Come parte della Rete Sanitari per Gaza, domenica 12 gennaio anche il gruppo di Roma ha partecipato alla Giornata Nazionale di Mobilitazione per esprimere solidarietà ai sanitari palestinesi, che da 15 mesi stanno subendo un trattamento davvero iniquo: il governo israeliano sta contravvenendo agli articoli 18, 20 e 21 della Convenzione di Ginevra, uccidendo,  imprigionando e torturando il personale sanitario, che non dovrebbe mai essere toccato.

Eppure il mondo sta a guardare e il governo israeliano continua impunemente la sua politica espansionista, colonialista e guerrafondaia, mettendo in atto un vero e proprio piano genocidario nei confronti del popolo palestinese, usando le armi, ma anche affamando,  assetando e distruggendo le strutture sanitarie,  uccidendo gli operatori (1.086 in questi 15 mesi ) in modo da impedire che curino i feriti.

Come sanitari esprimiamo tutto il nostro dolore per quello che sta accadendo in Palestina e la nostra solidarietà verso tutti coloro che subiscono ingiustizie immani. Dopo la caduta del nazismo si era detto MAI PIÙ e invece ancora oggi si continua impunemente a praticare la sopraffazione, la tortura e la disumanità.

Chi fa finta di non vedere è complice, chi si gira dall’altra parte è complice, chi non fa nulla per impedire questo scempio è complice.

Ebbene, noi non vogliamo essere complici di un genocidio e denunciamo come possiamo, con presidi, con sit-in e con manifestazioni assolutamente pacifiche quello che avviene in Palestina.

Abbiamo anche lanciato un grido di allarme per liberare il dottor Hussam Abu Safya, direttore della Terapia Intensiva  dell’Ospedale Kamal Adwan, ultimo distrutto in ordine cronologico, una settimana fa. Il dottore è stato umiliato, denudato  e trascinato in catene  davanti ai pazienti, solo perché si era rifiutato di abbandonarli e di far evacuare l’ospedale stesso , come gli era stato perentoriamente ordinato dall’esercito israeliano, così che potessero bombardarlo e distruggerlo.

L’umanità è finita a Gaza.