Non ci vogliono bene e non ci vogliono insieme. Sono i signori delle guerre giuste. Quelli delle guerre per la libertà e la democrazia. Quelli delle guerre inevitabili. Non ci vogliono bene e non ci vogliono insieme. Per questo ci attaccano e ci dividono in sognatori e complici, in illusi e traditori. Tra di noi c’è chi la pensa in un modo e chi la pensa in un altro. È normale pensare diversamente la pace, ma loro ne approfittano per alimentare le divisioni e i distinguo. Non ci vogliono bene e non ci vogliono insieme. Per questo, all’alba di questo nuovo anno d’impegno per la pace, dobbiamo prometterci fraternità e amicizia sociale.

Il 2025 sarà un anno importante per gli amanti della pace, per elevare le difese contro la guerra che si sta avvicinando, per salvare vite umane, per vincere la violenza quotidiana, per sviluppare la nostra capacità di cura dei vicini e dei lontani, per contrastare l’impunità dei criminali e l’ipocrisia dei propagandisti della guerra, per frenare la corsa al riarmo e, più in generale, per (ri)costruire il senso comune di responsabilità verso la pace, per (ri)costruire la capacità nostra e delle nostre istituzioni di “fare la pace”, per (ri)costruire la politica e le istituzioni della pace.

Molti si augurano che il 2025 sia un anno di pace ma, come disse Gianni Rodari, “anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno”. Per questo abbiamo un gran bisogno di donne e uomini, di ragazzi e ragazze, di gruppi, associazioni, scuole e università, enti e istituzioni disponibili a “fare la pace”.

“Fare la pace” qui e ora, nel piccolo e nel grande. Non nell’uno o nell’altro. Non prima nell’uno e poi nell’altro, ma contemporaneamente, nel piccolo e nel grande, nel vicino e nel lontano, qui e ora, con il senso del limite ma anche con quel senso di responsabilità che è proprio dell’Uomo Planetario magistralmente anticipato da padre Ernesto Balducci, del cittadino globale forgiato dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di ogni membro consapevole della famiglia umana curata da Papa Francesco.

Per resistere alla guerra, dobbiamo uscire dalle trincee che ciascuno di noi cerca di fortificare come può e muoverci, insieme, in direzione contraria a quella predicata dagli istruttori della guerra, quelli che ci vorrebbero tutti silenti e obbedienti, pronti al combattimento.

Noi che ci rifiutiamo di diventare come loro, di piegarci al male, di essere indifferenti, di rispondere alla violenza con altra violenza, noi che rivendichiamo il diritto di disobbedire e di noncollaborare con i fautori dello scontro inevitabile che troneggiano a reti unificate, siamo chiamati ad agire insieme, come un fronte unico, con una strategia globale e una consapevolezza comune.

In un mondo in guerra, che ogni giorno fa strage di bambini, di vite umane, di dignità, diritti e diritto, in un tempo che sembra essere preda di forze oscure e impietose, noi dobbiamo rispondere costruendo fraternità e amicizia sociale.

La fraternità è l’alternativa alla guerra. E noi, in questo 2025, la vogliamo desiderare, immaginare, sognare e costruire con nuova determinazione.

Se lo vuoi fare anche tu, aiutaci ad organizzare, giorno dopo giorno, di città in città, la più grande marcia della pace e della fraternità.

Entra nel cantiere della pace!

Il prossimo 12 ottobre 2025 ci ritroveremo insieme per camminare da Perugia ad Assisi. Ma la Marcia della Pace e della Fraternità è già cominciata. Unisciti a noi. Vedi le tappe principali del cammino che abbiamo intrapreso e, se vuoi fare la tua parte

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Costruiamo assieme una coscienza, una cultura e una politica di pace che si esprima attraverso la cura degli altri, dell’umanità e del pianeta. A ognuno di fare qualcosa all’insegna della nonviolenza, della noncollaborazione e della nonmenzogna. Aldo Capitini docet.

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