Sotto l’insegna “Rafforzare la cooperazione nel Sud globale per una governance più inclusiva e sostenibile”, il Brasile si avvia, con l’inizio del nuovo anno, ad assumere la presidenza 2025 dei Brics e questi ultimi ad affrontare un anno, con ogni probabilità, decisivo dal punto di vista del loro ampliamento e dei loro equilibri. Dallo scorso primo gennaio, infatti, il sistema dei Brics include nove nuovi Paesi partner: Cuba, Bolivia, Indonesia, Bielorussia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan.

Secondo quanto riportato dalla Tass, adesso, “la sfida principale della presidenza brasiliana sarà di iniziare a lavorare sulla nuova piattaforma e invitare i paesi interessati agli eventi Brics […]. Il lavoro sulla creazione di sistemi di pagamento e di sistemi di regolamento alternativi continuerà durante tutta la presidenza brasiliana. La presidenza brasiliana spingerà inoltre, in particolare, per un ruolo maggiore del Sud del mondo nella governance globale”.

Tra i nuovi paesi partner, la presenza, tra gli altri di Cuba è, sotto il profilo degli equilibri politici, particolarmente significativa. Come ha dichiarato il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, i Brics offrono “una grande speranza per i paesi del Sud, nella lotta per un ordine internazionale più giusto e democratico”. La decisione di includere nuovi membri è stata presa nel contesto del XVI vertice dei Brics a Kazan, ove è stata istituita la nuova categoria di “paesi partner”. I Brics sono una piattaforma di cooperazione tra i Paesi aderenti e le rispettive popolazioni, alternativa al disegno dell’ordine unipolare centrato negli Stati Uniti e negli alleati del cosiddetto “blocco occidentale”. Pur non rappresentando, in virtù delle loro differenze, un “blocco di sistema”, costituiscono tuttavia un format alternativo, sia sul piano politico sia sul versante economico, all’insieme delle potenze occidentali.

Con i nove attuali membri effettivi (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi Uniti), i Brics rappresentano già oggi un attore politico ed economico collettivo di primaria importanza. Tra gli scopi del format, senza dubbio, la riforma della governance globale, nel senso di una maggiore rappresentanza dei paesi del Sud globale nelle istituzioni multilaterali, a partire dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, della cui riforma si discute da anni. Il potenziale dei Brics, in termini di diplomazia internazionale ed equilibrio internazionale, o “equilibrio del mondo”, e in termini di impatto economico e volume commerciale, è di vasta portata. Essi rappresentano oltre il 36% del Pil mondiale, oltre il 37% del commercio globale e oltre il 43% della popolazione mondiale; inoltre, contribuiscono al 40% della produzione petrolifera globale.

Tre strumenti che si muovono nella direzione di una nuova organizzazione delle relazioni economiche sono la Nuova Banca di Sviluppo dei Brics (New Development Bank), il nuovo sistema di pagamento transfrontaliero (Cross-Border Payment System) e il nuovo quadro di sostegno finanziario (Contingent Reserve Arrangement).
La New Development Bank è la banca multilaterale di sviluppo costituita allo scopo di mobilitare risorse per ampi progetti infrastrutturali e di sviluppo nei paesi emergenti e rappresenta il principale strumento finanziario della piattaforma. Concentrandosi sull’aumento dei prestiti in valute locali, punta ad allocare il 30% dei suoi finanziamenti in tali valute, offrendo condizioni diverse, migliori, non restrittive, rispetto a quanto di norma presso le istituzioni finanziarie tradizionali. Lo schema delle relazioni economiche tra i paesi Brics si muove infatti nel senso di promuovere relazioni e scambi nelle valute nazionali, liberando le relazioni commerciali dalla “egemonia del dollaro”. In questa cornice, si muovono i progetti in vari settori e la banca assegna in primo luogo, di conseguenza, priorità al finanziamento di progetti infrastrutturali su larga scala.

Lo sviluppo di questa cornice di riferimento, ancora in via di definizione, è associato all’ulteriore iniziativa del Cross-Border Payment System, un sistema di pagamenti progettato per facilitare il commercio in valute locali con lo scopo di mettere a fuoco l’orizzonte spesso definito in termini di “de-dollarizzazione”, ma anche di implementare servizi più funzionali. Questi sforzi sono guidati da una prospettiva di lungo periodo, ma sono accelerati anche da condizioni contingenti, quali ad esempio le sanzioni e le misure coercitive unilaterali, le pressioni inflazionistiche e l’orientamento dei paesi Brics a un maggiore controllo sui propri sistemi finanziari.

Inoltre, i Brics hanno ribadito l’impegno a rafforzare il Contingent Reserve Arrangement, che funge da riserva finanziaria, un meccanismo per attenuare gli effetti delle crisi, rafforzando la rete di sicurezza finanziaria globale. Si tratta infatti, propriamente, di un “quadro per la fornitura di supporto tramite strumenti di liquidità e precauzionali in risposta a pressioni effettive o potenziali, a breve termine, sulla bilancia dei pagamenti”.

I Brics riflettono così l’impegno del Sud globale nel superare l’ordine unipolare e costruire alternative alle istituzioni egemoniche dominate dagli Stati Uniti e i loro alleati. L’inclusione di nuovi paesi partner, pur potenzialmente ampliando lo spettro delle differenze e delle contraddizioni, crea altresì i presupposti per strumenti e modalità alternativi e per una diversa articolazione delle relazioni internazionali e del panorama internazionale complessivamente inteso, sviluppando la cooperazione politica ed economica e offrendo una piattaforma per i paesi interessati a quadri cooperativi alternativi rispetto a quelli dell’unipolarismo statunitense.

Quale piattaforma di partenariato composta da stati diversi, anche molto diversi in termini di caratteristiche politico-istituzionali e configurazioni economico-sociali, basata sul rispetto dei rispettivi approcci nazionali allo sviluppo e sulla prospettiva del “multilateralismo inclusivo”, i Brics alimentano il disegno strategico di una diversa architettura internazionale e la traiettoria dell’emergente mondo multipolare.

Riferimenti:
Francesco Paolini, “Il gruppo Brics cresce: ora rappresenta il 36% del Pil mondiale”, Quoted Business, 03.01.2025: https://www.quotedbusiness.com/thm-15-global/paese-13-mondo/art-12881-il-gruppo-brics-cresce-ora-rappresenta-il-36-del-pil-globale
Brazil as BRICS chair to focus on partner relations – expert, Tass, 01.01.2025: https://tass.com/politics/1895785
Mahendra Kumar Singh, “BRICS 2024: Paving the Path for Economic Growth and Trade Cooperation”, India Foundation, 02.01.2025: https://indiafoundation.in/articles-and-commentaries/brics-2024-paving-the-path-for-economic-growth-and-trade-cooperation