Farid Adly
Ieri, 28 gennaio, l’Egitto si è preparato a discutere la condizione dei diritti umani sul suo territorio nel rapporto periodico universale che si svolge presso le Nazioni Unite volto a valutare i diritti umani dei membri dell’organizzazione. A causa delle condizioni dei diritti umani nel paese, il governo egiziano affronta aspre critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani egiziane e internazionali, che lo accusano di abuso nell’utilizzo della detenzione preventiva, deterioramento delle condizioni carcerarie, torture e sparizioni forzate.
La revisione periodica universale della condizione dei diritti umani è uno strumento adottato dalle Nazioni Unite per monitorare la situazione dei diritti nei paesi membri. Si svolge ogni 4 anni per verificare l’impegno degli Stati a migliorare la situazione e per rendere nota la loro diligenza nel rispettare i trattati sui diritti umani a cui hanno promesso di adempiere.
In base a questa revisione vengono emesse raccomandazioni e, durante l’ultima revisione nel 2019, il Consiglio ha emesso 372 raccomandazioni per l’Egitto, di cui ne sono state accettate 270, tra cui le più importanti riguardavano la riduzione dei periodi di detenzione preventiva e l’indagine sulle denunce di tortura e sparizioni forzate. Sono state però respinte 15 raccomandazioni, tra cui cui spiccano quelle riguardo l’abolizione della pena di morte, la fine dei processi militari per i civili e l’adesione alla convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate.
L’Egitto ha presentato il suo rapporto ad ottobre 2024 per la discussione e la delegazione egiziana partecipante alla sessione è guidata dal Ministro degli Esteri, Badr Abdel Aty.
Il 17 dicembre 2024, dodici organizzazioni per i diritti umani egiziane hanno pubblicato un rapporto comune sul “peggioramento della crisi dei diritti umani in Egitto negli ultimi cinque anni.” Una copia di questo rapporto è stata presentata alle Nazioni Unite in vista della revisione del dossier sui diritti umani egiziano, che si tiene oggi davanti alle Nazioni Unite.
Mohamed Zaree, direttore del Cairo Institute for Human Rights Studies, ha dichiarato: “Le iniziative del governo egiziano, come la cosiddetta strategia nazionale per i diritti umani, il comitato per la grazia presidenziale e il dialogo nazionale, sono semplici misure cosmetiche prive di alcun impatto reale.”
Traduzione dall’arabo a cura di Francesco Ammiraglia