Secondo una nuova analisi del Silent Spring Institute, più di 97 milioni di abitanti degli Stati Uniti sono stati esposti a sostanze contaminanti non regolamentate presenti nell’acqua potabile e che potrebbero avere effetti sulla loro salute.

«Sono le comunità ispaniche e nere ad avere una maggiore probabilità ad essere esposti ad acqua contaminata da livelli non sicuri di sostanze chimiche tossiche», si legge in un comunicato stampa del Silent Spring. Inoltre, è più probabile che vivano vicino alle fonti dirette di inquinamento.

I risultati si aggiungono alla crescente preoccupazione per la qualità dell’acqua negli Stati Uniti e per l’impatto sproporzionato della contaminazione sulle comunità di colore.

Quasi 100 contaminanti sono regolamentati dalla legge nazionale sull’acqua potabile, il che significa che i servizi pubblici dell’acqua sono tenuti a testarli e ad adottare misure preventive che assicurino i livelli ai limiti stabiliti.

«Tuttavia, sappiamo che ci sono migliaia di altre sostanze chimiche nocive non regolamentate che si fanno strada nelle acque sotterranee e di superficie; alcune di queste possono finire nelle forniture di acqua potabile», ha dichiarato nel comunicato stampa Laurel Schaider, coautrice dei risultati e scienziata senior del Silent Spring Institute.

Schaider e il team di ricerca hanno esaminato i dati dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) compilati dal 2013 al 2015 nell’ambito del programma per la disposizione della normativa di monitoraggio dei contaminanti non regolamentati, l’UCMR (Unregulated Contaminant Monitoring Rule). Hanno analizzato i dati di 4.815 sistemi idrici pubblici per scoprire che il 27% presentava livelli rilevabili di uno o più dei seguenti elementi: 1,4-diossano, un solvente elencato dall’ Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (EPA) come probabile cancerogeno per l’uomo e utilizzato nei prodotti di consumo; sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), “sostanze chimiche per sempre”, ampiamente utilizzate in prodotti come pentole antiaderenti e indumenti impermeabili per la pioggia e associate a malattie della tiroide, colesterolo alto, cancro e altri problemi di salute; il clorodifluorometano (Freon 22), un gas che contribuisce all’assottigliamento dello strato di ozono e che in passato era utilizzato nei fluoropolimeri come il Teflon e come refrigerante; e l’1,1-dicloroetano, un solvente presente in plastiche, pesticidi e vernici, associato al cancro.

Le comunità con un maggior numero di residenti ispanici e neri sono risultate generalmente più esposte ai contaminanti non regolamentati nell’utilizzo l’acqua potabile e più spesso residenti nei pressi di siti di scarico dell’inquinamento come impianti di trattamento delle acque reflue, aree di addestramento militare, siti industriali e aeroporti.

«I nostri risultati dimostrano che la percentuale di residenti ispanici e neri in una comunità è un fattore predittivo costante di una peggiore qualità dell’acqua», ha dichiarato l’autore principale dello studio Aaron Maruzzo, scienziato del Silent Spring Institute, nel comunicato stampa.

Maruzzo ha affermato che le disparità razziali non sono spiegabili con il reddito o con altri metodi di misurazione dello status socioeconomico, il che suggerisce che questioni come il razzismo e lo storico redlining (pratica discriminatoria che impedisce l’accesso ai servizi finanziari nei quartieri in cui è presente un numero significativo di minoranze razziali ed etniche) potrebbero essere un fattore aggravante per la collocazione sproporzionata di impianti industriali.

Il nuovo studio si basa su una ricerca precedente dell’Istituto, che ha rilevato le maggiori probabilità delle comunità ispaniche di essere esposte a livelli più elevati di nitrati presenti nell’acqua potabile. L’EPA ha fissato decenni fa un limite legale per i nitrati al fine di proteggere i neonati dalla fatale “sindrome del bambino blu” (la tetralogia di Fallot è una malformazione cardiaca congenita che riduce l’afflusso di sangue ossigenato al corpo del bambino).

Dati più recenti hanno suggerito che l’esposizione ai nitrati a livelli inferiori allo standard federale può anche aumentare il rischio di cancro alla vescica e al colon-retto.

Uno studio del 2023, di cui Shaider è coautrice, ha analizzato i sistemi idrici comunitari di 20 Stati e ha scoperto che quelli con un maggior numero di residenti ispanici e neri presentavano livelli più elevati di PFAS nell’acqua potabile.

La nuova analisi di Silent Spring è la prima a esaminare le disparità nell’esposizione ai PFAS, così come ad altri contaminanti non regolamentati in tutti gli Stati, nei territori e nelle terre tribali degli USA.

Schaider ha affermato che, poiché i recenti test hanno dimostrato che i PFAS sono molto più diffusi nell’acqua potabile di quanto si credesse in precedenza, il numero di individui colpiti dai contaminanti quando sono stati raccolti i dati è una sottostima.

Nell’aprile dello scorso anno, l’EPA ha annunciato nuovi standard per sei sostanze chimiche PFAS presenti nell’acqua potabile. I nuovi risultati evidenziano la necessità di un’azione normativa federale per un maggior numero di contaminanti, nonché la necessità che il governo federale fornisca ulteriori risorse alle comunità di colore riguardo all’impatto dell’inquinamento.

«In definitiva, dobbiamo fare un lavoro migliore per proteggere le acque sorgive e ridurre gli scarichi di sostanze inquinanti nei corpi idrici che alimentano le nostre forniture di acqua potabile», ha dichiarato Schaider.

Traduzione dall’Inglese di Martina D’amico. Revisione di Filomena Santoro.


Cristen scrive narrativa e saggistica. Si è laureata in Giurisprudenza e specializzata in Legge degli oceani e delle coste presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università dell’Oregon; ha conseguito un master in Scrittura creativa presso la University of London-Birkbeck. È l’autrice della raccolta di racconti intitolata The Smallest of Entryways e della biografia di viaggio Ernest’s Way: An International Journey Through Hemingway’s Life.

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