concludere leggendo la nota indirizzata alla scrivente Associazione.

Confidiamo dunque in una Vostra iniziativa che permetta di assicurare trasparenza all’operato dell’Enel, in nome e nell’interesse della componente pubblica della cantierizzazione in corso”.

Da quel 24 dicembre, purtroppo, nessuno sviluppo. Nessuna notizia è arrivata da Roma o da Cavriglia. Nessun riscontro neppure sulle altre questioni poste dalla cittadinanza attiva all’attenzione dell’Osservatorio nel corso del colloquio del 7 novembre.

Cosa è successo?, ci si domanda a Firenze. Cosa può aver portato il soggetto di controllo pubblico sulla cantierizzazione TAV a rinunciare al proprio ruolo istituzionale di garanzia e trasparenza?