Non ha fatto abbastanza scalpore l’ennesima notizia che ci aggiorna sui tagli previsti dal governo italiano per il 2025 all’educazione e al personale docente, evidentemente non basta mostrare l’impietoso rapporto dei costanti tagli pubblici alla sanità o all’istruzione rispetto alle spese militari che non fanno altro che aumentare. Sul tema consigliamo la lettura dell’articolo di Peacelink qui:
https://www.peacelink.it/sociale/a/50525.html
Il Coordinamento Regionale No NATO Emilia Romagna ci ricorda che Il bilancio della difesa previsto dal governo italiano per il 2025 ammonta a 31.29 miliardi di euro, + 7.2% rispetto al 2024, ma non solo, il suo lavoro si spinge oltre: L’obiettivo è quello di mappare il territorio e fare luce sulle tante ombre e mancanza di trasparenza delle Istituzioni.
A seguito della nascita nel 2024 del Coordinamento Nazionale No NATO, con l’obiettivo di radunare e organizzare tutti coloro che si oppongono all’azione guerrafondaia della NATO e alla sua influenza sull’economia e la politica italiane, dalla regione Emilia Romagna arriva la prima edizione di “Mettiamo nel mirino i presidi bellici”: Dossier sulle basi NATO, sulle aziende produttrici di armi, sui rapporti tra gli atenei e la NATO nel territorio emiliano-romagnolo.
scaricabile qui: https://drive.proton.me/urls/XH82Z1KT0M#BpZzwUrPVHzJ
Il Dossier è stato presentato con successo il 7 novembre 2024 a Bologna, il 17 gennaio 2025 a Rocca di Noceto e il 23 gennaio a Ravenna, interessante non solo il contenuto del dossier ma il dibattito col pubblico che conosce il proprio territorio e, in special modo, la testimonianza dei ricercatori che, raccontando il procedimento della raccolta delle informazioni, mettono in luce quanta mancanza di trasparenza e di democrazia vi sia purtroppo in Italia. Il documento già voluminoso in questa prima versione è ampliabile per via dell’enorme giro di interessi presenti nella Regione, per questo stanno già lavorando alla seconda edizione e invitano singoli cittadini e associazioni a collaborare.
Da questa prima ricerca emerge quanto in Emilia-Romagna, forse ancor di più che in molte altre regioni a causa del suo marcato sviluppo industriale, sia presente una diffusa connivenza del tessuto produttivo e accademico con gli organi NATO, con una fornitura di armi, supporto logistico-informatico e molti altri servizi a sostegno di interessi strategico militari statunitensi e israeliani, che ben poco hanno a che fare con la cura dei beni comuni, del territorio nazionale italiano o con la sicurezza dei propri cittadini.
La ricerca ha l’obiettivo di informare la cittadinanza sui seguenti punti fondamentali:
– Quali aziende producono armi per le attività militari NATO e/o forniscono più o meno direttamente servizi a sostegno delle stesse;
– Quali ambienti universitari e di ricerca collaborano con basi NATO ed entità israeliane;
– Quante risorse vengono sottratte al benessere pubblico per sostenere queste collaborazioni;
– Che tipo di attività viene svolta dalle basi e infrastrutture della NATO sul nostro territorio.
Per creare una cultura di Pace bisogna agire attivamente, contrastare la guerra significa contrastare la presenza della NATO e dei produttori di armi sul territorio italiano, allo stesso tempo significa proteggere i cittadini dallo sperpero delle risorse pubbliche, difendere i diritti dei lavoratori, del corpo docente e degli operatori sanitari dallo sfaldamento e taglio intenzionale delle risorse pubbliche, nonché dalle conseguenze di un ampliamento dei conflitti in corso, un’eventualità inevitabile se dal basso non ci informiamo e agiamo.
La presentazione di questo Dossier è solo l’inizio, questo è un invito a portare luce dove vi è mancanza di trasparenza, per mantenere la cittadinanza informata sul territorio che vive e per organizzare, insieme, future iniziative di formazione, denuncia, discussione, protesta e boicottaggio.
Alcuni link utili e di contatto:
Redazione Emilia Romagna