I dati confermano quanto noi di Rifondazione Comunista abbiamo sempre denunciato: i tagli e i vincoli posti alla sanità pubblica dai governi degli ultimi quindici anni hanno come conseguenza la crescita degli affari della sanità privata che naturalmente batte sempre cassa.

Secondo la stessa Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), che batte cassa al Ministero, il comparto privato già eroga oltre il 50% delle prestazioni ambulatoriali del Servizio sanitario nazionale. Secondo il rapporto del Cnel un quarto dei ricoveri e più di un terzo degli interventi chirurgici avviene in strutture private. Sono dati in crescita che fotografano le conseguenze volute delle scelte neoliberiste dei governi ed anche l’intreccio politica-affari. Nel nostro paese numerose inchieste hanno disvelato la corruzione sistemica e i rapporti di scambio clientelare che rendono subalterne le scelte politiche a livello regionale agli interessi delle cliniche private ed è noto che potenti gruppi della sanità privata sono anche editori di giornali che condizionano pesantemente il dibattito politico.

Il risultato è che la politica fa pagare ai contribuenti da anni una “grande marchetta”, come l’ha definita Ivan Cavicchi, ai privati che si traduce in un progressivo depauperamento di personale e risorse delle strutture pubbliche.

Se il governo Meloni prosegue su questa strada per la gioia di Angelucci, editore di quotidiani che propongono Mussolini come uomo dell’anno, anche il centrosinistra e il PD hanno una lunga storia di favori e connivenze con la sanità privata.
Non basta chiedere più fondi. Per rilanciare il SSN bisogna ridare centralità alla sanità pubblica eliminando tetti all’assunzione di personale e riformando complessivamente il settore. C’è bisogno di più risorse ma spese per garantire i bisogni di salute di cittadine e cittadini.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Rosa Rinaldi, responsabile sanità nazionale del Partito della Rifondazione Comunista