Il Ministro degli Esteri italiano Tajani ha avuto il coraggio di pronunciare parole di scherno sulla Corte Penale Internazionale: “Non è il verbo. Gli atti sono nulli se esistono vizi di procedura. La CPI non è la bocca della verità. Siamo un Paese sovrano”.
Non la pensa così la funzionaria dell’ONU appena nominata alla testa dell’UNSMIL, la missione Onu in Libia. Ha chiesto al governo di Tripoli di processare Al-Masri o di consegnarlo alla CPI dell’Aja. La dichiarazione della neo nominata rappresentante del Segretario generale dell’ONU, la ghanese Hanna Serwaa Tetteh, è molto decisa nel richiamare le responsabilità del governo di Tripoli a non lasciare impuniti i crimini compiuti. Uno schiaffo indiretto all’Italietta meloniana.
“La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia esprime il suo allarme per la gravità dei crimini elencati nel mandato d’arresto della CPI emesso contro Osama Al-Masry Njeim, che comprendono crimini contro l’umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale. Dato il ritorno dell’imputato in Libia, chiediamo alle autorità libiche di arrestarlo e avviare un’indagine su questi crimini con l’obiettivo di garantirne la piena responsabilità, o di consegnarlo alla Corte Penale Onternazionale, in linea con il deferimento del Consiglio di Sicurezza della situazione in Libia alla Cpi”. Sito Unsmil