Si è conclusa questo pomeriggio all’Orto Giardino Sa Mariposa de Cardu (Quartucciu – CA) la rassegna di spettacoli ed iniziative “Pace in terra”, dedicata al tema della pace da costruire, dalla compagnia Il Crogiuolo – centro di intervento teatrale, fondata da Mario Faticoni, direttrice artistica Rita Atzeri. Dal 7 al 27 gennaio 2025 è stato promosso un digiuno-testimonianza, digiuno a staffetta come strumento sociale di lotta pacifica e ribellione contro tutte le guerre che ha accompagnato la rassegna.  Gli spettacoli si sono tenuti al Teatro di Terra dell’Orto Giardino e in altri luoghi della cittadina.

Momento di condivisione del pane di pace (foto di Pierpaolo Loi)

La giornata odierna, Giornata della Memoria, si è svolta alla mattina con un digiuno comunitario e con scambio di riflessioni e di letture su come costruire la pace; al pomeriggio, la conclusione del digiuno con la cottura e la condivisione di un pane per la pace. Alle ore 16:00, è andata in scena “Una bambina e basta”, brani scelti dal libro di Lia Levi con Rita Atzeri, voce recitante e Chiara Vittone, all’arpa.

Le artiste Rita Atzeri e Chiara Vittone in scena al Teatro di Terra (foto di Pierpaolo Loi)

Momenti salienti della rassegna:

  • Sabato 18 gennaio, ore 11:30, “Dalla Nakba a Gaza. Poesia e resistenza in Palestina”, un percorso costruito attraverso l’opera poetica di Mahmud Darwish e Fadwa Tuqan, con Rita Atzeri e Gisella Vacca.
  • Il 19 gennaio, “Deportati sardi”, recital concerto di e con Rita Atzeri e Gisella Vacca, con la partecipazione del Coro “Is Concias” diretto dal maestro Pierluigi Mattana.

La Sardegna è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, politici e militari: furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) rinchiusi nei lager e fra i 750-800 mila militari fatti prigionieri dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Le storie di Gavino, Zaira, Bartolomeo, Mario, Cosimo sono state loro malgrado quelle di vite protagoniste del più brutto film della storia dell’umanità. Con il venire meno – per ragioni anagrafiche – dei sopravvissuti alle deportazioni è però sempre più difficile avere testimonianze dirette di quell’orribile pagina della nostra storia. Ecco perché oggi acquista sempre più valore la Giornata della memoria (da “Pace in Terra”, programma delle iniziative).

  • Il 24 gennaio, ore 19:00, nella chiesa di San Biagio, a Quartucciu, il monologo “3694 – Sara, il mio nome è Sara”, scritto e diretto da Gianfranco Mazzoni, con Marta Gessa.
  • Il 25 gennaio, ore 8.30 – 13.00,si è svolta la manifestazione In marcia per la pace, un itinerario urbano ed extraurbano a piedi dall’Orto Giardino Mariposa de Cardu a Sant’Isidoro, frazione di Quartucciu. ll percorso è stato curato dalla guida naturalistica Stefania Contini e durante lo svolgimento sono stati letti testi sulla pace da parte di Rita Atzeri. Infine, nel cortile interno alla chiesa di Sant’Isidoro si è tenuto il recital musicale Alza la Testa che la Schiena Guarirà, a proposito di Servitù Militari, a cura di Angelo Cremone.

Un momento della marcia per la pace Quartucciu – Sant’Isidoro (foto facebook)

  • Il 26 gennaio, alle ore 11:30, al Teatro di Terra dell’Orto Giardino, è andato in scena Senza Memoria, uno spettacolo teatrale per ricordare gli orrori della Shoah e tutti gli olocausti in genere, di ieri e di oggi; spettacolo ideato ed interpretato da Gisella Vacca.

La memoria celebrata della Shoah dovrebbe esigere il lungo termine; la commemorazione dello sterminio per antonomasia dovrebbe costringerci a riflettere quotidianamente su come sia facile dimenticare e smarrire elementi essenziali di umanità; la memoria precisamente di quell’Olocausto, quello, appunto, con la O maiuscola, dovrebbe insegnarci a tenere alta la guardia, perché la natura umana è fragilissima e facilmente manipolabile… La ricaduta è ciclica e infinito è l’elenco di esseri, di interi popoli e etnie trucidati e annientati per meri interessi economici maldestramente travestiti da necessari provvedimenti per la difesa della “razza” e della religione; scuse comunque insensate e inaccettabili …Questo recital ricorda il passato e il presente e ricorda tutti. In musica e in poesia, le tragedie sembrano più leggere ma la memoria permane a lungo termine nel conscio e nell’inconscio (da “Pace in Terra”, programma delle iniziative).

L’artista Gisella Vacca (foto di Pierpaolo Loi)

La rassegna ha voluto proporre una riflessione profonda su quelle che sono le condizioni di chi vive in guerra e in stato di assedio. Infatti, si muore non solo per effetto diretto delle armi ma anche per la devastazione che esse producono distruggendo tutto, scuole, ospedali, fonti sostentamento. In guerra si soffre la fame. È stata anche una risposta alla domanda retorica, spesso ricorrente: «Noi cosa possiamo fare?». Domanda a cui si può rispondere retoricamente, senza che ci si senta realmente coinvolti. In realtà, possiamo fare qualcosa di più per la pace e contro la guerra: possiamo boicottare chi foraggia la guerra, manifestare il nostro dissenso, fare pressioni su istituzioni e governi perché non inviino armi.