Era stato condannato nel luglio 2021 a quasi quattro anni di prigione per aver rivelato informazioni sui droni statunitensi e l’alto numero di vittime civili causate da questi attacchi. PeaceLink aveva avviato la campagna “Italiani per Hale”. Adesso occorre sostenere David McBride.

Daniel Hale, analista informatico di droni e whistleblower americano, è stato liberato nel 2024. Era stato condannato nel luglio 2021 a quasi quattro anni di prigione per aver rivelato informazioni sui droni statunitensi e l’alto numero di vittime civili causate da questi attacchi. Hale ha documentato che circa il 90% delle persone uccise dai droni erano civili, un’informazione che ha suscitato un dibattito sulla trasparenza e l’etica delle operazioni militari statunitensi.

La sua condanna è stata la risposta inaccettabile a un atto di coraggiosa obiezione di coscienza, poiché Hale ha denunciato un sistema che infliggeva sofferenze ingiustificate a persone non coinvolte nei conflitti.

La campagna di PeaceLink in Italia

La sua storia è stata resa nota da campagne di sensibilizzazione, come quella promossa da PeaceLink, che hanno mirato a mobilitare l’opinione pubblica per chiederne la liberazione. Era così nata la campagna “Italiani per Hale” volta a far conoscere questa storia e a creare solidarietà in Italia attorno al suo caso.

Daniel Hale è stato insignito del primo Ellsberg Whistleblower Award. E’ stato così riconosciuto il coraggio con cui ha denunciato le atrocità commesse dal sistema miliare americano, pagando con la propria libertà.

Una profonda convinzione etica

Guidato da una profonda convinzione etica, Hale ha svelato un sistema che ha causato troppe morti civili. Ma ciò che ha colpito duramente la sua coscienza non è stato solo il numero delle vittime. Ha infatti raccontato il cinico e perverso atteggiamento di molti suoi colleghi. Hale ha assistito a scene agghiaccianti in cui le immagini di civili feriti dai droni venivano riviste più volte, quasi con una forma di morbosa eccitazione. Alcuni dei suoi colleghi si divertivano osservando le vittime che si contorcevano dal dolore o cercavano disperatamente di rimettere nel ventre gli organi che le esplosioni avevano scaraventato fuori dai loro corpi.

Questa disumanizzazione della sofferenza, trasformata in uno spettacolo eccitante tanto da farne oggetto di morbosa curiosità privo di empatia, è stata definita da Hale “pornografia della guerra”. Con questa espressione, egli intendeva denunciare l’eccitazione malata che alcuni provavano di fronte alla sofferenza altrui, una degenerazione etica che trasforma la violenza in intrattenimento, cancellando ogni senso di umanità e rimorso.

Per Daniel Hale, rimanere in silenzio davanti a tutto questo era impossibile. Ha scelto di agire, a costo della sua libertà per denunciare tutto questo al mondo. Il suo coraggio ha aperto una discussione globale sull’uso indiscriminato dei droni e sull’etica della guerra moderna.

Oggi Hale ha scontato la sua pena ed è libero. Il suo coraggio non è stato vano. Ricevendo l’Ellsberg Whistleblower Award ha potuto dimostrare al mondo la sua statura di uomo, a testa alta.

Adesso occorre sostenere David McBride

David McBride, un ex avvocato e maggiore dell’esercito australiano, è stato condannato a cinque anni e otto mesi di carcere per aver rivelato crimini di guerra commessi dalle forze australiane in Afghanistan. La sua condanna è stata emessa il 14 maggio 2024, dopo che McBride aveva condiviso documenti riservati, noti come “Afghan Files”, con la rete televisiva ABC Australia.

Crimini di guerra in Afghanistan

McBride ha sostenuto di aver agito per motivi etici e morali, affermando che la sua decisione di divulgare le informazioni era motivata dalla necessità di esporre le ingiustizie e i crimini di guerra in Afghanistan. La sua azione ha sollevato un ampio dibattito sul conflitto tra la sicurezza nazionale e la trasparenza, nonché sull’importanza della responsabilità per le azioni militari.

Come Assange

La condanna di McBride è stata paragonata a quella di Julian Assange, evidenziando le tensioni tra il governo australiano e i diritti dei whistleblower. Molti sostenitori di McBride ritengono che la sua pena rappresenti un attacco alla libertà di espressione e alla giustizia, mentre il governo ha difeso la sua posizione, affermando che la divulgazione di informazioni riservate mette in pericolo la sicurezza nazionale.

In sintesi, David McBride è stato condannato per aver rivelato crimini di guerra, un atto che ha suscitato un acceso dibattito sulla moralità delle sue azioni e sulle conseguenze legali per chi denuncia abusi all’interno delle forze armate.

Screenshot da Youtube

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